Sebbene prevenibili nell’80% dei casi le malattie cardiovascolari rimangono la principale causa di morte in tutto il mondo con circa 20 milioni di decessi, attribuibili soprattutto a ipertensione, colesterolo alto, dieta scorretta e inquinamento atmosferico. È quanto emerge dal nuovo numero speciale del Journal of the American College of Cardiology, discusso in occasione del congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC). Il report ha analizzato l’impatto di 18 condizioni cardiovascolari e 15 fattori di rischio in 21 regioni del mondo, 204 nazioni e territori, per fornire un vero e proprio atlante di queste patologie.
Oltre il 30% delle persone con epilessia è farmacoresistente, continua cioè ad avere crisi pur avendo provato almeno due farmaci specifici per il suo tipo di patologia, ben tollerati, somministrati alla massima dose possibile e per un adeguato periodo di tempo, in monoterapia o in associazione con altri farmaci. Ma epilessia farmacoresistente non significa epilessia intrattabile: circa il 15-20% dei soggetti farmacoresistenti può arrivare alla risoluzione delle crisi grazie ad interventi neurochirurgici specificamente mirati e quando l’intervento chirurgico non è praticabile esistono terapie alternative che includono la stimolazione vagale, la Deep Brain Stimulation o la dieta chetogenica e esistono terapie palliative che possono diminuire il numero e l’intensità delle crisi.
Il clima sta cambiando rapidamente su scala globale: aumentano le temperature medie e i fenomeni meteorologici estremi, come le ondate di calore, la siccità e l’aridità. A formulare un’ipotesi sulla possibile relazione tra clima arido e incidenza dell’asma in Italia è un team del Consiglio nazionale delle ricerche, che riunisce ricercatori dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Cnr-Igag), Istituto di farmacologia traslazionale (Cnr-Ift) e Istituto di fisiologia clinica (Cnr-Ifc), in collaborazione con pneumologi, biostatistici ed epidemiologi di diverse università italiane (Verona, Ancona, Ferrara, Palermo, Pavia, Torino e Sassari). La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports.
Secondo uno studio del gruppo di ricerca MUSA del Cnr-Irpps, i pensieri suicidi coinvolgono oggi circa la metà degli adolescenti italiani. Il gruppo ha indagato il meccanismo del loro sviluppo, dimostrando che i disagi psicologici che li alimentano non costituiscono l’origine del problema, rintracciata, invece, in particolari dinamiche di interazione sociale e in specifiche caratteristiche sociodemografiche. Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports di Nature, fornisce risultati utili alla comprensione del problema e alla progettazione di interventi mirati a sostegno del benessere giovanile.
La ricerca sulle staminali apre nuovi scenari terapeutici per le forme più gravi di sclerosi multipla. Uno studio, coordinato dall’Ospedale IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, ha dimostrato che il trapianto di cellule staminali cerebrali in pazienti affetti da sclerosi multipla secondaria progressiva è sicuro, molto ben tollerato e con possibili effetti duraturi e protettivi da ulteriori danni al cervello dei pazienti. Il lavoro, ideato da Angelo Vescovi dell’Università di Milano – Bicocca, direttore scientifico dello stesso IRCCS di San Giovanni Rotondo, in collaborazione con Stefano Pluchino dell’Università di Cambridge, è una sperimentazione clinica di fase 1, i cui risultati sono stati pubblicati in copertina sulla rivista Cell Stem Cell. Si apre finalmente la via agli studi clinici di fase 2 in questa devastante malattia.
Un dispositivo ultrasottile indossabile, in grado di riprodurre la sensazione del tocco in modo localizzato. È quanto hanno messo a punto un gruppo di ricercatori dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) all’interno del Center for Materials Interfaces, a Pontedera, in uno studio pubblicato sulla rivista Advanced Electronic Materials.
La carne e i latticini celano un “ingrediente” prezioso in grado di “potenziare” l’effetto dei trattamenti immunoterapici contro il cancro. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori della University of Chicago in uno studio pubblicato sulla rivista Nature, che è stato rilanciato in occasione di due maxi-eventi internazionali Immunotherapy Bridge e Melanoma Bridge, tenuti a Napoli.
