La società Hexpress Ltd ha ricevuto dall'Antitrust, a seguito dell'istruttoria effettuata da AIFA e NAS con la collaborazione di un gruppo di lavoro sulle farmacie web illegali, l'ordine di sospendere la vendita di farmaci etici veicolata tramite i siti 121doc.net, it.121doc.net e 121doc.it.
La Hexpress Ltd dovrà adeguarsi alle direttive entro 5 giorni.
Lo comunica una nota dell’Aifa che parla del provvedimento come dell'esito di un’indagine mirata, avviata per ragioni di tutela della salute pubblica da AIFA, NAS, Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico, anche in considerazione delle segnalazioni di Guardia di Finanza - Nucleo Speciale Tutela Mercati, Federfarma e Federazione Ordine Farmacisti Italiani (FOFI), che ha indagato anche sui siti anagen.net e webpharmacy.biz.
È stata ricostruita la provenienza dei medicinali rispetto agli indirizzi web da parte degli esperti di AIFA e NAS attraverso strumenti di intelligence informatica. Particolare attenzione è stata posta al sito anagen.net, strutturato in modo tale da fungere come un vero e proprio “ponte virtuale” tra l’Italia e i siti localizzati nel Regno Unito, incluso Webpharmacy.biz, dedito alla commercializzazione di farmaci generici soggetti a prescrizione medica.
Alla base del provvedimento di sospensione il fatto che tutti i siti oggetto di indagine contenevano informazioni ritenute fuorvianti, con la capacità di indurre il consumatore italiano a ritenere erroneamente “lecito” l’acquisto di farmaci on line, nonostante ciò che prescrive la normativa, che non consente la vendita di farmaci su Internet. Le motivazioni del provvedimento sono da ricercarsi, in primo luogo nei gravi rischi per la salute cui sono esposti i consumatori laddove “indotti” ad acquistare farmaci con obbligo di prescrizione medica (prevalentemente quelli per il trattamento delle disfunzioni sessuali) senza i necessari controlli medici; i farmaci inviati a seguito di acquisto on-line, inoltre, erano accompagnati dal solo foglietto illustrativo in lingua inglese, contrariamente a quanto stabilito dalla normativa vigente nel nostro paese, che prevede l’obbligo di vendere al pubblico farmaci con indicazioni in italiano, ivi incluso il foglietto illustrativo.
Secondo la nota AIFA: Il provvedimento riguarda al momento i soli siti della società Hexpress Ltd.
Iniziative comequesta fanno parte dei progetti Europei FAKESHARE (2012) e FAKESHARE II (2013), presentati dall’AIFA in collaborazione con le Autorità farmaceutiche di paesi come l’Inghilterra, con l’obiettivo, tra gli altri, di rafforzare la collaborazione intersettoriale e internazionale nella lotta alla distribuzione illegale di farmaci attraverso Internet.
Sembra quasi un’ovvietà, ma così è: c’è un legame tra la spesa sanitaria di un Paese europeo e il numero di morti per tumore in quel Paese. A confermarlo, uno studio presentato all’European Cancer Congress 2013 di Amsterdam e pubblicato sull’Annals of Oncology.
BrEAST (Breast European Adjuvant Studies Team), questo il nome dello studio, è stato condotto in Belgio con dati da tutta Europa, provenienti dai database dell’Oms, del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. “Abbiamo osservato che maggiore era la spesa sanitaria, minori i decessi dopo la diagnosi di cancro. Un risultato particolarmente marcato nel caso del tumore alla mammella”, ha spiegato Felipe Ades, co-autore dello studio. “Inoltre, abbiamo osservato che nonostante gli sforzi che sono stati fatti in Europa per tentare di standardizzare questa voce del bilancio pubblico dei diversi governi, i ventisette paesi membri dell’Unione investono ancora in maniera molto diversa tra loro nella sanità, e dunque hanno valori di incidenza e mortalità per tumore molto diversi. E la differenza si nota in particolare se si mettono a confronto i paesi occidentali con quelli dell’est”.
Per giungere a queste conclusioni è stato considerato il PIL delle diverse nazioni, si è valutato quanta parte di esso sia destinata alla Sanità – per anno e per cittadino - e messi a confronto questi dati con le stime sulla porzione di pazienti che muoiono a seguito di una diagnosi di tumore. “Forse non stupisce che la spesa pro-capite per la sanità sia fortemente correlata al reddito della nazione”, ha spiegato Ades. “Ma stupisce che ci sia una sorta di netta cesura tra i Paesi dell’est e quelli occidentali: chi spende di più tra i primi (la Slovenia, con una spesa pro-capite di 2551 dollari), spende comunque meno di chi spende meno tra i secondi (il Portogallo, con una spesa annua a cittadino che si aggira intorno ai 2600 dollari)”.
