Il consumo regolare di uova non aumenta i livelli di colesterolo. A sfatare questo vecchio falso mito è lo studio Prosperity, condotto dal Duke Clinical Research Institute di Durham (North Carolina) su 140 pazienti con malattie cardiovascolari o a rischio cardiovascolare elevato. I risultati verranno presentati ad Atlanta, il prossimo 6 aprile, in occasione del congresso dell’American College of Cardiology. L’obiettivo dei ricercatori era di valutare gli effetti del consumo di 12 o più uova a settimana rispetto a una dieta senza uova – o che prevede un consumo inferiore di due uova a settimana – sui livelli di colesterolo buono e cattivo, così come su altri indicatori chiave della salute cardiovascolare.
Le persone che soffrono di diabete di tipo 2 hanno una maggiore probabilità di sviluppare la malattia di Alzheimer. Lo rivela una nuova ricerca, condotta sui topi, presentata da Narendra Kumar, professore associato presso la Texas A&M University di College Station, al Discover BMB, la conferenza annuale della Società americana di biochimica e biologia molecolare. Lo studio si aggiunge a precedenti indagini sul legame tra il diabete di tipo 2 e la malattia di Alzheimer, che alcuni scienziati hanno definito “diabete di tipo 3”. I risultati suggeriscono che dovrebbe essere possibile ridurre il rischio di Alzheimer mantenendo il diabete ben controllato e adottando uno stile di vita che ne impedisca l’insorgenza.
Gli esseri umani trasmettono più virus agli animali domestici e selvatici di quanti ne prendano da loro. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori dell’University College London (UCL) e pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution. Per la ricerca, il team ha analizzato tutte le sequenze di genoma virale pubblicamente disponibili, per ricostruire dove i virus sono passati da un ospite a un altro, infettando un’altra specie di vertebrati. La maggior parte delle malattie infettive emergenti e riemergenti sono causate da virus che circolano negli animali. Quando questi virus passano dagli animali all’uomo, un processo noto come zoonosi, possono causare epidemie e pandemie come l’Ebola, l’influenza o il Sars-Cov.-2.
Ogni anno sono circa 200mila gli italiani che vanno all'estero per ricostruzioni protesiche fisse e mobili, impianti e cure articolate, allettati dalle pubblicità sui social e dai costi contenuti. Albania, Croazia, Romania, Turchia sono tra le mete più scelte. Un trend in aumento, stando ai dati del report Osservatorio Compass sul turismo odontoiatrico, secondo cui il 36% degli italiani sarebbe disposto ad andare oltre confine per protesi, impianti e terapie parodontali, ma purtroppo in 1 caso su 3 al rientro compaiono problemi che rendono necessario un nuovo intervento, vanificando il risparmio e le cure. Lo hanno segnalato gli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) durante il 23esimo congresso che si è tenuto di recente a Rimini.
Per la prima volta è stato creato in laboratorio un organoide di osso, ovvero una riproduzione tridimensionale del tessuto cartilagineo e osseo umano, utilizzando cellule staminali scheletriche di pazienti con la sindrome di Hurler. L’obiettivo è studiare i meccanismi e sperimentare trattamenti più efficaci per questa malattia genetica rara pediatrica che colpisce in Europa un bambino su 100.000. È stato possibile grazie a una ricerca portata avanti dalla Fondazione Tettamanti di Monza e dall’Università la Sapienza di Roma, pubblicata sulla rivista JCI Insight.
L'Enea ha messo a punto una biostampante a basso costo, denominata BioVERVE, in grado di "riprodurre" modelli in 3D di tumori, con l’obiettivo di affinare la ricerca di nuove terapie oncologiche. È stata realizzata in collaborazione con l’azienda toscana Kentstrapper Srl, grazie a un finanziamento POC, e le sue prestazioni sono paragonabili a quelle di una biostampante professionale, permettendo di ottenere strutture cellulari tridimensionali con precisione e rapidità di stampa. La tecnologia è stata descritta sulla rivista Applied Sciences.
