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Dagli Stati Uniti arrivano nuovi dati preoccupanti sul mercato illegale, corroborati da analisi che puntano il dito non solo sulla criminalità organizzata, ma anche sul nodo dei costi dei farmaci leciti, specie quelli di marca di ultima generazione.

Abbiamo già suonato di recente “l’allarme tarocco” sui farmaci, sottolineando anche i risvolti penali, oltre agli alti rischi sanitari, derivanti essenzialmente dall’acquisto sul web. E abbiamo al contempo notato come gli italiani, pur frequentando sempre più massicciamente (e giustamente) la rete per informarsi sulla salute, mantengano per fortuna una sana cautela quando si tratta di acquistare on-line. Dagli Stati Uniti arrivano peraltro nuovi dati preoccupanti sul mercato illegale, corroborati da analisi che puntano il dito non solo sulla criminalità organizzata, ma anche sul nodo dei costi dei farmaci leciti, specie quelli di marca di ultima generazione.

Un medicinale su dieci è contraffatto”, denuncia la Food and Drugs Administration (Fda), l’agenzia americana del farmaco. Se il “grande affare” del business illegale è stato fin qui primariamente quello degli integratori e delle pillole di stimolazione sessuale, ora sta coinvolgendo anche i medicinali essenziali. E ad alimentare il fenomeno, si nota, sono anche i prezzi insostenibili di parte del mercato legale di marca. I nuovi anti-tumorali che agiscono sul sistema immunitario, ad esempio, sono già venduti negli Stati Uniti alla cifra di oltre 100mila dollari per ciclo terapeutico.

Seppur in tono minore, il problema, con tutte le sue determinanti, riguarda anche il nostro paese. Secondo l’Aifa gli italiani che acquistano farmaci on-line sono oramai almeno due milioni, mentre oltre il 99% delle farmacie in rete è illegale, e un medicinale su due è falso. “ E’ un business facile perché basta piazzare una nuova scatola, visto che i prodotti di nuova generazione arrivano a costare 200mila euro”, avverte Domenico Di Giorgio, direttore dell’Ufficio contraffazione dell’Agenzia.

Il nodo non sta solo nel “falso” in senso stretto. Sta anche in quei medicinali che sono “legali” nei paesi che li producono, come Cina o India, ma la cui importazione (possibile su internet ma appunto illecita) non lo è, perché confezionati con regole assai meno ferree di quelle europee, tanto da rivelare spesso impurità, contaminazioni o inadeguatezze nei principi attivi.

Fondamentale dunque, di nuovo, uscire dal web ed effettuare l’acquisto in farmacia, dove il tarocco non può entrare. La lotta a quel mercato da 200 miliardi di dollari l’anno può esser vinta proprio lì, nella farmacia stessa. Andandoci. E scegliendo i medicinali equivalenti che, a identica qualità, sicurezza ed efficacia, costano molto meno rispetto ai prodotti “di marca”. Nel “salvadanaio della salute” aggiornato mensilmente da Assogenerici ci sono le cifre da capogiro del risparmio potenziale per i cittadini. Il nemico numero uno del tarocco, a quanto emerge, sono proprio i farmaci generici.

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