Mal di testa? Colpisce una donna su cinque. E siccome ci sono anche componenti genetiche, nella stessa famiglia possono soffrirne mamma e figlia. Gli stili di vita sani aiutano a ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi, ma possono non essere sufficienti a eliminarli. Quando la cefalea interferisca con le attività quotidiane della donna, sarà il medico a scegliere gli interventi farmacologici più specifici, cominciando da quelli meno valutati.
Per esempio, quante donne che soffrono di cefalea hanno mai visto dosare i loro livelli di vitamina D, in particolare d’inverno? Il fatto che gli attacchi cefalalgici siano più frequenti e gravi in autunno/inverno e minori in estate non dipende solo dalle vacanze. Ricerche cliniche e studi di correlazione suggeriscono che la vitamina D possa avere un ruolo importante nel ridurre l’infiammazione associata alla cefalea. È quindi opportuno valutare i livelli di vitamina D, specie in autunno, e integrarla se inadeguati (25.000 Ui al mese sono ideali).
Il secondo fattore di protezione poco considerato è il ferro: molte adolescenti e donne cefalalgiche sono anemiche (anemia sideropenica), specie se hanno cicli abbondanti, e questo peggiora depressione e dolore. È necessario integrare bene il ferro, meglio se è associato a vitamina C, vitamina B12 e lattoferrina, per ridurre emicrania, anemia, astenia e sintomi associati. E se la donna dice “sono sempre stata anemica”? Ci potrebbe essere un ridotto assorbimento intestinale di ferro a causa di celiachia, ipersensibilità al glutine e/o al lattosio. La modifica della dieta è in tal caso indispensabile per ridurre l’infiammazione della parete intestinale, che peggiora la cefalea perché inonda il cervello di molecole infiammatorie, e per ottimizzare l’assunzione del ferro, componente principe nella sintesi di dopamina e serotonina, neurotrasmettitori amici del buonumore e della salute. Terzo, merita integrare il magnesio, in chiave preventiva, perché riduce l’ipereccitabilità delle cellule nervose: ne è carente il 20 per cento delle donne italiane, e non è poco; 1200-1500 mg al giorno sono la dose raccomandata.
Quando tuttavia il cerchio alla testa non ne vuole sapere di passare è il caso di ricorrere ai farmaci sempre dietro suggerimento medico. La buona notizia è che le principali specialità contro la cefalea sono disponibili come farmaci equivalenti di grande efficacia, sicurezza e accessibilità.