Insomma, si tratta di una ricerca, secondo gli scienziati che l’hanno condotta, che dovrebbe avere un grande impatto sulle politiche sanitarie in Europa: c’è da aggiungere che, oltre a una minore mortalità per il cancro, i Paesi che spendono di più presentano anche un’incidenza maggiore per i tumori, probabilmente perché vengono riconosciuti e diagnosticati più facilmente.
Fonte Quotidiano Sanità
Progetto educazionale Pianeta Uomo
Nell’ambito della kermesse, domenica 6 ottobre ore 16.30, La qualità “equivalente”: strumento di efficacia terapeutica e non solo…
Sala Pianeta Uomo, Palazzo dei Congressi, Riccione
Pianeta Uomo è un progetto educativo all’insegna del benessere e del divertimento culturale, promosso dalla Società Italiana di Urologia e rivolto alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni, dove l’uomo e le sue relazioni sono al centro di seminari, dibattiti ed eventi coinvolgenti.
Una campagna di comunicazione e sensibilizzazione sui temi del benessere e degli stili di vita, dall’adolescenza alla terza età, per divulgare i segreti per stare bene con se stessi e con gli altri.
Attraverso la testimonianza di esperti urologi, sociologi ed esponenti del mondo culturale, Pianeta Uomo offrirà al pubblico sessioni divulgative e programmi di entertainment riguardanti la qualità di vita, la prevenzione, lo sport, la vita di relazione e il tempo libero.
Appuntamento di spicco domenica 6 ottobre, dalle 16.30 alle 18: La qualità “equivalente”: strumento di efficacia terapeutica e non solo…
Tutti noi, in quanto cittadini, da qualche anno abbiamo a disposizione come strumenti di risoluzione di patologie sia acute che croniche i farmaci equivalenti, conosciuti anche con il nome di farmaci generici. Spesso però si assiste a una vera e propria strategia di disinformazione su questa importante categoria di farmaci, che mette in discussione la loro qualità e la loro efficacia, provocando spesso diffidenza e resistenza verso il loro utilizzo. Il farmaco equivalente rappresenta invece un reale e ulteriore strumento di approccio e risoluzione di molte patologie, garantendo oltre alla sua efficacia e sicurezza, anche un significativo risparmio economico, sia per il singolo utilizzatore sia per le strutture sanitarie pubbliche.
In questa occasione, importanti esperti della materia chiariranno con semplicità e in modo pratico gli aspetti più significativi del loro corretto utilizzo e spiegheranno come una corretta comunicazione tra paziente, medico e farmacista sia la base costruire un reale triangolo di efficacia terapeutica.
Altri appuntamenti:
IncontriAMOci consapevolMENTE: I GIOVANI E IL BENESSERE SESSUALE
Venerdì 4 ottobre, inizio ore 8, 10 e 12
Sabato 5 ottobre, inizio ore 8 e ore 10.
DI PADRI IN FIGLI:
PASSAGGI DI VITA, STORIE DI EMOZIONI. LA RELAZIONE TRA LE DUE GENERAZIONI
Sabato 5 ottobre, ore 15
Tutte le informazioni sul progetto sul sito dedicato pianetauomo.eu
L'intervento di Giovanni Gabrielli, esperto di comunicazione sanitaria, in merito all'incontro di domenica 6 ottobre a Riccione durante l'evento "Pianeta Uomo": http://www.youtube.com/watch?v=KGT-dzxiD7U
Il prossimo 16 ottobre, alle ore 16, presso la sede di Federfarma di Roma (via dei Tizi, 10), si terrà un workshop dedicato ai farmaci bioequivalenti e biosimilari.
La partecipazione è gratuita e ci si può iscrivere online seguendo questo link: http://my.questbase.com/take.aspx?pin=3654-8198-6579
"Negli ultimi vent’anni si è assistito a un radicale cambiamento nell’accesso alle cure grazie ai farmaci generici che hanno portato la spesa sanitaria verso una maggiore razionalizzazione dei costi.
Una simile possibilità è rappresentata dai farmaci biotecnologici, immessi in commercio negli anni Ottanta e prossimi alla scadenza brevettuale, che consentirebbero la registrazione di farmaci biosimilari permettendo l’accesso alle cure di malati gravi che ora ne sono esclusi per mancanza di risorse economiche.
Una vera e propria rivoluzione con effetti profondi sulla spesa pubblica ma anche sul mercato e suoi tradizionali protagonisti, sull’impulso alla ricerca, sulla nascita di nuove imprese, sulla società e, più importante di tutto, sulla salute dei singoli cittadini.
Nel Workshop si parlerà di tutto questo affrontando l’argomento dal punto di vista scientifico, sociologico e di comunicazione, istituzionale e di sostenibilità, della formazione e della ricerca, dell’informazione, della partecipazione dei cittadini.
Segue una tavola rotonda con le imprese del settore che si confronteranno sulle differenti strategie per il futuro."
