Per la prima volta è stata identificata la “firma genetica”" delle cellule epatiche pre-maligne che potrebbero portare allo sviluppo del cancro al fegato. Ad annunciarlo è stato un gruppo di ricercatori della Curtin University (Australia) in uno studio pubblicato sulla rivista Cell Genomics. I ricercatori hanno scoperto che quantificare le cellule del fegato pre-maligne nei pazienti con malattia epatica potrebbe aiutare a determinare il loro rischio futuro di sviluppare il cancro al fegato. Questa scoperta potrebbe potenzialmente salvare vite umane cambiando il modo in cui i pazienti con malattie epatiche croniche vengono “stadiati” e monitorati in base al loro rischio di cancro .
Le persone con problemi di udito sono notoriamente più a rischio demenza. Probabilmente è per questo che l'utilizzo di apparecchi acustici è in grado di rallentare e ritardare il declino cognitivo. A dimostrarlo è stato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Shandong (Cina) e pubblicato sulla rivista The Lancet. Il lavoro ha coinvolto un campione di 437.704 persone che facevano parte del database della biobanca del Regno Unito. L’età media dei partecipanti allo studio al momento del reclutamento era di 56 anni e il tempo medio di follow-up è stato di 12 anni.
È di nuovo emergenza turismo procreativo. Dopo la “pausa forzata” legata alla pandemia, le coppie italiane con problemi di fertilità hanno ripreso a viaggiare all’estero con la speranza di realizzare il sogno di diventare genitori. E questa volta i numeri della fuga sono addirittura superiori rispetto a quelli registrati nel 2019, in periodo pre-Covid. Sono infatti oltre 13mila le coppie italiane che cercano aiuto fuori dai confini nazionali, nonostante in Italia ci siano specialisti e centri di indubbia eccellenza. A lanciare l’allarme sono stati gli specialisti riuniti in occasione del 6° Congresso Nazionale della Società italiana di riproduzione umana (SIRU), che si è tenuto a Roma.
Una concentrazione elevata di litio nell’acqua potabile assunta in gravidanza potrebbe essere correlata a un rischio maggiore che i bambini sviluppino un disturbo dello spettro autistico. Questo inquietante risultato emerge da uno studio condotto dagli scienziati dell’Università della California a Los Angeles e della Yale University School of Public Health, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of American Medical Association Pediatrics.
Nella regione orientale dell’Ucraina, nella città di Kharkiv e nella regione di Kharkiv le malattie infettive sono in drammatico aumento. A lanciare l'allarme è una ricerca che verrà presentata al Congresso Europeo di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive, che si terrà a Copenaghen dal 15 al 18 aprile. La ricerca condotta dall’Università Medica Nazionale di Kharkiv, in Ucraina, ha esaminato come i feroci combattimenti nella regione di Kharkiv, che è stata sotto attacco fin dai primi minuti dell’invasione russa dell’Ucraina e continua ad essere sotto il fuoco di razzi e artiglieria, abbiano significativamente compromesso l’accesso alle cure mediche, alle vaccinazioni di routine e alla risposta allo scoppio di malattie infettive.
Grazie all'ingegneria genetica un gruppo di ricercatori è riuscito a creare linfociti “speciali” capaci di riconoscere e aggredire le cellule generate dalla leucemia mieloide acuta, una patologia aggressiva che provoca ricadute nel 70% circa dei pazienti adulti e nel 30% dei bambini trattati con le terapie oggi in uso. Lo studio è stato coordinato dalla Fondazione Tettamanti, in collaborazione con l’Università di Perugia, ed è stato pubblicato sulla rivista Blood Advances.
Il sovraccarico metabolico che si verifica nelle persone con peso in eccesso, potrebbe sopprimere la regolazione del sistema immunitario e indurre risposte infiammatorie, incrementando il rischio di sviluppare malattie autoimmuni. A questa conclusione giunge uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Napoli Federico II e dell’Istituto per l’Endocrinologia e l’Oncologia Sperimentale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IEOS), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science. I ricercatori hanno valutato la correlazione tra obesità e malattie autoimmuni, come sclerosi multipla e diabete di tipo 1. I ricercatori hanno scoperto che il sovraccarico metabolico può sopprimere l’immunoregolazione e allo stesso tempo indurre risposte infiammatorie. Questo meccanismo potrebbe spiegare il motivo per cui le persone con peso in eccesso tendono ad essere più suscettibili a condizioni cliniche autoimmuni.
