Le iniezioni spinali sarebbero poco efficaci nel controllare e alleviare il dolore legato al mal di schiena cronico. Inoltre non sarebbero privi di rischi. Per questi e per altri fattori sono altamente sconsigliate. È questo il parere di un gruppo di esperti internazionali, riportato sul British Medical Journal, i quali sostengono che le iniezioni epidurali di steroidi e i blocchi nervosi non dovrebbero essere somministrati ad adulti che convivono con il mal di schiena cronico, da almeno 3 mesi, che non è associato a cancro, infezione o artrite infiammatoria.
Nuovi studi sembrerebbero dimostrare che gli atleti di tutte le età affetti da determinate anomalie o patologie cardiache possono praticare in sicurezza sport competitivi, contrariamente a quanto affermano le precedenti raccomandazioni. A stabilirlo è una dichiarazione congiunta dell’American Heart Association e dell’American College of Cardiology, pubblicata sulla rivista Circulation, che fornisce a clinici, specialisti e operatori sanitari nuove indicazioni per valutare il rischio di una persona con alcuni tipi di patologia cardiovascolare nell’affrontare sport competitivi.
I deodoranti per ambienti, le cere da sciogliere, i detergenti per pavimenti e altri tipi di profumatori possono rendere più inquinata l’aria di casa di quella all’esterno. È quanto emerge da tre studi guidati dalla Purdue University e pubblicati rispettivamente su Environmental Science & Technology Letters, Building and Environment e ACS ES&T Air. I ricercatori hanno scoperto che questi prodotti rischiano di saturare l’ambiente domestico di particelle nanometriche sufficientemente piccole da penetrare in profondità nei polmoni.
Tra le centinaia di diverse specie di batteri presenti nell’intestino, l’Intestinimonas butyriciproducens svolge un ruolo chiave nel migliorare la salute metabolica. Secondo uno studio internazionale a cui ha partecipato l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Cnr di Portici, in provincia di Napoli (Cnr-Ispaam), questo batterio – già noto per la sua capacità di produrre acido butirrico, un acido grasso a catena corta con importanti benefici per la salute intestinale – è in grado di trasformare in butirrato anche un composto alimentare specifico ampiamente presente nella dieta umana, la Nε-fruttosil-lisina.
Dai farmaci agli alimenti, fino ai prodotti chimici: sono alcune delle principali cause dei 500mila casi di avvelenamento e intossicazione che si verificano ogni anno in Italia. I farmaci sono responsabili di circa il 50% dei casi, seguiti dai prodotti per uso domestico, come sostanze caustiche e corrosive (candeggina, acido muriatico, disgorganti per lavelli), che incidono per il 29-30%. Sono i dati emersi in occasione del 22esimo congresso nazionale della Società Italiana di Tossicologia (SITOX), a Bologna, che ha acceso i riflettori sulle sfide e le prospettive future dei Centri Antiveleno.
Messo a punto un “gut-on-chip”, un modello miniaturizzato dell’intestino umano su un dispositivo delle dimensioni di un chip, in grado di riprodurre le caratteristiche principali dell’infiammazione intestinale e predire la risposta di pazienti con melanoma al trattamento con immunoterapia. Ad annunciarlo è stato un gruppo di ricercatori dell‘Istituto Europeo di Oncologia e del Politecnico di Milano, coordinati da Luigi Nezi, Group Leader del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia e Marco Rasponi, professore ordinario del Dipartimento di Elettronica, Informatica and Bioingegneria del Politecnico Milano. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature biomedical Engineering.
Dal sangue fresco o crioconservato del cordone ombelicale si possono ricavare le cellule necessarie per realizzare le CARCIK, i linfociti T geneticamente modificati in laboratorio per renderli capaci di aggredire le cellule di alcune forme di tumori del sangue resistenti alle terapie, come la leucemia linfoblastica acuta, che fa registrare ogni anno circa 400 nuove diagnosi in Italia prevalentemente in età pediatrica. A dimostrare la fattibilità e la sicurezza di questo metodo i ricercatori della Fondazione Tettamanti dell’IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza che hanno presentato i risultati di questo lavoro al 66esimo congresso annuale dell’American Society of Hematology (ASH) a San Diego.
