Gli antibiotici andrebbero assunti sempre in modo appropriato, non solo per evitare l'emergere di super-batteri resistenti, ma anche per prevenire lo sviluppo del tumore del colon. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati di uno studio presentato in occasione dell’Esmo, il Congresso mondiale sul cancro gastrointestinale 2021 che si è tenuto virtualmente dal 30 giugno al 3 luglio scorso. Le conclusioni suggeriscono che limitare l'uso di antibiotici potrebbe salvare molte vite. Lo studio infatti mostra che questi medicinali possono aumentare il rischio di cancro dell'intestino crasso, specialmente nelle persone di età inferiore ai 50 anni.
Un matrimonio difficile, complicato e insoddisfacente può anticipare la data della morte di un uomo. Almeno questo è quello che ha scoperto un team di ricercatori dell’Università di Tel Aviv in uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Medicine . I ricercatori hanno ha monitorato per 32 anni la salute di 10mila uomini, partendo da dati raccolti a partire dagli anni ’60. Ebbene, secondo quanto emerso, l’infelicità tra le mura domestiche, anche solo percepita, ha portato al decesso per patologie cerebrovascolari, come ictus, ischemie, aneurismi o arterie occluse, con un’incidenza paragonabile a quella dei fumatori o di chi conduce una vita sedentaria.
Il consumo di caffè è associato a un rischio minore di sviluppare malattie croniche del fegato, come ad esempio le epatiti e il fegato grasso. L'effetto benefico sarebbe indipendente dalla tipologia di caffè: fa bene sia se è istantaneo, macinato o decaffeinato. Ad arrivare a queste conclusioni è stato uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Southampton e dell’Università di Edimburgo, che si è basato sull'analisi di dati riguardanti 494.585 partecipanti alla UK Biobank, una banca dati sfruttata per studiare i fattori genetici o ambientali associati a determinate condizioni di salute. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista BioMed Central Public Health.
Resveratrolo, pterostilbene, polidatina e onochiolo sono alcuni dei polifenoli in grado di prevenire l'ictus ischemico o di accelerare il recupero in chi lo ha subito. A individuare questo mix di molecole è stato gruppo di ricercatori coordinati da David Della Morte Canosci, professore di Neurologia all'Università di Miami, di Medicina Interna all'Università Tor Vergata di Roma e all'Università San Raffaele di Roma e Direttore Medico Scientifico di Palazzo Fiuggi, grazie ad una review pubblicata sulla rivista Nutrients, i ricercatori hanno passato in rassegna oltre 80 studi sperimentali ed epidemiologici sull'argomento, passando poi a una serie di test condotti con un supplemento specifico.
Vengono utilizzati per migliorare il proprio aspetto e sentirsi in generale meglio, ma in realtà possono causare danni alla salute. Oltre la metà dei cosmetici, come rossetti, mascara e fondotinta, in commercio negli Stati Uniti, potrebbero causare gravi problemi, come ipertensione, malattie della tiroide, cancro ai reni e ai testicoli. Uno studio condotto dalla Notre Dame University ha rivelato che in molti dei comuni prodotti di bellezza contengono sostanze chimiche tossiche chiamate PFAS,
Ora che l'emergenza Covid-19 sembra essere sotto controllo, parte la sperimentazione clinica per i trapianti di isole pancreatiche “in capsule”. Il Centro Nazionale Trapianti e l’Ospedale Niguarda di Milano hanno approvato infatti il protocollo sperimentazione clinica che ha l’obiettivo di arrivare a una soluzione biologica per il diabete di tipo 1, che non necessita di terapie immunosoppressive per prevenire il rigetto d’organo. La sperimentazione, realizzata con il supporto della Fondazione Italiana Diabete onlus rappresenta un importante passo in avanti per la ricerca in ambito diabetologico, che potrà rivoluzionare la cura del diabete di tipo 1, malattia cronica autoimmune che interessa 250mila persone in Italia, soprattutto bambini e adolescenti, ma non solo.
Si chiama NEST4AD ed è uno studio lanciato dall'IRCCS Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, sotto la responsabilità di Michela Pievan, che ha lo scopo di indagare gli effetti della stimolazione non-invasiva per preservare la memoria. Lo studio si rivolge a persone di almeno 60 anni senza deficit cognitivi e mira a testare se la tecnica di neuromodulazione rTMS (stimolazione magnetica transcranica ripetuta) possa modulare, mediante l’applicazione di ripetuti impulsi magnetici, la comunicazione tra le aree della rete neuronale chiamata DMN (default mode network), la quale è associata alla memoria episodica ed autobiografica.
Grazie a un nuovo test del sangue presto sarà possibile sapere se una terapia contro il cancro sta funzionando o meno entro sole 24 ore dall'inizio del trattamento. Si tratta di uno strumento rivoluzionario che consentirà ai medici di ricalibrare le terapie e ai pazienti di accedere tempestivamente a trattamenti efficaci, beneficiando così di un aumento delle probabilità di sopravvivere. A mettere a punto il rivoluzionario test è stato un team di ricerca guidato da scienziati dell'Institute for Health Innovation & Technology dell'Università Nazionale di Singapore, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Ingegneria Biomedica, del Dipartimento di Chirurgia e dell'Istituto di biologia molecolare e cellulare dell'Agenzia per la scienza, la tecnologia e la ricerca di Singapore.
