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Un quesito che a volte si pongono i bimbi, e a volte non solo loro: “Ma perché se i medici sanno curare si ammalano anch'essi”? La domanda per la verità non è del tutto sciocca.

Un quesito che a volte si pongono i bimbi, e a volte non solo loro: “Ma perché se i medici sanno curare si ammalano anch'essi”? La domanda per la verità non è del tutto sciocca. Si tratta di esseri umani, e come tali non sempre “razzolano” all'altezza di quel “predicano”, magari seguendo abitudini private (quali fumo, alcol) non in linea con le norme di prevenzione sanitaria. Di più, il quesito si fa serissimo quando la causa del loro male è nel loro stesso lavoro.

Un approfondimento su questo arriva da un centro di ricerca dell’Università del Texas, pubblicato sul Journal of the American College of Surgeons, tramite un articolato questionario che ha coinvolto 220 chirurgi. Il dato più eclatante è che il 90% di loro avverte sintomi di problemi muscolo-scheletrici.

Meno di un terzo li attribuisce per la verità alla loro occupazione, ma l’ampiezza del dato rappresenta un segnale che gli stessi operatori sanitari dovrebbero prendere più sul serio, anche in sede di diagnosi. Sulla cura, comunque, “fanno i medici, cioè sono in molti poi a curarsi, oltre il 65%, e un terzo di questi ricorre addirittura a un intervento chirurgico.

Eppure, potrebbero fare di più anche in sede di prevenzione. Esistono ad esempio dei “tappetini anti-stanchezza”, raccomandati dalle stesse autorità sanitarie americane, e due medici su tre ha ammesso di averne beneficiato, con riferimento soprattutto agli stimoli agli arti inferiori sollecitati dagli interventi.

Prevenzione” vuol dire però anche e soprattutto un’altra cosa, e cioè che gli operatori sanitari sono spesso costretti a turni massacranti. E questo non va bene, non solo per la loro salute, ma perfino per quella dei loro assistiti. Lo documentammo già su questa pagina, sulla base di un’estesa britannica sul lavoro degli infermieri. Riducendone il carico, ossia abbassando da 10 a 6 il numero medio dei pazienti per ogni operatore, portava a una riduzione del 20% della mortalità dei pazienti stessi. Lavorare troppo fa male, a tutti.

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