Un gruppo di ricercatori dell'Università di Tel Aviv e dell'Israel Institute for Biological Research ha sviluppato il primo vaccino mRNA al mondo efficace contro i batteri. Modificando la comprovata tecnologia dell'mRNA usata per combattere il Covid e altri agenti patogeni virali, gli scienziati hanno messo a punto un vaccino monodose che protegge completamente i topi dalla peste, la malattia letale che ha ucciso milioni di persone durante il Medioevo e che è ancora in circolazione oggi, soprattutto in alcune parti dell'Africa e dell'Asia. Ora i ricercatori sperano di adattare il vaccino ad altre malattie, in particolare quelle causate da batteri resistenti agli antibiotici che potrebbero portare a una pandemia a rapida diffusione.
In futuro un semplice esame delle urine potrebbe predire il rischio di sviluppare il cancro alla vescica con più di 10 anni di anticipo e, quindi, permettere alle persone di accedere tempestivamente a protocolli di terapia specifici e mirati. Ad essere vicini a questo ambizioso obiettivo è stato un gruppo di ricercatori dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, dell’Università di scienze mediche di Teheran in Iran, del Massachusetts General Hospital e della Ohio State University. Almeno secondo quanto hanno riportato gli studiosi al Congresso annuale dell’Associazione Europea di Urologia.
Oltre ad essere sicuro ed efficace, è anche termostabile. Il nuovo vaccino sperimentale contro la tubercolosi, messo a punto dallo scienziato Christopher B. Fox e dai colleghi dell’Access to Advanced Health Institute di Seattle, sembra essere molto vantaggioso. Può essere quindi facilmente trasportato, conservato e somministrato anche in quei paesi difficili da raggiungere e con poche infrastrutture sanitarie. Il vaccino è stato testato con successo in uno studio clinico di fase I, pubblicato sulla rivista Nature Communications, e potrebbe diventare un'arma contro una malattia infettiva che causa più decessi al mondo e che ha il maggior impatto sulla morbilità e mortalità a livello globale.
L’inoculazione per via nasale della molecola Nerve Growth Factor (NGF), scoperta da Rita Levi Montalcini, potrebbe ridurre gli effetti dei traumi cerebrali ed evitare anche il manifestarsi di disabilità di tipo motorio. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio condotto dall’Istituto di farmacologia traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ift) di Roma, che ha sviluppato e testato il nuovo trattamento innovativo. La sperimentazione, i cui risultati sono stati pubblicati sul British Journal of Pharmacology, si inserisce in un contesto di cura nel quale è necessario agire con la massima tempestività.
Le persone che dormono regolarmente e ininterrottamente seguono con maggior rigore i propri programmi di esercizio fisico e la propria dieta. A dimostrarlo è stata una ricerca dell’Università di Pittsburgh, presentata alle sessioni scientifiche Epidemiology, Prevention, Lifestyle & Cardiometabolic Health dell’American Heart Association, che si sono tenute a Boston. “Concentrarsi sull’ottenere un buon sonno – dalle sette alle nove ore di notte con un orario regolare, insieme all’essere vigili durante il giorno – può essere un comportamento importante che aiuta le persone a rispettare i propri programmi di attività fisica e gli obiettivi della dieta”, conferma Christopher E. Kline, coautore della ricerca e professore associato presso il dipartimento di salute e sviluppo umano presso l’Università di Pittsburgh.
Nel nostro paese 54mila adolescenti scelgono di isolarsi volontariamente, smettendo di uscire di casa o addirittura dalla propria stanza e limitando i rapporti con l'esterno se non tramite Internet. A quantificare per la prima volta il fenomeno dei cosiddetti “Hikikomori”, termine giapponese che in italiano si può tradurre come “ritirati sociali”, è stato uno studio dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc). Il fenomeno, relativamente al quale risultavano finora pochi dati analitici, è ora oggetto di uno studio promosso dal Gruppo Abele in collaborazione con l’Università della Strada, volto a definire una prima stima quantitativa attendibile: il report integrale è disponibile sul sito web della onlus.
Ridurre di un solo giorno la settimana lavorativa, mantenendo invariato lo stipendio, fa stare bene i dipendenti e li rende anche più produttivi per l’azienda. A stabilirlo una volta per tutte è il più grande esperimento mai condotto sulla settimana lavorativa di 4 giorni, alla fine del quale la maggior parte delle aziende e dei dipendenti hanno deciso di continuare a mantenere il nuovo regime. Il progetto pilota è stato organizzato nel Regno Unito dal gruppo di advocacy 4 Day Week Global, in collaborazione con la società di ricerca Autonomy e gli scienziati del Boston College e dell'Università di Cambridge. In totale sono state coinvolte 61 aziende e quasi 3mila dipendenti.
