Il 30% delle ragazze italiane ritiene che il coito interrotto rappresenti un metodo contraccettivo efficace e 4 su 10 affrontano la prima esperienza sessuale senza nessuna protezione. Risultato? In Italia nel 2012 abbiamo avuto oltre 105.000 interruzioni volontarie di gravidanza, hanno partorito 9.000 baby mamme under 19 e il 40% delle gravidanze totali era indesiderato. I dati che il professor Paolo Scollo, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), snocciola in occasione del 13° Congresso della European Society of Contraception and Reproductive Health (ESC), fanno riflettere e documentano la necessità di un’informazione più efficace. “La nostra Società scientifica da anni è impegnata in progetti di educazione sessuale per i giovani – afferma Scollo -. Ma serve anche da parte delle Istituzioni italiane ed Europee un maggiore impegno a promuovere un cambiamento culturale che favorisca la sessualità consapevole tra le donne”. Al Congresso è stata presentata una ricerca internazionale condotta in 17 Paesi, Italia compresa, su poco meno di 9.000 donne (8.837), che evidenzia ancora numerose lacune delle italiane sui temi della contraccezione. “Solo il 16% sostiene di sentirsi ben informata su tutti i metodi a disposizione, il 70% sotto i 30 anni è costantemente preoccupata di dimenticarsi il contraccettivo in uso e il 19% ha affrontato una gravidanza indesiderata”, riferisce il professor Emilio Arisi, Presidente della Società di Medicina Italiana della Contraccezione (SMIC). Nonostante la disponibilità di un metodo contraccettivo di estrema efficacia come la pillola anticoncezionale, ormai da anni presente sul mercato come farmaco equivalente e quindi di qualità e a basso costo - aspetto fondamentale soprattutto per le più giovani - la strada verso una maggiore consapevolezza sulla contraccezione resta ancora in salita. Un aiuto potrebbe venire da una più capillare opera di educazione alla sessualità, da iniziare sui banchi di scuola.