Si impara di più se ci si riposa. Uno studio condotto dagli scienziati del National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS), negli Usa, ha dimostrato che la fase di riposo attivo potrebbe contribuire in modo significativo al consolidamento della memoria associata alle sequenze di azioni. Lo studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports, ha coinvolto 30 volontari, a cui è stato chiesto di memorizzare ed eseguire in modo rapido e accurato una serie di attività ripetitive.
Contro la temutissima “Apocalisse antibiotica”, quel drammatico scenario che molti scienziati ritengono probabile a causa dell'aumento dei fenomeni di resistenza agli antibiotici, un aiuto potrebbe arrivare da una molecola progettata per inibire la produzione di un particolare gas da parte dei batteri. Il nuovo bersaglio individuato è l'idrogeno solforato, un gas che odora di uova marce, che svolge un ruolo fondamentale nella capacità innata dei batteri di resistere agli antibiotici. Un gruppo di scienziati della New York University Langone Health ha mostrato che interferendo con l'idrogeno solforato è possibile ripristinare la sensibilità dei batteri agli antibiotici. La nuova strategia è stata descritta sulla rivista Science.
Erano malattie che nessuno è riuscito a diagnosticare prima. Molto rare per essere individuate con i sistemi “tradizionali”. Ma ora, grazie a un imponente progetto di condivisione dati, quei 255 casi clinici in tutta Europa hanno trovato un nome. A esserci riusciti è stato un gruppo internazionale di scienziati afferenti al Center for Genomic Regulation, un centro di ricerca biomedica e genomica con sede a Barcellona. I risultati sono stati descritti in una serie di sei articoli pubblicati sull'European Journal of Human Genetics.
Anticipare la sveglia al mattino di soli 60 minuti potrebbe avere inaspettati benefici per la nostra salute mentale. Uno studio condotto dall'Università del Colorado Boulder e dal Broad Institute of MIT e Harvard ha rilevato che alzarsi un'ora prima potrebbe ridurre il rischio di depressione del 23 per cento. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista JAMA Psychiatry.
Un aiuto per i malati di sclerosi multipla potrebbe arrivare da molecole già utilizzate e quindi approvate. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Ferrara ha scoperto che alcune molecole, tra gli antipsicotici, potrebbero arrestare i meccanismi indotti dalla malattia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
Una proteina ingegnerizzata in laboratorio potrebbe rappresentare una “svolta” per le persone affette da distrofia muscolare. Testata su modelli animali, infatti, la 3S-HMGB1 si è rivelata in grado di ridurre l'infiammazione e promuovere la rigenerazione dei tessuti. Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, sono i ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
Le persone che tra i 45 e i 64 anni guardano con troppa frequenza la televisione hanno maggiori probabilità di sviluppare un declino cognitivo durante la vecchiaia. A rilevare questa allarmante associazione è stata una ricerca condotta dalla American Heart Association, che si è basata sull’analisi di tre studi preliminari. I risultati verranno presentati al prossimo congresso della società americana.
Il sogno di un vaccino efficace contro il diabete è vicinissimo alla sua realizzazione. L’iniezione della proteina glutammato decarbossilasi (GAD) si è dimostrata efficace nel prevenire il diabete di tipo 1 in un sottogruppo di individui con una specifica mutazione genetica, che caratterizza circa la metà dei pazienti. L’incoraggiante risultato, descritto sulla rivista Diabetes Care, deriva da uno studio clinico di fase II, condotto dagli scienziati dell’Università di Linköping, in Svezia, e finanziato dalla società farmaceutica Diamyd Medical.
Si accende una nuova speranza per i pazienti affetti da retinite pigmentosa, una patologia degenerativa che causa cecità. Un paziente non vedente, a cui è stata diagnosticata la malattia moltissimi anni fa, ha recuperato parzialmente la vista grazie all’utilizzo dell’optogenetica. Si tratta di una tecnica che permette di controllare specifiche cellule geneticamente modificate per rispondere agli impulsi di luce. Lo straordinario risultato è stato descritto sulla rivista Nature Medicine ed è frutto di un’ampia collaborazione internazionale, tra cui scienziati dell’Università di Pittsburgh e dell’Università Sorbonne di Parigi.
Gli sbadigli potrebbero non essere legati alla necessità di ossigenare il cervello. Una nuova ipotesi, formulata da un gruppo di scienziati dell'Università di Utrecht, suggerisce che lo scopo dello sbadiglio sia quello di abbassare la temperatura del cervello. E questo, stando a quanto riportato dalla rivista Communications Biology, varrebbe per molti animali e probabilmente anche per gli esseri umani.
Una nuova e promettente possibilità di cura per i bambini affetti da una malattia rara chiamata immunodeficienza combinata grave dovuta al deficit di adenosina deaminasi, più comunemente nota come Ada-Scid. Un gruppo di ricercatori del Great Ormond Street Hospital (GOSH) di Londra e dell'Università della California, Los Angeles ha testato con successo una nuova terapia genica che si è rivelata efficace su 48 dei 50 bambini coinvolti. I risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.
Le sigarette elettroniche non sono innocue, tutt'altro. Almeno secondo uno studio dell'University of Southern California Keck School of Medicine, che ha associato l'e-cig disturbi respiratorio. Lo studio, presentato durante la Conferenza internazionale della Società Toracica Americana, ha coinvolto 2.931 adolescenti e giovani adulti con un'età media di circa 19 anni.