Ce lo dice un rapporto pubblicato recentemente da “Access to Medicine Index”, dove vengono analizzate e valutate tutte le principali industrie farmaceutiche che operano a livello mondiale, le cosiddette “big pharma”.
Ogni due anni, l'indice delle multinazionali del farmaco “più buone” classifica le prime 20 società del mondo farmaceutico in base a come facilitano l’accesso da parte dei poveri del mondo alle medicine di cui detengono i brevetti, quanta ricerca fanno sulle malattie tropicali, la loro etica per le sperimentazioni cliniche nei paesi poveri e altri parametri di valutazione simili, per un totale di 101 indicatori analizzati.
Hans V. Hogerzeil, ex direttore del programma dell'Oms per i farmaci essenziali e le politiche farmaceutiche, commenta così l’iniziativa: “Nonostante i progressi dell'ultimo decennio, ancora circa un terzo della popolazione mondiale non ha accesso regolare ai farmaci essenziali. Molti di questi vivono nell'Africa Subsahariana, ma circa un miliardo di queste persone vive in paesi in via di sviluppo e in economie emergenti nelle quali il divario tra le classi più abbienti e quelle più povere, che vivono con meno di un dollaro al giorno, continua ad ingrandirsi” e prosegue “Queste persone devono far fronte a diversi tipi di 'barriere', nell'accesso ai servizi sanitari. Da una parte la mancanza di centri di ricerca che si occupano di condizioni presenti in zone specifiche, che fa sì, ad esempio, che non esistono farmaci veramente a prova di temperature tropicali, da somministrare nei paesi più caldi. Oppure i medicinali esistono ma sono troppo costosi, o magari non disponibili in un dato paese, o ancora con tempi di attesa troppo lunghi. Infine, potrebbero esserci prodotti che non hanno un profilo di sicurezza, di qualità e di efficacia ben definito”.
Avviata nel 2008, l’iniziativa “Access to Medicine Index” nasce quindi con lo scopo di portare alla luce i comportamenti delle industrie farmaceutiche nei paesi più poveri del terzo mondo, stilando una classifica e inducendole in questo modo ad impegnarsi maggiormente nelle aree del mondo più bisognose per rendere accessibili farmaci, test diagnostici, vaccini, tecnologie e apparecchiature mediche. Questo tentativo sembra aver funzionato, nonostante lo scetticismo iniziale di molte “big pharma” se andiamo a guardare i risultati: dal 2008 ad oggi il primo posto in classifica è sempre stato saldamente nelle mani di Glaxo Smith Kline, ma le successive posizioni hanno visto alternarsi varie multinazionali che stanno implementando dei programmi sempre più etici per la commercializzazione dei loro prodotti e l’assistenza ai più poveri. Nell’ultimo rapporto, tra le industrie che si sono impegnate di più in questo senso balzano all’occhio Johnson & Johnson, che passa dal 9° al 2° posto, e Sanofi che dal 5° è passata al 3° posto in classifica.
Queste sono le “big pharma” che si sono più impegnate per aiutare i poveri del mondo nel loro accesso a farmaci e cure, ma l’iniziativa ha spinto tante altre a fare passi in avanti visto che ben 17 su 20 hanno migliorato il loro punteggio assoluto nel corso degli ultimi anni, creando una sorta di “circolo virtuoso” nell’industria del farmaco.
Hogerzeil afferma che si potrà migliorare l'accesso ai servizi sanitari in tutto il mondo solo se le grandi industrie si sforzeranno di aumentare la trasparenza, differenziare i prezzi e la donazione di farmaci da Paese a Paese e rendere più facile per i paesi in via di sviluppo accedere ai dati dei trial clinici, in modo da velocizzare l'approvazione dei farmaci generici. E conclude così: “Solo così le case farmaceutiche potranno liberarsi dell'etichetta negativa che si sono guadagnate negli ultimi anni”.
Per maggiori informazioni visitate www.accesstomedicineindex.org, per vedere la classifica visitate www.accesstomedicineindex.org/ranking ed infine ecco il link per scaricare il rapporto completo.
Buona lettura!
Dalle risultanze di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone e condotta dal N.A.S. Carabinieri di Latina congiuntamente con l’Agenzia Italiana del Farmaco, che hanno già portato nel giugno 2013 al ritiro dei lotti di Ozopulmin prodotto dalla ditta Geymonat, è scaturito, seppure in via precauzionale, il divieto di utilizzo di tutti i lotti in corso di validità dei medicinali fabbricati presso la stessa officina di produzione Geymonat, a causa di sospetti difetti di qualità.
Si tratta di un provvedimento cautelativo, emanato dall’AIFA in attesa dei risultati delle verifiche straordinarie in corso, (verifiche straordinarie che in via precauzionale sono state disposte per tutte le confezioni in commercio prodotte dell’azienda, per un valore stimato di diversi milioni di euro), adottato a seguito di costanti azioni di monitoraggio volte a ridurre ogni rischio, anche solo ipotetico, per la salute dei pazienti, legate nello specifico alla possibile presenza di un quantitativo di principio attivo inferiore a quello approvato e indicato in etichetta.
