Non tutta la nevrosi viene per nuocere. Questo sembra essere il risultato cui sono arrivati alcuni scienziati che, come spiegato sulla rivista scientifica Cell, dopo aver analizzato i livelli di attivazione cerebrale dei soggetti nevrotici, hanno concluso che a questo tipo di disturbo non corrispondono solo aspetti negativi, come l'ansia, o la depressione, ma anche altri positivi, come la creatività.
In passato si era già ipotizzato che le persone tendenti a provare emozioni negative fossero in realtà più sensibili nei confronti di situazioni considerate minacciose. Deduzioni queste ottenute in seguito ad osservazioni su come i farmaci ansiolitici riducessero la sensibilità delle cavie in relazione alle punizioni subite o aiutassero i pazienti psichiatrici a sentirsi più rilassati e felici.
In un altro studio, effettuato tramite risonanza magnetica, si mostrava come nelle persone con spiccata tendenza ad avere pensieri negativi si registrasse un'elevata attivazione cerebrale nella corteccia prefrontale, associata alla percezione del pericolo. Questi diversi livelli di attività delle aree del cervello che governano i pensieri, secondo Adam Perkins, autore della pubblicazione su Cell, potrebbero rappresentare una spiegazione della nevrosi. Inoltre, secondo ricerche effettuate dal professor Dean Mobbs, della Columbia University di New York, le persone nevrotiche, in situazioni di tensione, tendono a passare rapidamente da uno stato d'ansia ad uno di panico, passaggio questo controllato dalla parte del cervello che regola e gestisce le emozioni.
Unendo i vari studi, il professor Perkins ha dedotto che le persone nevrotiche riescono a vivere esperienze negative intense non corrispondenti al reale livello di stress al quale sono sottoposte, il che sarebbe legato ad una fervida immaginazione che li porta a spingere il piede sull'acceleratore finendo per trasformare l'ansia in panico. I nevrotici potrebbero quindi essere tali a causa della loro tendenza a rimuginare più a lungo sui problemi rispetto agli altri.