Sono medicinali capaci di fare risparmiare fino al 25% della spesa farmaceutica, soprattutto per alcune malattie importanti come il cancro, ma stentano ancora ad essere accettati pienamente dai medici e dagli stessi pazienti.
Si tratta dei biosimilari, medicinali "similari" al prodotto originale biotecnologico il cui brevetto è scaduto consentendo così alle aziende del settore di produrre una replica fedele al principio attivo e ai dosaggi. Perché questa diffidenza? Il problema sta principalmente in una mancanza di informazioni corrette. Se ne è discusso approfonditamente a Palermo in un convegno promosso dall’associazione Donne in Rete onlus, impegnata nella tutela della salute della donna, insieme all'associazione Amici, che riunisce pazienti affetti dalla malattia infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn e colite ulcerosa).
Per una diffusione responsabile e attenta dei biosimilari le due associazioni hanno realizzato un "manifesto" con delle proposte concrete. Nel dettaglio viene suggerito che la politica Nazionale riguardo i farmaci: Informi in modo imparziale tutti i soggetti interessati - medici, pazienti, professionisti sanitari ed autorità governative che sovraintendono alla politica sanitaria - ; promuova e mantenga la concorrenza nel mercato farmaceutico incentivando un adeguato uso precoce dei farmaci biosimilari in combinazione con politiche di prezzi sostenibili; raccolga e pubblichi dati clinici basati sull’evidenza dimostrata nelle reali condizioni d’impiego per rafforzare la fiducia verso la sicurezza e l'efficacia; realizzi procedure di acquisto trasparenti e condivise tra Asl, medici, pazienti e persegua processi decisionali chiari ed efficienti che non ritardino la disponibilità dei farmaci biosimilari sul mercato. Inoltre, il manifesto propone l'istituzione di un "Fondo di premialità" per quei dipartimenti clinici autorizzati all'uso del biologico, generato dalla riduzione dei costi favorita dalla commercializzazione di farmaci biologici.
"In una fase in cui si tende a informarsi sempre di più tramite il web il pragmatismo suggerisce l'introduzione di un sistema che certifichi la qualità delle informazioni. E' proprio in quest'ottica che abbiamo ideato il portale 'Biosimilari Life', un luogo di confronto per mettere in rete i soggetti coinvolti nell'utilizzo dei biosimilari" ha spiegato Rosaria Iardino , Presidente di Associazione Donne in Rete onlus.