Le confezioni di medicinali appartenenti ai lotti oggetto del divieto di utilizzo devono essere accantonate in attesa di acquisire l’esito degli approfondimenti tecnici eseguiti dall’Istituto Superiore di Sanità, che potrebbero portare alla revoca del provvedimento AIFA qualora dovesse essere accertata la totale assenza di difetti di qualità.
In tal caso le confezioni potrebbero essere ancora utilizzabili entro la data di scadenza riportata in etichetta.
Nel caso in cui, invece, venisse confermato un problema relativo alla qualità dei medicinali oggetto del provvedimento cautelativo, i lotti verranno ritirati definitivamente dal commercio.
Al momento i medicinali sono bloccati nelle farmacie o presso i grossisti.
Coloro che dovessero avere in casa delle confezioni sono invitati a non utilizzarle in attesa del completamento delle indagini: l’evoluzione della situazione verrà tempestivamente comunicata.
Per il dettaglio dei farmaci oggetto di divieto di utilizzo, si consiglia di consultare il sito dell'Agenzia Italiana del Farmaco
Fonte www.agenziafarmaco.gov.it
L'assunzione concomitante di due o più farmaci è sempre più diffusa tra i pazienti anziani italiani, configurandosi come indice di severità clinica e rappresentando un fattore di rischio di interazione farmacologica.
È quello che emerge da un'indagine svolta dai componenti dal Geriatrics Working Group dell’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco.
Secondo la ricerca, l’11% della popolazione anziana, cioè più di 1,3 milioni di individui, assume più di 10 farmaci al giorno. In particolare, coloro che hanno tra i 75 e gli 84 anni di età sono stati esposti al più alto carico farmacologico, con il 55% dei soggetti trattati con 5-9 farmaci e il 14% con 10 o più farmaci. La prevalenza della politerapia, così si chiama l'assunzione o la prescrizione di due o più farmaci contemporaneamente, è stata inferiore nei soggetti di età di 85 anni o più rispetto a quelli tra i 75-84 anni, “un dato che potrebbe far pensare a un approccio più attento al trattamento farmacologico nel soggetto più anziano. In effetti, la coesistenza di una complessità clinica e di una aspettativa di vita limitata, insieme alla mancanza di prove di efficacia derivanti da studi clinici su persone molto anziane, non forniscono ai medici le conoscenze adeguate sui risultati associati ad un trattamento farmacologico aggressivo”.
Come era intuibile, i ricercatori sottolineano l’enorme tasso di rischio strettamente legato alla polifarmacoterapia. In particolare per i pazienti che assumono 5 o più farmaci, presentano “Un aumento del rischio di mortalità. In tre studi di popolazione, condotti su registri di prescrizione sia nazionali che locali svedesi, è stato dimostrato come l’incremento delle interazioni gravi fosse linearmente correlato al numero dei farmaci assunti e aumentasse per i soggetti di sesso maschile di età compresa tra i 70 e gli 89 anni. Per quanto riguarda l'Italia, uno studio (Onder e coll.) ha riportato come, nei soggetti anziani ricoverati, l’incremento del numero dei farmaci aumenti il rischio di reazioni avverse (18% per ogni farmaco in più)”. Per questo “conoscere il consumo di farmaci e l’impatto della polifarmacoterapia nella popolazione ultrasessantacinquenne fornisce informazioni critiche per la valutazione dell’attività prescrittiva, oltre a indicazioni sul possibile rischio sia di interazioni farmacologiche negative che di trattamenti inappropriati”.
In Italia dal 2006 al 2013 la povertà sanitaria è aumentata in media del 97%. Tradotto, significa che sono aumentati i cittadini che hanno difficoltà ad acquistare i medicinali, anche quelli con prescrizione medica. Se fino a qualche tempo fa la crisi colpiva le famiglie costringendole a rinunciare ad alimenti, vestiti e generi di consumo, oggi la difficoltà riguarda anche la capacità di procurarsi le medicine. È questo uno dei dati che emerge dal dossier realizzato dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus e presentato con la Caritas Italiana in occasione della XXXIV edizione del Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione.
I dati sono stati raccolti nel corso di sette anni, dal 2006 al 2013, dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus che in tutta Italia raccoglie – grazie alla Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco e alle donazioni aziendali – e distribuisce agli enti convenzionati che ne fanno richiesta, medicinali. Le categorie sociali che fanno richiesta di medicinali sono ampie: famiglie numerose, anziani con pensione minima, immigrati, anche irregolari.