Un test unico nel suo genere che racchiude in sé tutte le alterazioni genetiche oggi conosciute che causano l’autismo. Ci sta lavorando un gruppo di ricerca coordinato da Claudio Giorlandino, direttore scientifico del Centro di Ricerche Altamedica, riconosciuto dal Miur, anche sede didattica dell’Istituto di Genetica dell’Università di Tor Vergata. Negli ultimi anni centinaia di segnalazioni, in letteratura, hanno individuato disordini molecolari ognuno dei quali responsabile di una minuscola percentuale di casi di disordini dello spettro autistico.
Una sola seduta di 10 minuti indolore per correggere il difetto elettrico del cuore dall’esterno, con alte dosi di radiazioni, senza effetti collaterali né ricovero. È la soluzione che arriva dall’IRCCS Sacro cuore Don Calabria di Negrar (Verona), dove sono stati arruolati e trattati, due mesi fa, i primi due pazienti affetti da recidiva di fibrillazione atriale, utilizzando la radioterapia impiegata tradizionalmente per la cura dei tumori. Si tratta di un trattamento innovativo, nell’ambito dello studio clinico sperimentale TRAST-AF, che prevede l’arruolamento di 15 pazienti, e che potrebbe nel prossimo futuro essere una alternativa terapeutica all’intervento di ablazione della fibrillazione atriale.
Il cancro è intrinsecamente legato ai ritmi circadiani del corpo. Per questo un gruppo di ricercatori del Politecnico federale di Zurigo è convinto che i medici debbano tenere conto anche delle tempistiche in cui somministrare i trattamenti: in alcuni momenti della giornata una terapia può infatti essere più efficace. I ricercatori spiegano sulla rivista Trends in Cell Biology che, poiché i ritmi circadiani regolano la funzione delle cellule all'interno del corpo e poiché il cancro si diffonde attraverso le cellule, la sua diffusione varia durante il giorno. Ad esempio, il cancro al seno tende a metastatizzare di notte mentre il cancro alla prostata lo fa durante il giorno. Per questo, secondo gli studiosi, sarebbe logico pensare che la somministrazione di trattamenti come la chemioterapia e l'immunoterapia in determinati momenti della giornata possa produrre risultati migliori.
I giovani che soffrono di ansia e depressione che assumono melatonina hanno minori probabilità di adottare comportamenti autolesionistici. A suggerirlo è uno studio condotto dagli scienziati del Karolinska Institutet, in Svezia, e pubblicato sul Journal of Child Psychology and Psychiatry. La melatonina è un ormone che controlla il ciclo sonno-veglia e in Svezia è il farmaco più comunemente prescritto per i disturbi del sonno nei bambini e negli adolescenti. Negli ultimi anni il suo consumo è incrementano notevolmente negli ultimi anni.
Sono molto promettenti i risultati della sperimentazione animale di un vaccino contro la Candida auris. Gli scienziati del Lundquist Institute (Usa) hanno riferito in una nota che il vaccino ha trattato efficacemente i topi infetti, generando ottime risposte immunitarie. Questo vaccino è composto da due antigeni delle cellule Candida che, dopo l'inoculazione, producono anticorpi neutralizzanti e immunostimolanti. Stando a quanto emerge dai risultati preliminari, il farmaco ha indotto una robusta immunità nelle cellule T contro il fungo, incrementando notevolmente il tasso di sopravvivenza degli animali infetti.
Da ben 30 mesi negativa all'Hiv senza trattamenti antivirali. Si parla già di vera e propria guarigione per la “paziente di New York”, una donna di mezza età affetta da leucemia e Hiv insieme e di etnia mista, senza quindi una mutazione molto rara che sembra essere efficace nell’eradicare l’HIV. Alla paziente sono state trapiantate cellule staminali resistenti all’HIV prelevate dal sangue del cordone ombelicale e non da un donatore adulto compatibile. I dettagli su quanto avvenuto sono stati pubblicati sulla rivista Cell. “E’ estremamente raro che persone di colore o anche di altre etnie trovino un donatore adulto sufficientemente compatibile”, afferma Yvonne Bryson dell’UCLA-Università della California Los Angeles, che ha co-condotto lo studio con la collega pediatra ed esperta di malattie infettive Deborah Persaud della Johns Hopkins University School of Medicine. “L’uso delle cellule del sangue del cordone ombelicale amplia le opportunità per le persone di origini diverse che vivono con l’HIV”, aggiunge.