I linfociti T regolatori (Treg), un particolare tipo di cellule del sistema immunitario, rappresentano un bersaglio da colpire per consentire al nostro organismo di riattivare la risposta antitumorale e distruggere il tumore al seno. A scoprirlo è uno studio svolto congiuntamente da ricercatori dell’Istituto per l’endocrinologia e l’oncologia sperimentale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ieos) e dell’Università Federico II di Napoli. I risultati, pubblicati sulla rivista Science Advances aprono la strada allo sviluppo di nuove strategie per la prognosi e la cura di questa patologia.
La Fondazione Telethon ha annunciato di aver presentato all’EMA, l’Agenzia europea del farmaco, la richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio per la terapia genica per il trattamento di pazienti con la sindrome di Wiskott-Aldrich (WAS), una malattia genetica rara del sistema immunitario. Già nel 2023 Fondazione Telethon si era assunta la responsabilità della commercializzazione della terapia genica per l’ADA-SCID, la rara immunodeficienza nota al pubblico come “malattia dei bimbi bolla”, diventando di fatto la prima charity al mondo ad assumersi la responsabilità di rendere disponibili ai pazienti che ne hanno necessità le terapie scoperte grazie al lavoro dei propri ricercatori.
Scarsa qualità delle relazioni sociali (con i genitori, in particolare con la madre), bassa fiducia relazionale (verso familiari e insegnanti), vittimizzazione da cyberbullismo e bullismo, iperconnessione da social media, scarsa partecipazione allo sport extrascolastico e insoddisfazione per il proprio corpo. Questi sono alcuni dei fattori scatenanti l'”hikikomori” tra gli adolescenti italiani, quel fenomeno di ritiro sociale diventato più frequente dopo la pandemia. A individuarli è uno studio condotto dal gruppo multidisciplinare di ricerca “Mutamenti sociali, valutazione e metodi” (MUSA) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Irpps). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.
L’inquinamento atmosferico causato dal traffico può essere molto pericoloso per la salute mentale delle donne. È quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Washington e pubblicato su Menopause. Diversi studi hanno già esaminato l’associazione tra l’inquinamento relativo al traffico (TRAP) e la depressione, tra cui uno studio che suggeriva che le donne sono più vulnerabili agli effetti psichiatrici delle esposizioni al TRAP rispetto agli uomini. Diversi di questi studi hanno confermato che più la distanza dal traffico è breve, maggiori sono i sintomi depressivi, indipendentemente dal fatto che l’esposizione sia stata a breve o a lungo termine.
L’insonnia può essere causa ed effetto di alcune malattie mentali, come ansia, depressione e disturbo bipolare. Poiché condividono meccanismi patogenetici simili, in alcuni casi è possibile contrastarli con un’unica strategia terapeutica. Tuttavia, l’aggiunta di un antagonista a un trattamento in corso, o lo ‘switch’ da un altro farmaco, può avere delle conseguenze, e per questo richiedono specifici accorgimenti. Questo è il motivo per cui la Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf) si è fatta promotrice del primo documento di consensus sull’argomento in Italia ed Europa che punta ad aiutare il clinico nella pratica quotidiana.
La presenza di etichette che indicano le calorie sui prodotti alimentari e nei menu dei ristoranti induce le persone a scegliere opzioni leggermente meno caloriche. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dagli scienziati dell’University College di Londra, della Bath Spa University, dell’Università di Cambridge e dell’Università di Oxford. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cochrane Database of Systematic Reviews. Il team di ricerca, guidato da Natasha Clarke e Gareth Hollands, ha esaminato i risultati di 25 lavori precedenti sull’impatto dell’etichettatura sulla selezione e il consumo di cibo.