I risultati sono stati poi incrociati con i dati della Caritas Italiana provenienti da un campione di 336 Centri di ascolto attivi in 45 diocesi. In termini percentuali, l’aumento delle richieste di farmaci è stato del 57,1% in tre anni, anche se in termini assoluti non è tra le richieste prioritarie. Molto probabilmente, tale forma di richiesta è assorbita da altre voci del sistema di classificazione. In effetti tre sole voci - richiesta generica beni primari, richiesta generica sussidi economici e assistenza sanitaria – coprono il 70,4 % delle richieste complessive.
“Assistiamo ad un crescente bisogno di farmaci – commenta Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico – da parte delle più importanti strutture di assistenza caritative. In alcuni casi si tratta di vera emergenza a causa dell’aumento della crisi economica che colpisce soprattutto le famiglie. È quanto mai urgente che la Commissione Sanità del Senato approvi in via definitiva la proposta di legge che consentirebbe la donazione di farmaci da parte delle aziende farmaceutiche. È ora che la politica dia segnali concreti sul fronte della povertà sanitaria".
“Sono dati drammatici, ma purtroppo in linea con quelli della povertà nel suo complesso – afferma don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – Per invertire la rotta serve un lavoro comune fatto di alleanze e appare sempre più necessario uno sforzo congiunto, che sappia incrementare la capacità di intercettare le varie situazioni di povertà del territorio”.
Nell’Italia del Nord in sette anni (2006-2013) la povertà sanitaria è cresciuta del 71,91% passando da una richiesta dagli enti assistenziali di 255.783 confezioni di medicinali a 439.719. Forte è anche l'incremento dei farmaci donati, che da 192.490 confezioni del 2006 è passato a 255.338 nel 2013. Cresce la povertà, ma aumenta al Nord anche la solidarietà di chi decide di donare un farmaco a chi non se lo può permettere.
Nel Centro Italia la richiesta di farmaci in sette anni è cresciuta in maniera esponenziale, passando dalle 32.718 confezioni del 2006 alle 188.560 del 2013. Un incremento percentuale del 476,32%. Anche in questo caso si assiste anche alla crescita corposa della solidarietà che ha fatto registrare l’incremento dei farmaci donati del 94,24% passando dalle 23.670confezioni alle attuali 46.034.
Al Sud Italia e nelle Isole la crescita del fabbisogno farmaceutico è cresciuto in maniera contenuta, attestandosi attorno al 33,42%. Si è passati dai 91.890 confezioni di farmaci richiesti dagli enti nel 2006 alle 122.600 confezioni del 2013. Modesto l’incremento dei farmaci donati con una variazione in sette anni del 2,46% passando dalle 46.556confezioni raccolte alle 47.699 dei primi 7 mesi del 2013.
L’Aula di Montecitorio ha approvato definitivamente il Dl Fare senza apporre modifiche rispetto al testo arrivato dal Senato. Il provvedimento ha avuto il voto favorevole di 319 parlamentari, mentre 110 sono stati i no e 2 gli astenuti. Sel, Movimento Cinque Stelle e Lega Nord hanno votato contro.
Per la sanità le modifiche riguardano essenzialmente il Fascicolo sanitario elettronico (i cui tempi per la partenza slittano al 31 dicemnre 2015), l’ulteriore soppressione di certificati inutili e una gestione più razionale dei medicinali nei casi di modifiche apportate al bugiardino.
Per i certificati inutili è soppresso l'obbligo, previsto del decreto Balduzzi, di certificazione per l'attività ludico-motoria e amatoriale. Resta l'obbligo di certificazione presso il medico o pediatra di base per l'attività sportiva non agonistica. Saranno i medici o pediatri di base a stabilire se i pazienti necessitano di ulteriori accertamenti.
Modifiche al "bugiardino". Nell’ottica di una razionale gestione dei medicinali è stabilito che, nei casi di modificazioni apportate al foglietto illustrativo, l’Aifa possa autorizzare la vendita al pubblico delle scorte, subordinandola alla consegna al cliente, a cura del farmacista, di un foglietto sostitutivo conforme a quello autorizzato.
Ecco tutte le misure che riguardano la sanità:
Pagamenti debiti PA Le risorse per il pagamento dei debiti degli enti del Servizio sanitario nazionale, ripartite dal governo Monti in 40 miliardi divisi in due anni, e non richieste dalle regioni entro lo scorso 31 maggio, possono essere assegnate alle regioni che ne hanno fatto richiesta entro il 15 luglio. Si tratta di circa 280 milioni che dovrebbero andare al pagamento dei debiti delle Asl di Piemonte e Puglia.
Farmaci orfani e di eccezionale rilevanza terapeutica
L'emendamento proposto dal Governo, approvato dalla Camera in prima lettura e non modificato dal Senato, che modifica il decreto Balduzzi, prevede una corsia preferenziale per i farmaci orfani e di eccezionale rilevanza terapeutica (i cosiddetti “salvavita”). L'Aifa – tramite “sedute straordinarie delle competenti commissioni” – avrà massimo 100 giorni per il completamento delle procedure per il loro inserimento nel prontuario a carico del Sistema sanitario nazionale.
