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Gli Stati poveri dell’Africa ottengono l’estensione all’accesso ai meno costosi farmaci equivalenti, permettendo così di curare molte più persone ogni anno.

Gli Stati poveri dell’Africa ottengono l’estensione all’accesso ai meno costosi farmaci generici”. Titolava così lo scorso 19 dicembre scorso il keniano East African e, a ruota, i principali portali del “Continente Nero”. Il trionfalismo era assai motivato per i paesi in via di sviluppo. In ballo al vertice dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) a Nairobi era la proroga delle concessioni per le importazioni di equivalenti oltre la scadenza prevista nel 2016, ed è stata ottenuta.

La decisione è compressa in quattro righe, senza clamori né comunicati stampa. Si fa riferimento al “Trips”, l’ Accordo sugli Aspetti Commerciali dei Diritti di Proprietà Intellettuale” siglato in Uruguay nel 1994 e alle successive deroghe in materia, l’ultima nel 2013. La proroga è stata ora estesa al vertice dell’anno prossimo ma di fatto, spiega correttamente la stampa locale, è a tempo indeterminato, finché non si opporranno almeno due terzi dei paesi membri dell’Organizzazione. Fino ad allora, si stabilisce, “ non saranno ammesse cause giudiziarie in ambito Trips”.

Il tema della “proprietà intellettuale” è esteso e complesso, con angolature e implicazioni ben diverse tra un settore e l’altro. Il farmaceutico è però quello commercialmente e umanamente più rilevante, specie per i paesi meno abbienti, dove, viene sottolineato, “ si vive con meno di un dollaro al giorno e si è al contempo molto più esposti a virus gravi, quali l’Hiv e la malaria, che nei paesi ricchi”.

E su questo l’interesse non era solo dei “paesi poveri” ma anche di quelli “emergenti”, a iniziare dall’India. Nel dopoguerra, dopo l’Indipendenza da Londra, introdusse norme per promuovere l’industria locale, che prevedevano criteri ben più lassisti rispetto ai 20 anni imposti dal Trips e ai 10 di solito riconosciuti ai farmaci “di marca”, con l’esito ultimo di portare la produzione nazionale al quarto posto nel mondo, con esiti formidabili sulla costruzione di un’assistenza sanitaria accessibile in patria quanto in Africa.

Tali norme sono state poi emendate per venire incontro alle esigenze dei trattati commerciali mondiali, ma hanno conservato dei paletti a tutela del generico. Alcuni governi africani si son detti “spaventati” circa la loro possibile rimozione, in India e in sede internazionale. Il pericolo, per ora, è stato scongiurato.

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