È la stessa parola a rischiare l’equivoco, nota l’Aifa. “Generico” è il contrario linguistico di “specifico”, evocando minor pertinenza dinanzi al dettaglio del malanno diagnosticatoci dal medico. E siccome “la salute è la prima cosa”, si è pronti ad accettare la spesa di almeno il 20% in più per “la marca”, al remoto dubbio che sia motivata.
L’ultima campagna informativa dell’Agenzia Italiana del Farmaco parte da questo, dalla persistenza dell’equivoco nonostante lo stesso legislatore già dieci anni fa avesse mutato la denominazione del farmaco “generico” in “equivalente”. E nel prendere esplicitamente atto del fallimento delle campagne precedenti, rilancia con un opuscolo accessibile a tutti.
L’equivalenza nella sicurezza ed efficacia terapeutica del “generico” è del resto ribadita dagli organi di garanzia di tutto il mondo. Prima del manuale pubblicato in dicembre dall’Aifa, è stata la “Food and Drug Administration” ad aggiornare il concetto e a documentarlo, oltre che con decenni di ricerche scientifiche, anche con l’identico rigore nei controlli. Così è negli Stati Uniti, così nell’Unione Europea, Italia in primis.
In proposito l’Aifa sottolinea però qualcosa in più. La verifica dell’equivalente, spiega sin dalla prefazione il Direttore Generale Luca Pani, “ si arricchisce della grande quantità di dati aggiuntivi ottenuti dall’uso consolidato del medicinale di riferimento (brand) nel corso degli anni, consentendo di valutare il profilo rischio/beneficio in modo più definito e delineato di quanto sia possibile per qualsiasi nuovo medicinale ”. Dieci anni di sperimentazioni ed eventuali correzioni in più. “In più”, non “in meno”.
La verità ha il riscontro degli ottimi dati globali sul mercato del settore, ma avrebbe il potenziale della dirompenza, anche nel quadro del dibattito quotidiano sui costi pubblici e privati della salute in Italia. Una “sfida culturale epocale”, nelle parole del neopresidente dell’Aifa Mario Melazzini, che dal Corriere della Sera spalanca la breccia: “Promuovere anche negli ospedali l’utilizzo dei medicinali generici e biosimilari”.