Sempre su questo articolo, nell’ottica di una razionale gestione dei medicinali, è stato introdotto un emendamento che stabilisce che, nei casi di modificazioni apportate al foglietto illustrativo, l’Aifa possa autorizzare la vendita al pubblico delle scorte, subordinandola alla consegna al cliente, a cura del farmacista, di un foglietto sostitutivo conforme a quello autorizzato.
Liquidità per la Croce Rossa Italiana
Il Ministero dell'economia e delle finanze mette a disposizione della Croce Rossa un anticipo di liquidità per una cifra massima di 150 milioni per il 2014 (Articolo 49-quater). L'anticipo è concesso, previa presentazione da parte della Cri di un piano di pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012.
Fascicolo sanitario elettronico
Il progetto del Fse deve essere realizzato entro il 31 dicembre 2015. Per questo è autorizzata una spesa di 10 milioni per il 2014 e di 5 milioni per il 2015. Le Regioni e le Province autonome presenteranno all’Agenzia per l’Italia digitale e al Ministero della Salute il piano di progetto per la realizzazione del Fse, redatto sulla base delle linee guida rese disponibili dalla medesima Agenzia e dal Ministero della Salute, anche avvalendosi di enti pubblici di ricerca.
Alla realizzazione del FSE sono tenute le regioni e le province autonome per l'accesso al finanziamento integrativo a carico del Ssn.
Inoltre per favorire la qualità, il monitoraggio, l'appropriatezza nella dispensazione dei medicinali e l'aderenza alla terapia ai fini della sicurezza del paziente, è istituito il dossier farmaceutico quale parte specifica del FSE, aggiornato a cura della farmacia che effettua la dispensazione.
Abrogazione dei certificati inutili
Sono eliminate tutte le certificazioni mediche oggi necessarie per accedere a impieghi pubblici e privati, limitatamente alle professioni non a rischio.
Per promuovere la pratica sportiva e per non gravare cittadini e Ssn di ulteriori onerosi accertamenti e certificazioni, è soppresso l'obbligo di certificazione per l'attività ludico-motoria e amatoriale previsto dall'articolo 7, comma 11, del decreto Balduzzi. Resta l'obbligo di certificazione presso il medico o pediatra di base per l'attività sportiva non agonistica. Sono i medici o pediatri di base a stabilire se i pazienti necessitano di ulteriori accertamenti.
Donazione degli organi
I Comuni trasmetteranno i dati relativi al consenso o al diniego alla donazione degli organi al Sistema informativo trapianti. Il consenso confluirà poi nel Fascicolo sanitario elettronico.
Obbligo assicurazione professioni sanitarie
Limitatamente agli esercenti le professioni sanitarie l’obbligo di assicurazione viene prorogato al 13 agosto 2014.
Stop alla visite di controllo per invalidi gravi
L’emendamento all’articolo 42/bis che esclude dalle visite di controllo per l’accertamento dell’invalidità tutti coloro che sono affetti da malattie gravi e irreversibili, da sindrome di down e da sindrome da talidomide. Il testo prevede inoltre che non sarà più sospesa l’erogazione della pensione nei casi, purtroppo non rari, di ritardo della vidimazione del verbale di invalidità.
Disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro
Si estende con alcune specificazioni, ad altri soggetti la disciplina in materia di sicurezza sul lavoro attualmente vigente per i componenti dell'impresa familiare, i lavoratori autonomi, i coltivatori diretti, i soci delle società semplici operanti nel settore agricolo, gli artigiani e i piccoli commercianti. L’estensione riguarda i volontari ovvero coloro che prestano la propria attività, spontaneamente e a titolo gratuito o con mero rimborso spese, in favore delle associazioni di promozione sociale. Sono previste alcune semplificazioni nelle procedure per le verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro da parte dei soggetti pubblici e privati competenti.
Il testo sul sito della Camera dei Deputati
Complici le vacanze e quindi molti studi medici chiusi per ferie e, dall'altro lato, i numerosi turisti di passaggio in città, sono sempre di più i farmacisti a Verona ai quali vengono richiesti da parte dei cittadini farmaci etici senza presentare la necessaria ricetta medica. I farmacisti, "costretti" a rifiutare, spesso diventano vittime di reclami e proteste. Ecco perché Federfarma Verona ha ritenuto opportuno intervenire, rilasciando una nota alla stampa in cui ha ricordato le regole della dispensazione in farmacia: «Chiedere al farmacista di anticipare un farmaco con la promessa di portare successivamente la ricetta SSN significa spingerlo a una pratica illecita e sanzionabile, che lo espone a rischi enormi. Invece, il rifiuto del farmacista viene interpretato come una mancanza di professionalità o, peggio ancora, di disponibilità nei confronti del cliente».
