Asma e broncopneumopatia cronica (Bpco) sono in costante aumento, la prevalenza della prima è passata dal 3,6% del 2005 al 7,1% del 2013 e la Bpco dal 2% al 3,3%. «In Italia le malattie respiratorie, dopo quelle cardiovascolari e neoplastiche, sono la terza causa di morte e, anche inconsiderazione dell’invecchiamento della popolazione, sono destinate ad aumentare con costi diretti e indiretti sempre più elevati» spiega Walter Canonica, direttore della Clinica di allergologia e malattie dell’apparato respiratorio dell’Università di Genova.
Il primo “trattamento” consigliato per queste patologie polmonari croniche consiste in un cambiamento delle abitudini di vita: smettere di fumare - le sigarette sono la causa più frequente di Bpco - e aumentare l’esercizio fisico, ma ci sono anche cure efficaci, il guaio, come ricorda sempre Walter Canonica, è che «spesso le malattie respiratorie non sono trattate in modo adeguato e uno dei principali problemi sta nella scarsa aderenza alle terapie da parte dei pazienti». Un problema comune a tutte le patologie croniche.
Secondo i dati di una recente revisione della Cochrane Collaboration (ente di ricerca indipendente per la valutazione della ricerca scientifica) solo metà dei pazienti prende i farmaci in modo corretto e continuativo. E uno studio della Società Italiana di Medicina Generale conferma il dato: dopo il primo anno di cure, solo la metà dei pazienti con patologie croniche, e senza un immediato rischio per la salute, prende ancora con regolarità i farmaci prescritti. L’aderenza al trattamento farmacologico nel caso specifico dell’asma è nella media dell’11,2 % e del 27,9 % per la Bpco (Rapporto nazionale Osmed, Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali, 2014).
Percentuali così basse sono dovute, secondo gli esperti, sia a un possibile uso scorretto dei farmaci, sia al fatto che nelle fasi iniziali dell’asma – di fronte ad episodi esclusivamente acuti - è previsto il ricorso ai medicinali solo al momento dell’attacco. Che consigli dare a chi soffre di patologie croniche? Innanzitutto chiedere un trattamento farmacologico “personalizzato” basato su osservazioni costanti che tengano conto di peggioramenti ma anche di eventuali miglioramenti; se il timore è quello di effetti collaterali dei farmaci non sentirsi imbarazzati nel chiedere al medico di essere aiutati a “interpretare” i foglietti illustrativi e “auto-aiutarsi” con farmaci di più facile utilizzo, che possono semplificare la posologia “unificando” la somministrazione di principi attivi diversi e siano in grado di dosare l’esatta quantità di farmaco somministrato.