Una proteina normalmente presente nel cervello è stata modificata geneticamente con l’obiettivo di potenziare la memoria. A farlo è stato un gruppo di neuroscienziati della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, Campus di Roma e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, in uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances. Nel dettaglio alla proteina, chiamata LIMK1, è stato aggiunto un “interruttore molecolare” che la accende in risposta alla somministrazione di un farmaco, la rapamicina.
“Affamare” i tumori e poi colpirli “riciclando” farmaci ben noti, a basso costo, utilizzati da anni per tutt’altri scopi, in grado di arrestare la crescita delle cellule tumorali, messe a ‘stecchetto’ con brevi cicli di digiuno. Così i farmaci che, come le statine, impediscono la sintesi di colesterolo cruciale per soddisfare il bisogno di nutrienti delle cellule tumorali, combinati a brevi cicli di digiuno, potrebbero diventare una terapia “low cost” per combattere tumori difficili come quello al pancreas, il carcinoma del colon-retto e il melanoma. Lo dimostra una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communication da un team di ricercatori dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, guidati da Alessio Nencioni del Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche (DIMI) dell’Università di Genova.
Lo yoga può essere molto d'aiuto per le persone che soffrono di epilessia. Oltre a ridurre la frequenza delle crisi e l’ansia, infatti, può aiutare ad alleviare il peso sociale dovuto alla malattia. È quanto emerge da uno studio di Manjari Tripathi, dell’All India Institute of Medical Sciences di Nuova Delhi pubblicata sulla rivista Neurology.
Fumano di più, si sentono più soli e sono più disinibiti, per loro fare sexting è normale. È questo il ritratto dei figli diciottenni di under 40 emergente dall’analisi dei dati raccolti dalla Fondazione Foresta Onlus di Padova grazie ad un questionario distribuito a 4.383 studenti tra i 18 e i 20 anni (1.781 maschi e 2.592 donne, età media 18,4 anni) delle scuole superiori del Padovano e del Leccese, all’interno del progetto “Prevenzione andrologica permanente nelle Scuole”. Fondazione Foresta ha posto un focus preciso sui 528 giovani che hanno dichiarato di avere genitori “giovani” (under 40 al momento del sondaggio, quindi con un’età di concepimento attorno ai vent’anni, sono il 27,8% del campione) o genitori “vecchi”, ossia over 60 (quelli che hanno avuto figli verso i quarant’anni, sono il 14,1% del campione).
Messo a punto un tool basato sull’intelligenza artificiale che predice il successo della terapia nell’80% delle pazienti con tumori ovarici con una accuratezza dell’80%, molto superiore a quella dei metodi attualmente utilizzati. Lo strumento si chiama IRON (Integrated Radiogenomics for Ovarian Neoadjuvant therapy): analizza diverse caratteristiche cliniche della paziente, dal DNA tumorale circolante nel sangue (biopsia liquida) a caratteristiche generali (età, stato di salute, etc) ai marker tumorali e alle immagini della malattia acquisite con la TAC, ed esprime una previsione sulle chance di successo della terapia.
Le nanoplastiche alterano il delicato equilibrio e la relazione esistente nel microambiente osseo, attività che potrebbe riflettersi in una maggiore suscettibilità a sviluppare patologie legate all’impoverimento osseo. A queste conclusioni sono giunti gli scienziati dell’Università degli Studi di Milano in uno studio pubblicato su Science Direct - Journal of Hazardous Materials. Le nanoplastiche, ad oggi, rappresentano una delle più recenti categorie di contaminanti emergenti, la cui distribuzione in ambiente e gli effetti sugli esseri viventi sono largamente sconosciuti.
Molti farmaci per il trattamento di infezioni comuni nei bambini e nei neonati non sono più efficaci in gran parte del mondo. Sono queste le conclusioni allarmanti di uno studio dell'Università di Sidney, pubblicato sulla rivista The Lancet Regional Health Southeast Asia, secondo il quale molti antibiotici raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno un’efficacia inferiore al 50% nel trattamento delle infezioni infantili come polmonite, sepsi e meningite. Per questo, secondo i ricercatori, anche le linee guida globali sull’uso degli antibiotici dovrebbero essere aggiornate.