Esistono, tuttavia, casi in cui è consentita la dispensazione dell'etico senza ricetta e sono quelli elencati dal DM 31/03/2008, che comportano però il pagamento del medicinale da parte dell'assistito. «In tali casi inoltre» ricorda Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona, «può comunque essere dispensata una sola confezione con il più basso numero di unità posologiche, fatta eccezione per gli antibiotici iniettabili monodose che possono essere consegnati in numero sufficiente ad assicurare la continuità del trattamento sino a quando il paziente potrà rivedere il medico prescrittore».
Un recente fatto di cronaca riporta in primo piano la questione degli sprechi in farmacia. Il cittadino, dopo la morte della madre, si è rivolto alla struttura sanitaria locale che aveva distribuito i farmaci mai utilizzati dalla donna, ma non è stato possibile restituirli, perché non sarebbe stata garantita la tracciabilità del prodotto. L'uomo è stato così costretto a buttare via farmaci in confezioni integre per un valore di circa 1000 euro.
E così Federfarma, Federazione Nazionale Unitaria Titolari di Farmacia, ha emesso una nota con la quale si rivendica il ruolo delle farmacie quale vera garanzia "anti sprechi".
"Questo è sicuramente solo uno dei molti casi analoghi di spreco che si verificano ogni giorno in Italia, in quanto le strutture sanitarie pubbliche che distribuiscono farmaci direttamente ai cittadini dispensano abitualmente grandi quantitativi di medicinali per evitare al paziente e alle famiglie troppi spostamenti, anche tenendo conto degli orari di apertura limitati delle strutture. Proprio per evitare sprechi Federfarma da tempo propone a Regioni e ASL che tutti i farmaci siano distribuiti nelle farmacie che assicurano un monitoraggio costante e aggiornato dei consumi dei farmaci. La farmacia deve comunicare alla ASL l’avvenuta dispensazione al malato di ogni pezzo, seguendo la prescrizione del medico per periodi di terapia che non possono superare il mese." afferma la nota dell'Associazione.
"Anche la distribuzione dei presidi in farmacia - conclude Federfarma - è in grado di garantire al SSN vantaggi economici: infatti, il sistema per la gestione sanitaria integrativa on line (il sistema Web Care) di prodotti per il diabete, l’incontinenza, i pazienti stomizzati, i celiaci, ha già dato risultati positivi nelle realtà che lo hanno attivato, assicurando al SSN un monitoraggio continuo dei consumi e permettendo risparmi."
L'Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, ha diffuso una guida all'uso, trasporto e conservazione dei farmaci in viaggio e vacanza, nella quale si sottolinea che il calore dei mesi estivi può inficiare l'efficacia e la sicurezza di alcune cure, sia perché incide sullo stato dei farmaci stessi, sia perché altera lo stato di alcune patologie croniche.
Le indicazioni riguardano provvedimenti in generale, la conservazione dei farmaci d'estate, i farmaci al sole e in viaggio, e l'elenco delle possibili conseguenze avverse dei farmaci durante la stagione calda.
Note particolari riguardano poi i farmaci di emergenza (antibiotici, per insulina, sedativi etc) e quelli a base di ketoprofene (durante il loro trattamento e nelle due settimane successive è assolutamente sconsigliato esporsi al sole!).
In allegato, il pdf con l'intera guida da scaricare e leggere con attenzione (6 pagine, 164 KB).
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, per disfunzione erettile (comunemente detta impotenza) si intende l'”incapacità ricorrente o persistente a raggiungere e/o mantenere un'erezione adeguata a garantire lo svolgimento di rapporto sessuale soddisfacente per entrambi i partner”. Sono 35 milioni gli uomini europei che ne soffrono, 3 milioni in Italia.
Spesso è l'espressione di una patologia organica, psichica o di un problema di relazione di coppia.
Da pochi giorni la disfunzione erettile può esser affrontata con successo anche con i farmaci equivalenti a quelli originali che, a parità di efficacia e sicurezza, hanno prezzi più contenuti. Si tratta di farmaci che vanno assunti solo su prescrizione medica e vanno acquistati in farmacia per evitare il pericolo di contraffazione e quindi rischi per la salute.
È importante rivolgersi al proprio medico.
L'Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ha ideato e sta portando avanti il progetto Fakeshare, finalizzato a proteggere la salute dei cittadini dai pericoli derivanti dal commercio illegale di farmaci sul web.
Il progetto, avviato ufficialmente nel luglio 2013, ha durata di due anni e sarà finanziato dalla Commissione Euripea (che lo ha approvato) con oltre 350.000 euro, facendolo rientrare nel programma 'Prevention of and fight against crime'. Così il Direttore Generale dell'Aifa, Luca Pani: "La vendita online di farmaci contraffatti o pericolosi è un fenomeno che va affrontato a livello globale L’Aifa da sempre in prima linea con ottimi riscontri su questo fronte, con il progetto europeo Fakeshare si fa promotrice di un innovativo modello di collaborazione e di scambio di informazioni a livello internazionale". L’obiettivo del progetto è quello di coordinare le iniziative di contrasto portate avanti dai singoli Paesi europei, garantendo una gestione condivisa del monitoraggio sulle e-pharmacies attraverso sistemi di Information Technology gestiti dall'Aifa.