Il consumo di carne e latte di origine bovina può aumentare il rischio di ammalarsi di tumore al colon-retto. A sostenere questa allarmante ipotesi è stato un gruppo di ricercatori del German Cancer Research Centre in uno studio pubblicato sulla rivista Molecular Oncology. Gli scienziati hanno individuato una classe di agenti infettivi presenti nella carne di manzo e nel latte di mucca, chiamati Bovine Meat and Milk Factors (BMMFs), che sarebbero legati allo sviluppo di questo tipo di tumore. In particolare, lo studio ha rilevato che il BMMF è presente nella mucosa adiacente ai tumori del colon, ma non nei tumori stessi, suggerendo che l’infezione da BMMF possa essere coinvolta nelle prime fasi dello sviluppo del tumore.
I tracker per il fitness e il benessere, come gli smartwatch o le bilance intelligenti, sono certamente utili per mantenersi sani e in buona salute. Tuttavia, non sono privi di rischi. Almeno secondo quanto emerso da uno studio condotto dagli scienziati dell’Università dello Utah e recentemente pubblicato sulla rivista Heart Rhythm. I ricercatori hanno scoperto che questi dispositivi potrebbero comportare seri rischi per le persone con dispositivi elettronici impiantabili cardiaci (CIED), come pacemaker, defibrillatori cardioverter impiantabili (ICD) e strumenti per la terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT).
Una ricerca sperimentale condotta in 39 siti italiani tra montagna, collina e parchi urbani ha permesso di svelare il ruolo dei monoterpeni – componenti profumati degli oli essenziali emessi dalle piante - e di isolarne l’effetto specifico sulla riduzione significativa dei sintomi dell’ansia. A condurla è stata un team di ricercatori dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e del Club Alpino Italiano, insieme alle Università di Parma e Firenze, all’Azienda unità sanitaria locale (Ausl) di Reggio Emilia, e con il sostegno del Centro di riferimento regionale per la fitoterapia (Cerfit) di Firenze. I risultati sono stati pubblicati sull’International Journal of Environmental Research and Public Health.
A causa dei cambiamenti climatici, le zanzare Anopheles, responsabili della diffusione della malaria, si stanno spostando ad altitudini sempre più elevate, il che potrebbe ampliare il raggio della curva epidemiologica associata alla malaria. Questo inquietante risultato emerge da uno studio condotto dagli scienziati del Georgetown University Medical Center. I risultati, pubblicati sulla rivista Biology Letters, mostrano che le uniche portatrici della malaria, si diffondano a una velocità mai vista prima. Questo significa che circa un miliardo di persone potrebbe essere a rischio di contrarre malattie trasmesse da questi insetti.
Un componente non-psicoattivo della cannabis (CBD) è in grado di contrastare la fase in cui il carcinoma prostatico diventa refrattario alla terapia ormonale. A scoprirlo è stato uno studio condotto da un team di ricercatori dell'Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Icb) e pubblicato sulla rivista Pharmacological Research. Nel dettaglio i ricercatori hanno dimostrato l'esistenza, in questa fase della malattia, di vulnerabilità metaboliche e oncogeniche che possono essere potenzialmente sfruttate da trattamenti a base di fitocannabinoidi. In questo caso, il componente individuato è in grado di colpire specificamente la plasticità metabolica del carcinoma modulando la bioenergetica dei mitocondri, la “centrale elettrica” delle cellule.
A breve potrebbe essere disponibile la prima pillola in assoluto creata appositamente per trattare la depressione post-partum. Ad annunciarlo sono stati Sage Therapeutics e Biogen, gli sviluppatori del farmaco chiamato zuranolone. La Food and Drug Administration ha accettato la presentazione della nuova domanda di farmaco per il post-partum. Lo zuranolone è un antidepressivo che i pazienti devono assumere solo per due settimane, a differenza dell’unico altro farmaco sul mercato per la depressione postpartum, chiamato Zulresso, che deve essere somministrato per via endovenosa ininterrottamente per 60 ore.
Per vivere più a lungo basta ridurre di un quarto le calorie. Lo ha dimostrato uno studio condotto dalla Columbia University Mailman School of Public Health di New York, il quale ha scoperto che coloro che riducono il proprio apporto calorico del 25% in 2 anni invecchiano più lentamente fino al 3%. Questo significa ridurre il rischio di morte prematura tanto quanto smettere di fumare. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Aging, suggeriscono una strategia semplice ed efficacia che promuove la longevità sana.
