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Identificate nuove varianti genetiche associate al rischio di sviluppare il Long Covid, che rappresenta una sfida crescente per i sistemi sanitari. Si tratta di una condizione debilitante che colpisce milioni di persone nel mondo anche mesi dopo la guarigione dall’infezione acuta da SARS-CoV-2, caratterizzata da sintomi come stanchezza cronica, difficoltà cognitive e respiratorie e dolore muscolare. Questo è quanto emerso da un ampio studio genetico internazionale, pubblicato sulla rivista Nature Genetics. Questo importante risultato è il frutto di un’eccezionale collaborazione scientifica a livello globale, che ha coinvolto 24 istituti di ricerca e ospedali internazionali, in 16 nazioni in tutto il mondo.

L'Italia ha dato un contributo significativo grazie alla partecipazione della Fondazione COVID-19 Genomic Study, della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e GEN-COVID, un consorzio formato da più di 40 ospedali italiani. Lo studio di associazione sull’intero genoma (GWAS), che ha analizzato i dati genetici di 6.450 pazienti con Long Covid e oltre un milione di individui senza questa sintomatologia, come controlli, ha individuato un locus genetico, ovvero uno specifico punto nel genoma, sul cromosoma 6, in prossimità del gene FOXP4, già noto in letteratura per il suo ruolo nelle infezioni respiratorie e nella risposta immunitaria. Questo risultato è stato validato su altri 9.500 pazienti e oltre 700.000 controlli.

Questo locus risulta essere positivamente associato alla predisposizione a sviluppare sintomi caratteristici del Long Covid, con un rischio di sviluppare tale patologia aumentato di quasi il 60% nei soggetti che hanno nel proprio DNA la variante genetica identificata nello studio. “La ricerca fornisce un’evidenza concreta di come la genetica individuale possa influenzare la suscettibilità al Long Covid”, affermano dal team. “Questo permetterà di identificare le persone a rischio, ma non solo, sarà anche utile per migliorare la pratica clinica nella cura di questa sintomatologia”, aggiungono.

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