Sembra una sciocchezza, ma è uno dei problemi più urgenti della Sanità italiana e di quelle di tutto il mondo. Si chiama “aderenza terapeutica”, ed è quella variabile che, se viene a mancare, vanifica tutto, consulti, prescrizioni, acquisti – magari costosi – e soprattutto guarigioni. Per l’efficacia, e perfino per la sicurezza terapeutica, il farmaco va usato per bene, pena azzerarne i benefici e per giunta alimentarne gli effetti collaterali e quindi perfino i costi per i pazienti. Questo riguarda tutti, ma coinvolge in particolare gli anziani, per i quali l’autorità sanitaria americana ha appena aggiornato le proprie linee guida in materia.
“Per utilizzare i farmaci in sicurezza occorre prestare attenzione in ogni età della vita e in maniera particolare dal sesto decennio in poi”, il messaggio della “Food and Drug Administration”, l’ente regolatorio degli Stati Uniti, che aggiunge: “ Con l'invecchiamento aumentano le probabilità di un ricorso, ad esempio, alle medicine complementari che possono aumentare il rischio di interazioni con i farmaci e di insorgenza di effetti avversi. Analogamente, anche i cambiamenti fisici possono influenzare il modo in cui i farmaci vengono metabolizzati dall'organismo ”.
Tradotto dal linguaggio burocratico-scientifico, le quattro indicazioni fondamentali sono queste: primo assumere il farmaco se e solo se dietro ricetta medica, e poi proseguire senza interruzioni terapeutiche anticipate se non dopo aver consultato il medico stesso, guai a fidarsi del “fai-da-te” sulla scia di un miglioramento provvisorio; secondo, tenere una specie di “registro” dei medicinali assunti, incluse le eventuali modifiche all’uso, per comprendere le eventuali interazioni avverse sulla base dell’assunzione di altri medicinali, cibi o bevande.
Terzo: essere consapevoli e vigili su possibili interazioni farmacologiche avverse quando il farmaco è assunto in concomitanza di un altro, o di altre sostanze assunte, e questo lo si fa anche solo leggendo le indicazioni e controindicazioni del medicinale stesso. Quarto, è importante “revisionare” la terapia periodicamente col medico curante. “Almeno una volta all’anno”, scrivono i decisori americani, ed è un consiglio “minimo”, dinanzi a eventuali sviluppi, cattivi utilizzi, erronei dosaggi ed effetti collaterali.
Possono sembrare consigli scontati, ma i dati ufficiali documentano quanto il problema dell’aderenza e dell’appropriatezza terapeutica rappresenti una vera e propria emergenza per molte patologie. A volte si pensa che il problema della “pillola” sia solo quello dell’acquisto. Invece, spesso e a volte drammaticamente, il nodo è anzitutto nel suo cattivo utilizzo.