“E' un dato assodato che i soggetti allergici sono in aumento a livello mondiale e l’Italia non fa eccezione”. Lo sostiene il dottor Antonio Meriggi Responsabile Sezione di Allergologia e Immunologia Clinica, IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri, di Pavia. “I dati epidemiologici variano secondo la tipologia di allergia, le modalità di rilevazione e le nazioni studiate: si ritiene comunque che globalmente il 20-30% della popolazione mondiale possa essere affetta da allergie - dice Meriggi -. In Italia i dati epidemiologici riportano la prevalenza del 25 % di rinite e del 5% di asma in una popolazione di età compresa tra 18 e 45 anni”. Ma perché questo aumento?
“Le cause possibili sono diverse”, spiega lo specialista. “Il minor contatto con agenti infettivi induce il sistema immunitario, meno coinvolto nella difesa verso batteri e virus, a comportarsi in modo “anomalo”, inducendo allergie (la cosiddetta teoria “igienica”). Ma bisogna anche ricordare lo stile di vita occidentale con case ben coibentate e quindi più favorevoli alla proliferazione degli acari, e un’alimentazione con più additivi o coloranti non naturali, entrambi potenti allergeni. Dulcis in fundo, non vanno tralasciati l’inquinamento atmosferico e l'aumento della temperatura planetaria che inducono da un lato l’incremento della quantità e del potere allergizzante degli allergeni ambientali, e dall'altro l'irritazione delle vie aeree che favorisce la penetrazione degli allergeni nell'albero bronchiale”. Quali sono le più frequenti allergie? “La patologia da pollini costituisce la più frequente allergia da inalanti ed è responsabile di sintomi oculorinitici ed asmatici stagionali, mentre la sensibilizzazione nei confronti degli acari rappresenta la più rilevante forma di allergia non stagionale”, chiarisce Meriggi. “ Accanto alle classiche allergie a graminacee (erba dei prati) e parietaria (erba muraiola, più rilevante nel Sud Italia), negli ultimi decenni si è assistito alla comparsa di allergia verso alberi (Betulla e Nocciolo più frequentemente), caratterizzata da sintomi respiratori molto precoci (febbraio-marzo, spesso confusi con forme infettive), e verso Ambrosia, responsabile di sintomi tardo estivi (agosto-settembre)”. E’ da rimarcare la caratteristica comparsa di queste allergie in età adulta, mentre le sensibilizzazioni a graminacee, parietaria ed acari della polveri di casa insorgono usualmente in età giovanile.
“Per quanto concerne la terapia, non dobbiamo dimenticare che l'unico trattamento rivolto a normalizzare il “comportamento anomalo” del sistema immunitario, è costituito dall'immunoterapia (cosiddetto impropriamente vaccino)”, sottolinea lo specialista pavese. L'impostazione dell'immunoterapia segue però delle indicazioni ben precise che devono essere attentamente valutate in ambito specialistico. “La terapia antistaminica e steroidea inalatoria – attuabile anche ricorrendo a farmaci generici - costituisce un trattamento sintomatico, seppure usualmente efficace”, conclude Meriggi.