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Chi è ad alto rischio infarto o ictus ha bisogno di tenere sotto controllo la pressione e il colesterolo e di mantenere il sangue fluido. Per far questo, molto spesso, è costretto ad assumere diversi farmaci. Una tabella di marcia quotidiana che scoraggia molti, nella difficoltà di ricordare tutto e correttamente. Ecco che una ricerca sul Journal of the American Medical Association ha dimostrato che una "poli-pillola" potrebbe tornare molto utile: assumere cioè un'unica pastiglia che contiene un dosaggio fisso di antiaggregante, antipertensivo e statina

 

L’ideadi partenza è semplice: racchiudendo in una sola pastiglia diversi farmaci, basta ricordarsene una sola volta al giorno per non “mancare” la terapia.

 

Certo, non mancano i limiti: può contenere solo dosaggi prefissati di farmaci ed è perciò meno “flessibile” rispetto ad assumere diversi medicinali di cui poter scegliere modalità, dosi e tempi di somministrazione per ottimizzarne gli effetti. Ma resta un'ottima alternativa allo stop alle cure: meglio una sola pillola tuttofare.
Lo studio è stato condotto da Simon Thom dell’International Centre for Circulatory Health dell’Imperial College di Londra che ha seguito per circa 15 mesi 2mila persone ad alto rischio cardiovascolare, individuate fra Europa e India. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi, il primo ha seguito una terapia standard con i diversi farmaci presi singolarmente, l’altro ha assunto una poli-pillola contenente aspirina, simvastatina e i due antipertensivi lisinopril e atenololo. All’inizio dello studio il 61,5 per cento dei pazienti seguiva una terapia tradizionale simile; dopo quindici mesi nel gruppo che aveva continuato ad assumere i farmaci singolarmente l’aderenza è rimasta al 64,7 per cento, fra chi prendeva la poli-pillola è invece salita all’86 per cento. «Una differenza assoluta del 21 per cento - fa notare Thom -. A questo si aggiunge un effetto piccolo ma significativo di riduzione della pressione e del colesterolo nei pazienti in cura con la poli-pillola rispetto agli altri».

 

Inoltre, se si vanno a osservare da vicino i pazienti più restii ad aderire al trattamento, i benefici possibili risultano ancora più evidenti. Spiega Thom: «In questo sottogruppo di partecipanti l’effetto è notevole. Con la terapia tradizionale l’aderenza resta al 23 per cento, con la poli-pillola si cura correttamente il 77 per cento. Naturalmente questo si riflette anche su pressione e colesterolo, che sono più bassi nel gruppo della poli-pillola». Non ci sono invece differenze fra i due gruppi in materia di effetti collaterali, per cui il ricercatore è ottimista: «Per prevenire gli eventi cardiovascolari occorre seguire per lungo tempo queste terapie preventive. Lo fanno in pochi nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in occidente solo un paziente su due è in trattamento dopo un infarto, appena il 35 per cento di chi ha avuto un ictus prende i farmaci per la prevenzione. Chi non ha ancora avuto alcun problema ma è ugualmente ad alto rischio si cura perfino di meno: una singola pillola, semplice da usare ed economica, potrebbe costituire un vantaggio per molti». In passato gli studi avevano valutato la poli-pillola nel breve termine rispetto al placebo, questa ricerca per la prima volta è andata a confrontarla con la terapia tradizionale e per un periodo abbastanza lungo; i risultati fanno ipotizzare che l’uso sia utile, almeno in certe categorie di pazienti. In un editoriale che accompagna la ricerca, J. Michael Gaziano dell’Harvard Medical School di Boston ha tuttavia precisato: «I vantaggi effettivi della poli-pillola sono da valutare con maggior dettaglio, sebbene il potenziale per l’uso in certe circostanze sia innegabile. Dovremo però essere certi di un beneficio sicuro e consistente sui parametri cardiovascolari prima di utilizzarla di routine; per ridurre il carico di medicinali e aumentare l’aderenza alle terapie sarà opportuno, finché non vi siano dati più certi sulla poli-pillola, valutare i piani terapeutici per eliminare i medicinali che danno benefici solo marginali e “concentrarsi” su quelli che servono di più».

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