L’accumulo di grassi nei muscoli aumenta il rischio di sviluppare problemi cardiaci, indipendentemente dall’indice di massa corporea. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dagli scienziati del Cardiac Stress Laboratory presso il Brigham and Women’s Hospital e dell’Harvard Medical School di Boston. I risultati sono stati pubblicati sull’European Heart Journal. Il team di ricerca, guidato dalla scienziata Viviany Taqueti, si è concentrato sugli effetti del grasso intramuscolare sulle malattie cardiache. I risultati, commentano gli autori, si aggiungono al corpus di evidenze secondo cui i parametri attualmente utilizzati, come la circonferenza della vita e l’indice di massa corporea, non sono adeguati a valutare con precisione il rischio di eventi cardiovascolari.
Dallo studio di una famiglia italiana con malattia di Alzheimer ad esordio senile, è stato possibile individuare un nuovo gene responsabile della malattia neurodegenerativa. Si chiama GRIN2C ed è un gene che codifica per una subunità del recettore NMDA del glutammato. Alcune sue mutazioni sono risultate legate all'insorgenza dell’Alzheimer in età avanzata. La scoperta è frutto della collaborazione di diversi gruppi di ricerca italiani, coordinato dall’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Alzheimer’s Research & Therapy.
Le persone che abitano vicino agli aeroporti e sono maggiormente esposte al rumore degli aerei hanno un rischio più elevato di sviluppare problemi cardiaci, come infarti, aritmie e ictus. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dagli scienziati dell’University College di Londra e dell’Università di Leicester. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of the American College of Cardiology. Il team di ricerca, guidato da Gaby Captur, Cristian Topriceanu e Anna Hansell, ha esaminato i dati ricavati tramite imaging cardiaco di 3.635 persone che vivevano nei pressi di quattro importanti aeroporti in Inghilterra. I ricercatori hanno confrontato le capacità cardiache dei partecipanti che abitavano nelle zone caratterizzate da vari gradi di inquinamento acustico.
Le commozioni cerebrali e i traumi cranici, frequenti in alcuni sport da contatto, possono rappresentare gravi minacce per la salute, promuovendo l’attivazione di virus latenti. Questo inquietante risultato emerge da uno studio condotto dagli scienziati della Tufts University e dell’Università di Oxford, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Signaling. Il team, guidato dalle scienziate Dana Cairns e Ruth Itzhaki, ha utilizzato un modello di laboratorio che ricostruisce l’ambiente del cervello per comprendere meglio come le commozioni cerebrali possano innescare le fasi di riattivazione degli agenti patogeni.
Lavorare sotto pressione eccessiva, nel lungo periodo, può compromettere anche la qualità del sonno. A dimostrarlo un recente studio condotto dall’Università della California, Los Angeles, Stati Uniti, pubblicato sull’American Journal of Industrial Medicine che ha coinvolto 1.721 lavoratori, con un’età media di 51 anni, arruolati nello studio Midlife in the United States (MIDUS). Lo studio dimostrerebbe una stretta correlazione tra elevati livelli di stress, dichiarati dagli stessi partecipanti, e significativi disturbi del sonno che si sarebbero mantenuti costanti nell’arco di nove anni.
I ricercatori dell’Università di Pittsburgh hanno scoperto un sorprendente collegamento tra la malattia di Alzheimer e l’herpes simplex virus-1 (HSV-1). Stando a quanto riportato sulla rivista Cell Reports, le infezioni virali potrebbero svolgere un ruolo chiave nella malattia. Lo studio ha anche rivelato come la proteina tau, spesso considerata dannosa nell’Alzheimer, potrebbe inizialmente proteggere il cervello dal virus, ma poi contribuire al danno cerebrale in seguito. Queste scoperte potrebbero portare a nuovi trattamenti mirati alle infezioni e alla risposta immunitaria del cervello.
Trattata con cellule CAR-T una paziente adulta, la prima in Italia, con malattia reumatica resistente alle cure, la sclerosi sistemica (sclerodermia), arruolata nel trial CATARSIS, uno studio di frontiera di fase I/II promosso dalla Fondazione Policlinico Gemelli in collaborazione con il Bambin Gesù di Roma.