Sarà perché è una fase delicata di transizione verso la vita adulta vera o perché si iniziano a concretizzare dubbi e paure sul futuro, a 19 anni d’età si diventa più fragili e vulnerabili nel mondo dei social media. Proprio come quando si è adolescenti con la differenza che, da 19enni, l’impatto negativo colpisce tanto le donne quanto gli uomini. A fare luce sulla complessità dell’influenza dei social e del web in generale sulla vita e sulla salute mentale degli utenti è una nuova review condotta da un gruppo di ricercatori internazionali. I risultati, pubblicati sulla rivista World Psychiatry sono stati discussi a Verona in occasione del congresso nazionale della Società Italiana di Psichiatria (SIP).
“La connettività alla rete Internet - spiega la presidente SIP, Liliana Dell’Osso - è diventata onnipresente ma, paradossalmente, ‘invisibile’, tanto che studiosi e ricercatori da anni tentano di valutarne i correlati sulla capacità di attenzione, i processi di memoria e la cognizione sociale, senza risultati univoci. In particolare, sui giovanissimi, che, secondo una recentissima survey del 2023 condotta tra 1.453 individui, nel 50% dei casi si descrivono come ‘sempre online’. Peraltro, in un nostro studio condotto all’università di Pisa, sta emergendo anche che l’uso patologico di videogames, che questa generazione spesso gioca online, si associa a una maggior tendenza al ritiro sociale e comportamenti simili-hikikomori”.
Aldilà dei pericoli connessi al cyberbullismo, ai giochi on-line, alla pedopornografia, la letteratura scientifica sull’impatto dei social è piuttosto contraddittoria - spiegano gli esperti -. Alcuni studi ne demonizzano l’uso e il rischio manipolativo, altri invece ne sottolineano il potenziale anti-stigma. Uno studio preso in considerazione nella nuova review, pubblicato su Nature Communications, mostra che le ragazze risentono maggiormente dell’uso eccessivo dei social nella prima adolescenza, tra gli 11 e i 13 anni, mentre i ragazzi tra i 14 e i 15 anni. Entrambi i gruppi, invece, mostrano una sensibilità particolare al termine dell’adolescenza, verso appunto i 19 anni.