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Una sostanziosa rivoluzione è iniziata. Ed è salutare, anche nel senso che riguarda proprio la sanità, con prospettive eccellenti per il sistema nel suo complesso non meno che per i singoli.

Una sostanziosa rivoluzione è iniziata. Ed è salutare, anche nel senso che riguarda proprio la sanità, con prospettive eccellenti per il sistema nel suo complesso non meno che per i singoli. Un’indagine dell’Osservatorio dell’Innovazione Digitale in Sanità del Policlinico di Milano fa il punto, riscontrando sviluppi promettenti ma, al contempo, cautele altrettanto sensate da parte dei pazienti.

Dalla ricerca emerge una netta crescita nell’offerta quanto nella domanda dei servizi sanitari digitali, specie nella fascia d’età tra i 35 e i 54 anni, quando inizia ad aumentare la loro necessità e, al contempo, si è generalmente “alfabetizzati” all’uso della rete.

In cima, anzitutto l’informazione. La salute è tra i temi più popolari sul web: addirittura un terzo degli italiani vi ricorre per cercare di saperne di più e un quarto per identificare farmaci e terapie. Siti di consulti medici come medicitalia.it sono frequentati oramai abitualmente da milioni di persone. Proliferano anche le app, specie per il monitoraggio dei battiti cardiaci, calorie, passi e allenamenti. “C’è una maggiore maturità nell’andare a informarsi e anche ad auto-monitorarsi”, spiega Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio, ed è una consapevolezza e capacità di auto-informarsi che ha anche benefici terapeutici, inclusa l’aderenza.

Non ultimi, i risvolti sono inoltre amministrativi. La ricetta elettronica e il foglio illustrativo sono ancora in fase di avvio. Raddoppia rispetto all’anno scorso, dal 16 al 32%, la percentuale degli italiani che “hanno sentito parlare del fascicolo sanitario elettronico”, che permette il controllo della propria storia sanitaria e insieme l’accesso a servizi on-line quali la prenotazione di visite, il pagamento dei ticket, il cambio del medico di famiglia, la consegna dei referti. Per la verità, tale proporzione si riduce al 5% se si conteggiano quelli che ne usufruiscono realmente, il che chiama in causa anche le regioni che non l’hanno attivato.

Resta invece minima la percentuale che sceglie di affidarsi alle nuove tecnologie anziché consultarsi col medico, ed è anche questo un dato incoraggiante. Esse possono favorire il consulto, ma non sostituirlo. “Un po’ di sano scetticismo e senso critico non guasta”, commenta lo stesso Policlinico. Di più, in materia di prescrizioni, è salvifico.

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