La carenza complessiva di oltre 5.000 professionisti medici colpisce anche l’oncologia, mettendo a rischio la tenuta delle reti multidisciplinari. Questo mentre le proiezioni internazionali indicano una crescita esponenziale della domanda di trattamenti e di personale medico e infermieristico entro il 2040. Secondo l’ultimo rapporto OECD “Country Cancer Profile 2025, nel nostro Paese si contano circa 5 oncologi ogni 100mila abitanti, una densità tra le più basse d’Europa. Pur registrando una crescita media annua del 7%, il numero di specialisti rimane insufficiente . A proporre un piano di intervento su formazione, attrattività delle carriere e valorizzazione del lavoro di squadra sono gli oncologi ospedalieri del Cipomo.
Secondo Cipomo, se la carenza medica potrebbe risolversi nei prossimi 3-5 anni, la scarsità infermieristica resterebbe una priorità: servirebbero almeno 175 mila infermieri in più per allinearsi agli standard europei. La sostenibilità della rete oncologica a fronte della carenza personale è anche un tema globale, come confermato dai dati pubblicati sul Lancet Oncology e sul JCO Oncology Practice: “Il fabbisogno di trattamenti oncologici a livello mondiale è destinato a crescere di oltre il 50% nei prossimi 15 anni - spiega il segretario nazionale Cipomo, Giuseppe Aprile -. “Questo comporterà non solo una maggiore pressione sui sistemi sanitari, ma anche una ridefinizione del ruolo degli specialisti”.
Per Cipomo le priorità di intervento riguardano tre direttrici principali: potenziare i percorsi formativi in oncologia medica e infermieristica nei teaching hospitals, in collaborazione con le università e le istituzioni sanitarie; rendere più attrattiva la professione, anche attraverso percorsi di carriera chiari e riconoscimenti economici adeguati; e favorire modelli organizzativi che rafforzino il lavoro di squadra e la reale integrazione multidisciplinare.




