L’acido ellagico, un polifenolo naturale presente nella frutta e nella verdura come noci, frutti di bosco, lamponi, uva, melagrana, pistacchi e anacardi, è capace di inibire la formazione di biofilm, una “protezione” che permette ai microorganismi, inclusi quelli patogeni, di sopravvivere in situazioni non ottimali. A scoprirlo è uno studio finanziato dal progetto GSA-IDEA (Progetto Grandi Sfide di Ateneo), che ha coinvolto un team di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con ricercatori svizzeri afferenti all'Institute for Research in Biomedicine, Università della Svizzera Italiana (Bellinzona). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Pharmaceutics.
“Il biofilm - spiegano i ricercatori - è uno stato fisiologico dove comunità microbiche pluricellulari sono incorporate in una matrice polimerica extracellulare che permette ai microorganismi, inclusi quelli patogeni, di tollerare condizioni stressanti legate per esempio alla scarsità di nutrienti, a fenomeni ossidativi, alle difese dell'ospite o alla presenza di antimicrobici come gli antibiotici. Proprio per questa loro resilienza, i biofilm patogeni sono un fattore importante della persistenza di infezioni sia fungine, come la candidosi, che batteriche, come la febbre tifoide e la diarrea emorragica”. La letteratura non chiarisce il meccanismo attraverso il quale l’acido ellagico agisce come agente antibiofilm.
“Abbiamo dimostrato che l'attività microbiologica del polifenolo dipende dalla sua interazione con WrbA, una proteina enzimatica coinvolta nella formazione del biofilm batterico”, evidenziano i ricercatori. “Dallo studio è emerso che l'acido ellagico altera l'omeostasi redox mediata da WrbA, attraverso l'inibizione della sua funzione enzimatica”, aggiungono. Queste evidenze forniscono una solida base per future ricerche con l’obiettivo di una mitigazione della proliferazione di batteri resistenti agli antibiotici.