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Molti farmaci per il trattamento di infezioni comuni nei bambini e nei neonati non sono più efficaci in gran parte del mondo. Sono queste le conclusioni allarmanti di uno studio dell'Università di Sidney, pubblicato sulla rivista The Lancet Regional Health Southeast Asia, secondo il quale molti antibiotici raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno un’efficacia inferiore al 50% nel trattamento delle infezioni infantili come polmonite, sepsi e meningite. Per questo, secondo i ricercatori, anche le linee guida globali sull’uso degli antibiotici dovrebbero essere aggiornate.

Le regioni più colpite dall’antibiotico-resistenza sono quelle del Sud-Est asiatico e del Pacifico, dove ogni anno si verificano migliaia di morti infantili evitabili. L’OMS ha dichiarato che la resistenza antimicrobica è una delle dieci principali minacce globali per la salute pubblica. Si stima che ogni anno nel mondo si verifichino tre milioni di casi di sepsi nei neonati, con fino a 570.000 decessi: molti di questi sono dovuti alla mancanza di antibiotici efficaci per trattare i batteri resistenti. Il nuovo studio ha analizzato 6.648 ceppi batterici isolati, provenienti da 11 Paesi in 86 pubblicazioni. “Sono in aumento i casi di infezioni batteriche multiresistenti nei bambini di tutto il mondo”, sottolinea Phoebe Williams, della School of Public Health e del Sydney Infectious Diseases Institute dell’Università di Sydney.

“La resistenza antimicrobica è più problematica per i bambini che per gli adulti, poiché è meno probabile che i nuovi antibiotici vengano sperimentati e resi disponibili per i bambini – conclude Williams, secondo la quale la ricerca dovrebbe fungere da campanello d’allarme per tutto il mondo -. La resistenza agli antibiotici sta aumentando più rapidamente di quanto ci rendiamo conto e abbiamo urgentemente bisogno di nuove soluzioni per fermare le infezioni invasive multiresistenti ai farmaci, così da evitare l’inutile morte di migliaia di bambini ogni anno”.

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