“L’economia italiana in difficoltà ha la popolazione più sana al mondo”: l’agenzia statunitense Bloomberg, specializzata sui temi economici, ha titolato così l’esito di una sua classifica globale sulla salute dalla quale emerge che a trionfare è proprio il nostro Paese, ancora alla faticosa ricerca dell’uscita dalla più grave crisi del dopoguerra.
La stessa Bloomberg aveva del resto già promosso il nostro Servizio sanitario ai primi posti nella classifica dell’”efficienza”, incrociando i dati sull’aspettativa di vita con quelli relativi ai livelli di spesa, sottolineando l’ampiezza della copertura sanitaria ma anche la scarsità dei fondi dedicati al settore rispetto ad altri Paesi avanzati.
In questo caso, oltre a collocarci al vertice assoluto, l’indagine si restringe al dato secco su come realmente stiamo, valutando la longevità e l’incidenza di varie patologie. Dietro di noi, Islanda, Svizzera, Singapore, molto più indietro americani e inglesi. Paesi e popolazioni, cioè, con una situazione economica più favorevole ma con più alti livelli di colesterolo e pressione sanguigna, e anche molto più colpiti da disturbi psichiatrici.
Il segreto? “Anzitutto la dieta mediterranea”, afferma Bloomberg, citando la ricchezza di prodotti freschi, verdura, frutta, pesce, “grassi sani” come l’olio extravergine di oliva. Poi l’ampia presenza di medici: perfino “troppi”, argomenta l’analisi. E a rallegrarsi è anche Beatrice Lorenzin. “I segreti della longevità italiana sono la dieta, gli stili di vita, all’aria aperta, un Servizio Sanitario pubblico e universalistico”, rivendica il ministro della Salute, parlando di “obiettivi da consolidare e non dare per scontati”.
Oltre a non essere scontati, alcuni dissentono che siano stati davvero raggiunti. Sulle “classifiche della Felicità” - celebrata il 20 marzo in sede Onu - che tengono conto di variabili sanitario-depressive, l’Italia resta indietro, anche in ambito europeo. Lo stesso emerge dall’“Euro Health Consumer Index”, che valuta i livelli di soddisfazione dei cittadini sull'assistenza sanitaria, in Italia piuttosto basso. Dati che, incrociati, confermano un Paese in difficoltà e non certo pago delle tutele esistenti ma che nel complesso resiste e mantiene un buono stato di salute.