Il disturbo bipolare colpisce ben oltre un milione di italiani, tra l’1 e il 2% della popolazione generale, con una prevalenza leggermente maggiore nelle donne. Ma si tratta di una sottostima, la punta di un iceberg di un disturbo complesso, i cui sintomi sono spesso simili a quelli di altri disturbi mentali, come la depressione e la schizofrenia. Non deve stupire, quindi, se diagnosi tardive o errate sono molto comuni: circa il 70% delle persone affette ha ricevuto una diagnosi sbagliata e di queste il 30% anche per più volte. Pertanto la Società Italiana di Psichiatria (SIP) richiama l’attenzione sull’importanza della diagnosi precoce e della corretta gestione terapeutica.
“Si tratta di un disturbo che comporta compromissione significativa, talora estrema, non solo dell'umore, ma anche della sfera cognitiva, volitiva e neurovegetativa e che può avere un impatto importante, e in alcuni casi devastante, sulla vita quotidiana di chi ne soffre e delle persone a lui vicine”, afferma Liliana Dell’Osso, presidente della SIP. “Il disturbo bipolare è caratterizzato da episodi di mania o ipomania alternati a fasi di depressione, che possono inficiare - continua - la capacità di funzionare, la gestione delle emozioni e delle relazioni sociali. Nonostante l’ampia diffusione, il disturbo bipolare è spesso frainteso, e molte persone con questa condizione affrontano anche il peso dello stigma sociale”.
Ma sono fondamentali una diagnosi precoce e un intervento terapeutico mirato per migliorare il decorso della malattia, riducendo il suo impatto sulla qualità della vita di chi ne soffre. “È necessario ascoltare con attenzione i pazienti - sottolinea Antonio Vita, vicepresidente SIP e professore di psichiatria all’Università di Brescia - e fare un’accurata anamnesi, anche con l’aiuto dei familiari: disponiamo oggi di farmaci finalizzati soprattutto alla stabilizzazione dell’umore, ormai ben consolidati nella pratica clinica e che mirano alla riduzione o alla scomparsa della ricorrenza degli episodi depressivi e/o ipo/maniacali, così come di trattamenti psicosociali di provata efficacia, che vanno in ogni caso prescritti e monitorati in ambito specialistico”.