Che “l’elisir di lunga vita” sia anche, e anzitutto, a tavola è un concetto oramai abbastanza acclarato nell’opinione pubblica, oltre che tra gli addetti ai lavori, con menzioni speciali ampiamente riconosciute alla dieta mediterranea. C’è però chi si spinge oltre, sottolineando non solo i benefici di una dieta equilibrata e di qualche sacrificio, ma suggerendo addirittura di rendere perenni i sacrifici stessi.
L’ultimo segnale in tal senso arriva dalla rivista Nature, tramite una ricerca dell’Università del Maryland condotta su un gruppo di macachi. L’esito ultimo è presto detto: la restrizione calorica farebbe vivere i primati mediamente tre anni in più rispetto al normale (circa 26 anni), il che equivarrebbe a una decina di anni di vita in più per gli esseri umani.
L’indagine è iniziata negli anni ’80 ed è ancora in corso, ma l’evidenza ha indotto gli studiosi a rivelarne già gli esiti, seppur parziali, che tra l’altro contengono dati ancor più vistosi per le scimmie femmine che, con una dieta ipocalorica, vedrebbero estendere la propria longevità di ben sei anni, in alcuni casi superando addirittura la soglia dei 40. Sono dati accreditati anche da un esperto italiano di rilievo, Luigi Fontana, dell’Università di Brescia, che ha annotato tra le variabili decisive di tale scarto “tassi inferiori di malattie cardiache e tumorali”. Il “segreto” è dunque anzitutto in un fatto noto, ossia nell’importanza di una moderazione alimentare per la prevenzione di tali patologie.
Non mancano per la verità le obiezioni. Anzitutto, le “proiezioni” di tali indagini sull’essere umano sono essenzialmente esercizi matematici, senza ancora un’adeguata controprova medica. Insomma, il “passaggio” non è automatico, e alcuni ricercatori si dicono anzi delusi da tali esiti, notando che analoghe ricerche sui topolini avevano rivelato scarti ben più vistosi, con una longevità allungata fino al 50%.
E non mancano comunque gli appelli alla riflessione e ad evitare eccessi e controindicazioni. Arrivano addirittura dalla Calorie Restriction Society, pasdaran della prassi del “sacrificio”: il nostro corpo – ricordano - ha comunque bisogno di un adeguato nutrimento e perfino di un pur moderato contenuto di grassi. Ci serve per la forza, per l’umore e perfino per la libido, tutte variabili utili alla prevenzione sanitaria. “Restringere” ed eliminare le abbuffate può essere una scelta preziosa, ma solo se fatta bene, senza percorsi “fai da te” (ovvero privi di una consulenza professionale), e senza rinunciare all’altrettanto prezioso concetto di base: la tavola è e deve restare un piacere.