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È l'incubo di molte mamme e di molti papà. Il virus respiratorio sinciziale (RSV), infatti, è uno dei più comuni e subdoli nemici dei bambini molto piccoli. Tutti i neonati sono infatti a rischio di essere colpiti da questo virus e di sviluppare di conseguenza una polmonite, che può richiedere il ricovero in ospedale. Ma presto potrebbe arrivare una soluzione: il primo anticorpo monoclonale in grado di ridurre del 74,5 per cento le infezioni del tratto respiratorio inferiore causate da RSV. Si tratta di nirsevimab, la cui efficacia a lunga durata è stata dimostrata in uno studio di fase 3 pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Nei bambini più grandi e negli adulti, l’RSV può scatenare raffreddori e tosse, ma può causare bronchiolite nei bambini piccoli. L’RSV provoca sintomi simili al coronavirus ed è una delle principali cause di ricovero tra i bambini nel Regno Unito, ma anche in Italia. I bambini rimangono infettivi per un massimo di tre settimane, anche dopo la scomparsa dei sintomi. Non esiste attualmente alcun vaccino per la condizione per la popolazione generale, nonostante decenni di ricerca. Il nuovo anticorpo monoclonale è stato progettato per proteggere tutti i neonati per l’intera stagione di RSV con una singola dose. Lo studio ha coinvolto i neonati sani, nati a termine e nati pretermine tardivi , che entravano nella loro prima stagione di RSV.

Nirsevimab ha raggiunto il suo obiettivo primario, riducendo in modo molto consistente l'incidenza, rispetto al placebo, dell’assistenza medica necessaria per le infezioni del tratto respiratorio inferiore causate da RSV, come bronchiolite e polmonite. “In questa ultima stagione sappiamo che l'RSV ha visto una ricomparsa a seguito dell'allentamento delle misure di salute pubblica da COVID-19”, dichiara William Muller, professore della Northwestern University Feinberg School of Medicine. “Questo dimostra quanto sia necessario un ampio approccio di immunizzazione - continua lo scienziato - per contribuire a mitigare il sostanziale onere globale che l'RSV impone ai neonati, alle loro famiglie e ai servizi sanitari. Questi dati entusiasmanti mostrano che nirsevimab ha il potenziale per offrire una protezione da RSV a tutti i neonati, il che sarebbe un cambiamento paradigmatico nell'approccio a questa malattia”. La presentazione dei dossier registrativi è prevista per la prima metà del 2022.

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