Parteciperanno, in qualità di co-beneficiari, le Agenzie regolatorie di Spagna (Aemps), Portogallo (Infarmed) e Cile (Anamed), l’Università di Roma (La Sapienza, Facoltà di Psicologia) e l’Università di Trento (gruppo di ricerca e-crime, Facoltà di Giurisprudenza) e il Ministero dello Sviluppo Economico.
Fakeshare prevede anche il coinvolgimento di altri partner, pubblici e privati, che supporteranno gli studi di intelligence informatica e la loro condivisione a livello europeo, come il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute-Nas, l’Agenzia regolatoria farmaceutica del Cile (Anamed), l’Ente statunitense LegitScript, l’Agenzia investigativa Psi (Pharmaceutical security institute) e la Federazione europea dei produttori di farmaci Epfia (European federation of pharmaceutical industries and associations).
Spesso si sente dire che i farmaci generici vengono prodotti nei Paesi del Terzo Mondo e che, di conseguenza, non seguono le norme di sicurezza necessarie e sono privi delle garanzie europee. Il Presidente di Assogenerici, Enrique Hausermann, ribadisce ancora una volta che non è così: «Tutto falso. Le 50 aziende di AssoGenerici danno lavoro a 10 mila italiani e affidano il 60% della produzione a contoterzisti italiani. Il 50% dei generici commercializzati in Italia sono in realtà prodotti in Italia e il resto in Europa. Si sale al 100% per tranquillanti e antibiotici».
Un bilancio positivo per l’industria dei farmaci generici in Italia è quanto emerso dall’incontro che ha avuto luogo oggi a Roma, organizzato dall’Ente europeo dei farmaci generici, EGA, e da AssoGenerici.
Un tavolo tecnico-istituzionale che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di tutti i dicasteri e delle agenzie di riferimento del comparto. All’incontro, presieduto dal presidente dell’EGA, Edda Eggertsdottir, e da Enrique Häusermann, presidente di AssoGenerici, sono intervenuti il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il direttore generale dell’AIFA, Luca Pani, Marcella Marletta, direttore generale Farmaci e Dispositivi Medici del Ministero della Salute, Marco Iezzi, del dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico e Emanuela Pieroni, sezione monitoraggio e spesa farmaceutica dell’AGENAS.
In Europa, l’industria dei generici costituisce uno dei settori chiave dell’economia, con più di 1.000 aziende produttrici che danno impiego a 150.000 persone e con un export esteso su oltre 100 paesi. Un mercato che genera risparmi per 35 miliardi di euro l’anno e che investe il 7% del suo fatturato in Ricerca e Sviluppo. Benché ancora lontano dai risultati raggiunti a livello europeo, il consumo dei farmaci generici in Italia ha registrato, soprattutto negli ultimi mesi, dati positivi, malgrado un quadro normativo più volte modificato e che ha costituito senz’altro un ostacolo al suo sviluppo. Al tavolo, l’impegno da parte delle istituzioni per una ulteriore diffusione e tutela dei farmaci equivalenti e della cultura del generico in Italia.
Fonte assogenerici.org
Il Veneto si dimostra una Regione virtuosa dal punto di vista della Sanità. Lo dimostra una ricerca di AboutPharma, secondo i cui risultati è alto il ricorso ai farmaci equivalenti.
“La ricerca di AboutPharma sull’utilizzo dei farmaci equivalenti è l’ennesima dimostrazione della virtuosità della sanità veneta. Che il 30% del totale dei farmaci sia composto da equivalenti, pari al 15% dell’intera spesa farmaceutica netta, è il segnale che un’attenta politica farmaceutica può garantire lo stesso livello di efficacia e produrre economie di svariati milioni di euro l’anno. È una delle tante buone pratiche della sanità veneta che segnalo a chi sostiene che è necessario individuare una nuova mappa degli sprechi, musica per le nostre orecchie, e a chi invece ritiene che il modello sanitario regionale vada rivisto perché non avrebbe prodotto un’efficienza dei servizi proporzionata alla spesa”. Lo ha sottolineato l'Assessore alla Sanità Luca Coletto. “In generale – ha ricordato – in due anni abbiamo abbattuto la spesa farmaceutica di circa 130 milioni di euro, grazie all’appropriatezza delle prescrizioni in collaborazione con i medici di base, ma grazie anche alla diffusone dell’utilizzo del generico. Senza voler raggiungere il picco dell’Inghilterra che tocca l’80% di utilizzo del generico di sicuro però puntiamo ad allinearci alla media europea del 50%, obiettivo che considero raggiungibile continuando nel quotidiano lavoro di ottimizzazione delle scelte nell’erogazione dei farmaci”.