Scovare le cellule di un tumore nel sangue “illuminandole”. È quanto promette un nuovo sistema diagnostico per immagini messo a punto da un gruppo di ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) in uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Bioengineering and Biotechnology. In particolare, gli scienziati hanno sviluppato e combinato nuove tecnologie di imaging che, analizzando la luce che attraversa le cellule e il loro metabolismo, permettono l’identificazione delle cellule tumorali circolanti nel sangue (CTC).
Un noto anti-depressivo, l'amitriptilina, potrebbe aiutare a prevenire l'insorgenza della nevralgia post-erpetica, la complicazione cronica più comune dell’herpes zoster, noto come fuoco di Sant'Antonio. Ne sono convinti gli scienziati delle università di Bristol, Oxford, Southampton e Warwick che collaborano allo studio Athena Shingles Study, il quale allo scopo di verificare gli effetti protettivi dell'amitriptilina. L'herpes zoster è causato dalla riattivazione del virus della varicella in uno dei nervi sensitivi spinali o cranici del sistema nervoso periferico. Si manifesta con una caratteristica eruzione cutanea: la cute si presenta eritematosa e ricoperta da vescicole simili a quelle della varicella, associata a dolore bruciante e intenso. Queste alterazioni scompaiono dopo poche settimane. Se però il dolore persiste per più di 90 giorni dopo la comparsa dell'eruzione cutanea acuta dell'herpes zoster viene definito nevralgia post-erpetica.
Il Servizio sanitario nazionale britannico ha avviato la prima sperimentazione clinica al mondo che ha lo scopo di valutare la tollerabilità e l’efficacia di un trattamento pioneristico contro i tumori cerebrali, a cui sottoporre i pazienti prima dell’intervento chirurgico. Si tratta di POBIG (PreOperative Brain Irradiation in Glioblastoma), una metodica messa a punto dall'Università di Manchester, a cui il quotidiano britannico The Guardian ha dedicato un ampio servizio. POBIG consiste nell'utilizzo della risonanza magnetica e della radioterapia ad alta precisione. I ricercatori sono convinti che possa aumentare le aspettative di vita dei pazienti con tumore al cervello, la cui sopravvivenza a cinque anni dal momento della diagnosi non supera il 25%. Una così bassa aspettativa di vita dipende in parte dal fatto che, troppo spesso, i tumori cerebrali non sono operabili e vengono diagnosticati solo successivamente alla comparsa dei sintomi, quando il tumore ha raggiunto ormai dimensioni considerevoli.
I pazienti che assumono farmaci anti-diabetici sviluppano il Parkinson mediamente 6 anni dopo rispetto alle persone che non assumono gli stessi medicinali. Questo è il risultato di uno studio condotto dal Centro Parkinson e parkinsonismi dell’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano, con il contributo della Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson e pubblicato sulla rivista Journal of Neurology. La ricerca, basata su un’indagine su oltre 8.000 pazienti visitati al Centro Parkinson tra il 2010 e il 2019, ha fatto emergere che nei pazienti con diabete, che assumono farmaci per questa patologia, l’insorgenza del Parkinson avviene dopo i 66 anni, mentre nei non diabetici il Parkinson si manifesta intorno ai 60 anni.
Da quando nel Regno Unito è stata istituita una tassa sulle bevande zuccherate sono stati registrati oltre 5mila casi di obesità in meno ogni anno. Almeno questo è quanto ha stimato un gruppo di scienziati dell’Università di Cambridge, dell’Unità di epidemiologia del Medical Research Council (MRC), della London School of Hygiene and Tropical Medicine, dell’Università di Oxford, del Great Ormond Street Institute of Child Health e dell’Università di Bath. Lo studio, pubblicato sulla rivista Plos Medicine, ha calcolato che l’introduzione dell’imposta in Inghilterra lo scorso 2018 ha portato a una riduzione dei tassi di obesità tra i bambini più grandi delle scuole elementari. In particolare, riportano gli studiosi, solo tra le ragazze del sesto anno si sarebbe verificata una riduzione di circa cinquemila casi ogni anno.
C'è un modo del tutto naturale con cui un atleta può migliorare le proprie prestazione: bere succo di barbabietola. Questa bevanda infatti avrebbe il potere di aumentare del 7 per cento la forza muscolare. A suggerirlo è stati un team di scienziati della Exeter University nel Regno Unito e del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases negli Stati Uniti, in uno studio condotto su 10 volontari di circa 20 anni. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Acta Physiologica. Verdure come la barbabietola sono ricche di nitrati, sostanze chimiche che aumentano l’ossigeno e il sangue in tutto il corpo e sono state collegate a una maggiore resistenza.