I calciatori che giocano ad alti livelli hanno davvero un rischio più elevato di sviluppare la demenza. A confermarlo è uno studio condotto in Svezia dal Karolinska Institute, pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health, secondo il quale però i portieri sarebbero “salvi”. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno confrontato la salute di 6mila calciatori che hanno giocato nella massima divisione svedese tra il 1924 e il 2019 con quella di oltre 56mila non calciatori. Dai risultati è emerso che quasi il 9% dei calciatori ha sviluppato la demenza contro il 6% del gruppo di controllo.
I pazienti con leucemia mieloide acuta non rispondono alla chemioterapia allo stesso modo: per alcuni è efficace e per altri meno, tanto che possono verificarsi delle ricadute. Uno studio condotto da un gruppo di medici e i ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, SR-Tiget e Università Vita-Salute San Raffaele, sostenuto dalla Fondazione AIRC, pubblicato su Nature Communications ha scoperto una rara popolazione di cellule staminali leucemiche, già presenti al momento della diagnosi, che condizionano la mancata risposta alla terapia. Successivamente hanno sviluppato una firma molecolare, composta da un pannello di geni utile per caratterizzare queste rare cellule staminali leucemiche già al momento della diagnosi, al fine di individuarle tempestivamente per offrire terapie alternative e migliore personalizzazione del trattamento.
Un gruppo di ricercatori dell'Università di Tel Aviv e dell'Israel Institute for Biological Research ha sviluppato il primo vaccino mRNA al mondo efficace contro i batteri. Modificando la comprovata tecnologia dell'mRNA usata per combattere il Covid e altri agenti patogeni virali, gli scienziati hanno messo a punto un vaccino monodose che protegge completamente i topi dalla peste, la malattia letale che ha ucciso milioni di persone durante il Medioevo e che è ancora in circolazione oggi, soprattutto in alcune parti dell'Africa e dell'Asia. Ora i ricercatori sperano di adattare il vaccino ad altre malattie, in particolare quelle causate da batteri resistenti agli antibiotici che potrebbero portare a una pandemia a rapida diffusione.
In futuro un semplice esame delle urine potrebbe predire il rischio di sviluppare il cancro alla vescica con più di 10 anni di anticipo e, quindi, permettere alle persone di accedere tempestivamente a protocolli di terapia specifici e mirati. Ad essere vicini a questo ambizioso obiettivo è stato un gruppo di ricercatori dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, dell’Università di scienze mediche di Teheran in Iran, del Massachusetts General Hospital e della Ohio State University. Almeno secondo quanto hanno riportato gli studiosi al Congresso annuale dell’Associazione Europea di Urologia.
Oltre ad essere sicuro ed efficace, è anche termostabile. Il nuovo vaccino sperimentale contro la tubercolosi, messo a punto dallo scienziato Christopher B. Fox e dai colleghi dell’Access to Advanced Health Institute di Seattle, sembra essere molto vantaggioso. Può essere quindi facilmente trasportato, conservato e somministrato anche in quei paesi difficili da raggiungere e con poche infrastrutture sanitarie. Il vaccino è stato testato con successo in uno studio clinico di fase I, pubblicato sulla rivista Nature Communications, e potrebbe diventare un'arma contro una malattia infettiva che causa più decessi al mondo e che ha il maggior impatto sulla morbilità e mortalità a livello globale.
L’inoculazione per via nasale della molecola Nerve Growth Factor (NGF), scoperta da Rita Levi Montalcini, potrebbe ridurre gli effetti dei traumi cerebrali ed evitare anche il manifestarsi di disabilità di tipo motorio. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio condotto dall’Istituto di farmacologia traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ift) di Roma, che ha sviluppato e testato il nuovo trattamento innovativo. La sperimentazione, i cui risultati sono stati pubblicati sul British Journal of Pharmacology, si inserisce in un contesto di cura nel quale è necessario agire con la massima tempestività.
Le persone che dormono regolarmente e ininterrottamente seguono con maggior rigore i propri programmi di esercizio fisico e la propria dieta. A dimostrarlo è stata una ricerca dell’Università di Pittsburgh, presentata alle sessioni scientifiche Epidemiology, Prevention, Lifestyle & Cardiometabolic Health dell’American Heart Association, che si sono tenute a Boston. “Concentrarsi sull’ottenere un buon sonno – dalle sette alle nove ore di notte con un orario regolare, insieme all’essere vigili durante il giorno – può essere un comportamento importante che aiuta le persone a rispettare i propri programmi di attività fisica e gli obiettivi della dieta”, conferma Christopher E. Kline, coautore della ricerca e professore associato presso il dipartimento di salute e sviluppo umano presso l’Università di Pittsburgh.