Il profilo cognitivo dei nativi digitali è molto simile a quello dei dislessici, da cui potremmo ispirarci per cambiare il mondo della scuola e i suoi “antiquati” modelli di insegnamento. Nell’era digitale, infatti, le modalità di elaborazione delle informazioni è olistica e spaziale-visiva, proprio come il pensiero di tipo dislessico. Anche per questo la ricerca sul profilo cognitivo dei nativi digitali apre nuove strade nel campo dell’apprendimento e nella revisione dei modelli di insegnamento. È quanto emerso nel convegno “Come prevenire le difficoltà di apprendimento degli alunni con Dsa e non, valorizzando attitudini e talenti”, organizzato dall’associazione Il Laribinto Progetti Dislessia Onlus nell’ambito della XII edizione di EXPO Training 2023 a Milano.
È una rivoluzione mancata, quella dei vaccini per le allergie in Italia. Le linee guida internazionali raccomandano l’immunoterapia allergene specifica (AIT) come la migliore terapia in grado di cambiare il decorso naturale delle allergie respiratorie e di quelle alle punture d’insetto. Ma se sono 6 milioni, pari alla metà dei pazienti allergici, quelli candidabili all’uso dei vaccini, solo il 2% ne fa attualmente uso. Una situazione paradossale, dovuta alla mancanza di rimborsabilità, di un’adeguata rete di assistenza allergologica sul territorio e alla scarsa informazione. A lanciare l’allerta sono gli esperti della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), in occasione del XXXV congresso nazionale che si è tenuto a Bologna.
L’immunoterapia - ovvero quella classe di farmaci, prevalentemente anticorpi, che aiutano il sistema immunitario del paziente a riconoscere le cellule tumorali e ad eliminarle – si è dimostrata negli ultimi anni capace di “rivoluzionare” il trattamento di pazienti affetti da numerosi tipi di tumore, come il carcinoma polmonare, i tumori genitourinari e il melanoma, favorendo risultati migliori in termini di sopravvivenza e qualità di vita, rispetto alle terapie convenzionali quali la chemioterapia. La risposta a queste terapie sembra però essere influenzata, indipendentemente dal tumore solido trattato, dal genere: gli uomini rispondono meglio al trattamento rispetto alle donne. In particolare, uno studio che ha coinvolto 11mila pazienti, pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology nel 2018 dal dottor Fabio Conforti, Responsabile della Sezione di Senologia Medica dell’Area Oncologica di Humanitas Gavazzeni di Bergamo, ha rilevato che con l’utilizzo di farmaci immunoterapici, le donne ottengono un beneficio inferiore di circa la metà in termini di sopravvivenza rispetto agli uomini.
Si stima che ogni anno negli Stati Uniti 250.000 persone muoiano per errori medici evitabili: molti di questi errori sono imputabili a falle del processo diagnostico. Un modo efficace per aumentare l'accuratezza diagnostica è quello di combinare le diagnosi di più medici in una diagnosi collettiva. Tuttavia, nell’ampio contesto della medicina clinica generale, non esistono metodi affidabili per aggregare diagnosi indipendenti. Un team di ricerca del Max Planck Institute for Human Development, dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Istc)Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Istc) e della Norwegian University of Science and Technology (hanno recentemente sviluppato una soluzione completamente automatizzata utilizzando metodi di intelligenza artificiale e di ingegneria della conoscenza. I risultati sono stati pubblicati su PNAS.
I dispositivi elettronici per lo styling dei capelli, come piastre o ferri arricciacapelli, sono tra le prime cause di ustione nei bambini. Uno studio internazionale, presentato a Washington nel corso dell’assemblea annuale dell’American Academy of Pediatrics ha registrato quasi 31mila ustioni tra bambini e giovani, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2022. Tra tutte le ustioni tra i più piccoli, quelle causate dai dispositivi per i capelli rappresentano il 97,4%.
Nelle prime fasi di sviluppo dell'Alzheimer - la più comune forma di demenza senile, caratterizzata dalla degenerazione del tessuto nervoso con accumulo di una proteina anomala detta beta-amiloide e sviluppo di intrecci neurofibrillari - alcune cellule cerebrali svolgono un'attività pro-infiammatoria. A spiegare come, individuando anche una strategia per contrastarla, è uno studio condotto dall'Università di Foggia, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Redox Biology. Il progetto ha dimostrato che le cellule di microglia nelle prime fasi dell’Alzheimer presentano una significativa riprogrammazione metabolica che guida la loro attività pro-infiammatoria.