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Nel Vecchio Continente, culla del Welfare State, le “morti evitabili” superano la cifra di mezzo milione l’anno. La stima allarmante è di Eurostat, su elaborazione di dati nazionali, e non assolve il nostro paese, quello dell’un tempo celebrata “ miglior Sanità al mondo”.

Sono numeri da vera e propria strage. Nel Vecchio Continente, culla del Welfare State, le “morti evitabili” superano la cifra di mezzo milione l’anno. La stima allarmante è di Eurostat, su elaborazione di dati nazionali, e non assolve il nostro paese, quello dell’un tempo celebrata “ miglior Sanità al mondo”. I dati vanno letti con cautela, ma vanno letti.

Nel dettaglio, le morti che si sarebbero potute evitare sono state oltre 577mila nel 2013, ossia nel 33,7% dei casi. La percentuale è riferita all’1,7 milioni di europei deceduti sotto i 75 anni. Il concetto di “morte evitabile” si riferisce infatti a fasce d’età e ambiti patologici che consentirebbero la sopravvivenza in caso di “un’assistenza sanitaria tempestiva ed efficace”. E’ dunque solo una stima, che tuttavia viene da tempo riconosciuta in ambito scientifico, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In cima alle 86 cause di morte evitabile si confermano gli attacchi cardiaci, quasi un terzo dei casi, seguiti dagli ictus, con circa 94mila decessi, poi il cancro al colon (12%), quello al seno (9%) e, a seguire, patologie legate all’ipertensione e polmoniti.

Il dramma è anche nell’ampiezza delle differenze tra paesi. Se la mortalità evitabile è contenuta al 23,8% in Francia, arriva a sfiorare il 50% in Romania e Lettonia. Le sperequazioni regionali continuano a coinvolgere purtroppo anche il nostro paese, con vistosi scarti tra Nord e Sud, e lo stesso dato complessivo non è lusinghiero, siamo al 33%, solo alcuni decimi di punto al di sotto della media europea. Per giunta sono dati destinati ad aggravarsi, alla luce delle stime, da noi già segnalate, sulla recente diminuzione nella speranza di vita, che si aggiungono a quelle pregresse sul calo della “ speranza di vita sana”.

I vertici della Sanità naturalmente difendono i loro sforzi. “ L’approvazione dei nuovi Lea, un grande lavoro che abbiamo ultimato e che adeguano i livelli essenziali di assistenza fermi dal 2001 – spiega ad esempio Beatrice Lorenzin - fornirà uno strumento fondamentale per la riduzione della mortalità evitabile”. In ogni caso la ministra riconosce il dato, “migliorabile”, citando il caso dell’aumento delle patologie infettive, che “ riscontra la caduta delle coperture vaccinali, soprattutto nell’adulto e nell’anziano”. Più prevenzione, dunque, e, come si invoca in tutti i 28 paesi europei, basta tagli alla Sanità.

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