Un neo sospetto non va mai ignorato o trascurato per troppo tempo. Il rischio è di scoprire un la presenza di un melanoma quando è in stadio avanzato. Uno studio internazionale, a cui hanno preso parte per l’Italia i ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli, ha rivelato che, tra il 2020 e il 2021, cioè nel periodo delle restrizioni per la pandemia Covid, i controlli "saltati", i ritardi diagnostici e di cura hanno causato la perdita di ben 111.464 anni di vita in 31 paesi in Europa, con un costo complessivo pari a 7,1 miliardi di euro. Lo studio, pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, mostra che nello stesso periodo solo in Italia sono andati persi 15mila anni di vita.
La lotta al cancro del colon retto comincia dallo screening, che punta a intercettare le lesioni precancerose rappresentate dai polipi del grosso intestino o dai tumori in una fase precoce di malattia. Secondo i medici dell’Associazione Italia Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri, una significativa percentuale di guarigione con sopravvivenza fino al 90% dei casi, è spesso frutto di una diagnosi precoce del problema. Tuttavia, solo il 34,1% della popolazione tra i 50-74 anni invitata a sottoporsi alla ricerca del sangue occulto nelle feci, ha aderito all’ultima campagna di prevenzione.
Attraverso un prelievo del sangue è possibile determinare la presenza di particolari anticorpi, anticorpi anti-CysR, in grado di predire anzitempo la prognosi della persona affetta da nefropatia membranosa e la sua risposta alle terapie. Si tratta di una forma rara di malattia renale, detta anche glomerulonefrite membranosa, che compromette la funzione del rene fino a rendere necessaria la dialisi o il trapianto. A scoprire un nuovo potenziale biomarcatore della malattia è uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Mario Negri e pubblicato sull’American Journal of Kidney Disease.
Anche ai minimi livelli, purché si faccia. L'attività fisica, infatti, fa sempre bene anche quando al di sotto dei livelli raccomandati dalle linee guida internazionali. L'importante è non essere sedentari al 100 per 100. Secondo una revisione sistematica e metanalisi condotta dai neurologi del Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche dell’Università degli Studi dell’Aquila, l'esercizio fisico è in grado di ridurre il rischio ictus. I risultati dello studio sono sttai pubblicati sulla rivista Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry.
Più si è istruiti e più lentamente si invecchia. A scoprire questo legame è uno studio della Mailman School of Public Health e del Robert N. Butler Columbia Aging Center della Columbia University, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista JAMA Network Open. I ricercatori si sono basati sui dati del Framingham Heart Study, uno studio osservazionale in corso iniziato nel 1948 e che attualmente copre tre generazioni. L’analisi della Columbia è la prima a collegare il livello di istruzione scolastica con il ritmo dell’invecchiamento biologico e della mortalità.
Nel nostro paese ci sono 4 milioni di persone che soffrono di acufene, un disturbo che si manifesta con la percezione di suoni e rumori che in realtà non esistono. Non c’è una cura definitiva per questa patologia che può avere un impatto devastante sulla qualità della vita. C'è però una nuova notizia: è in arrivo una nuova terapia in grado di migliorare la vita delle “vittime” dei rumori “fantasma”. Si tratta di Acufree ed è la prima “terapia multimodale sincrona” per gli acufeni, in quanto usa tre elementi attivi in contemporanea.
Anche per il paziente con problemi di linguaggio il caregiver è un pilastro fondamentale. Dei 3 milioni in Italia che assistono molti pazienti, circa un terzo si occupa proprio di supportare coloro che seguono cure logopediche. A riconoscerne il ruolo cruciale è la Federazione dei Logopedisti Italiani (FLI), secondo cui i caregiver possono contribuire alla prevenzione e rieducazione dei disturbi della comunicazione e della deglutizione e sono anche un “ponte comunicazionale” anche nell’interazione con persone con demenze e afasia, potendo agire tramite l’utilizzo di approcci codificati come il Communication Partner Training o la Comunicazione Aumentativa Alternativa, condividendo azioni e strategie con familiari, amici e altri professionisti.
