Il sole in soccorso della pressione del sangue troppo alta (o ipertensione arteriosa).
Una ricerca, condotta presso l’università di Edinburgo e pubblicata sul Journal of Investigative Dermatology, ha scoperto che i raggi Uva, responsabili di scottature se ci si espone al sole senza adeguate protezioni, hanno anche il benefico effetto di ridurre la pressione arteriosa e il battito cardiaco. In particolare, una volta penetrati nella pelle, sembrano in grado di stimolare il rilascio di una particolare molecola, l’ossido nitrico, che riduce la pressione del sangue, indipendentemente dall'effetto vasodilatatore dovuto al calore.
I ricercatori, che hanno eseguito i test su 24 donne, affermano: «Sono sufficienti 20-30 minuti di esposizione per far calare la pressione di 3-4 millimetri di mercurio. Basti pensare che a una diminuzione di 5 millimetri di mercurio corrisponde una diminuzione del rischio di ictus del 34% e di ischemia del 21%». Lo studio dimostra che un’esposizione al sole naturale, nelle giornate assolate nelle aree del Sud Europa, assicura una dilatazione delle arterie attraverso la pelle. «Questo cambia la nostra valutazione del rapporto rischio/beneficio per l'esposizione al sole», dicono gli autori. E aggiungono: «Una moderata esposizione al sole è benefica per lo sviluppo della vitamina D nelle ossa, ma ora sappiamo che c'è dell'altro. Da evitare però che l'esposizione induca danni profondi, eritemi e scottature che facilitano l'insorgenza di tumori. Si può stare dunque al sole, con moderazione e le adeguate protezioni, senza scottarsi».
Resta comunque il fatto che la terapia dell’ipertensione passa, dopo un adeguato stile di vita con più esercizio fisico e dieta bilanciata, dall’uso di medicinali, disponibili oggi come equivalenti per tutte le diverse classi farmacologiche.