Terapie personalizzate costruite “su misura”" dei piccoli pazienti con neuroblastoma, il tumore più comune in età pediatrica. È questo l’obiettivo di PREME, il primo protocollo prospettico multicentrico italiano di medicina di precisione focalizzato su questa forma di cancro. Guidato e finanziato dall’Istituto Giannina Gaslini di Genova, vanta la collaborazione di altri rinomati istituti di ricerca. Il progetto, co-finanziato dalla Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma e dall’associazione OPEN (Oncologia Pediatrica e Neuroblastoma), è nato nel 2019 e dal 2022 è diventato un vero protocollo clinico.
Uno studio internazionale ha svelato, per la prima volta, il meccanismo di sopravvivenza e progressione del tumore al pancreas in assenza di nutrienti. Il lavoro ha coinvolto diversi centri italiani, tra cui l'Università Sapienza di Roma, e i risultati, pubblicati sulla rivista Nature Signal Transduction and Targeted Therapy, aprono la strada a nuovi approcci terapeutici. Da un punto di vista biologico, le cellule tumorali sono continuamente sottoposte a stress: il loro microambiente infatti è povero di ossigeno e soprattutto povero di nutrienti. Questo è particolarmente vero per il tumore del pancreas, una delle forme di cancro più temibili, spesso resistente ai trattamenti. Come questo tumore sia in grado di mantenere un alto tasso di proliferazione in carenza di nutrienti è ancora ignoto.
Sarebbero circa 238mila i decessi per inquinamento atmosferico che potrebbero essere evitati ogni anno se i paesi dell’Unione Europa rispettassero effettivamente le linee guida sulla qualità dell'aria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). E più di 400.000 vite potrebbero essere salvate se si riuscisse a eliminare completamente l’inquinamento atmosferico da particelle. Questo è quanto emerge da un’analisi condotta dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, diffusa a pochi giorni di distanza dall’approvazione del Consiglio dell’UE di una nuova direttiva mirata alla riduzione dell’inquinamento atmosferico entro il 2030.
Un innovativo nanovettore, un nanogel, è in grado di somministrare farmaci antinfiammatori in modo mirato nelle cellule gliali coinvolte attivamente nell’evoluzione della lesione al midollo spinale, una condizione che porta a paraplegia o tetraplegia. A svilupparlo uno studio pubblicato sulla rivista Advanced Materials, condotto dai ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, in collaborazione con il Politecnico di Milano.
Effettuato al Centro Cardiologico Monzino il primo intervento in Italia di sostituzione via catetere della valvola tricuspide: senza aprire il torace e senza fermare il cuore. È una notizia straordinaria per i pazienti con insufficienza tricuspidale che, pur avendo una malattia invalidante e ad alto rischio di mortalità, fino a ieri non ricevevano cure adeguate o addirittura non venivano trattati del tutto, motivo per cui la tricuspide è chiamata anche “valvola dimenticata”.
I programmi di gestione del diabete, non solo offrono un maggior controllo glicemico nelle persone con diabete di tipo 2, ma hanno anche un effetto protettivo in termini di riduzione del rischio di sviluppare demenza. A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Jama Network Open e condotto su un periodo di 8 anni a Hong Kong, e che ha coinvolto 55.618 partecipanti.
Le persone a rischio diabete potrebbero prevenire la malattia seguendo una strategia semplice: consumare un cucchiaino di cannella due volte al giorno. A suggerirlo è uno studio dell’Università della California, Los Angeles, i cui risultati sono stati pubblicati sull’American Journal of Clinical Nutrition. L'approccio suggerito dagli scienziati punta a evitare che le persone con pre-diabete di sviluppare il diabete di tipo 2, contenendo in questo modo quella che è stata definita una vera e propria epidemia. L’aumento dei casi di diabete di tipo 2 potrebbe essere dovuto in gran parte alle abitudini alimentari che prevedono un’alimentazione ricca di zuccheri e di alimenti raffinati.