Per la prima volta in Italia un paziente potrà riacquistare udito ed equilibrio grazie a un innovativo intervento chirurgico. L'operazione è stata eseguito lo scorso 19 luglio dall’équipe coordinata da Maurizio Barbara, direttore del Dipartimento di Neuroscienze, salute mentale e organi di senso dell'Università Sapienza di Roma e della UOC di Otorinolaringoiatria del Sant'Andrea. L’impianto inserito chirurgicamente nell'orecchio permetterà al paziente di riacquisire la funzione uditiva, ma soprattutto di recuperare importanti deficit vestibolari limitanti attività quotidiane come camminare e mantenere l’equilibrio in spazi poco illuminati.
Abiti che fanno da “scudo” contro le punture di zanzare Aedes aegypti, quelle responsabili della trasmissione di virus che causano malattie come Zika, dengue o febbre gialla. E' quanto hanno realizzato con successo gli scienziati della Vector Textiles, una startup dello Stato della Carolina del Nord e della North Carolina State University. I nuovi speciali vestiti sono stato descritti sulla rivista Insects.
Alcuni alimenti che vengono comunemente consumati, specialmente dai bambini e dai ragazzi, potrebbero aumentare il rischio di sviluppare una malattia infiammatoria intestinale (IBD). Si tratta dei prodotti da forno, snack confezionati, bevande gassate, cereali zuccherati, piatti pronti e altri cibi elaborati. A scoprirlo è stato un gruppo internazionale di ricercatori del progetto “Prospective Urban Rural Epidemiology” (PURE) in uno studio pubblicato sul British Medical Journal. Che la dieta giocasse un ruolo determinante nell’insorgenza di malattie intestinali lo si sapeva da tempo, ma i dati del nuovo studio fanno maggiore chiarezza sui rischi che si corrono con una dieta alimentare con alti livelli di zuccheri, grassi e sale aggiunti, nonché priva di vitamine e fibre.
Per la prima volta una paziente adulta, di circa 40 anni d'età, è stata trattata con un'innovativa terapia genica approvata e rimborsata in Italia contro una rara forma di malattia ereditaria della retina, l’amaurosi congenita di Leber. La terapia si chiama Voretigene naparvovec ed è stata somministrata dai medici della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. “In Italia sono già stati trattati con Voretigene naparvovec diversi bambini affetti da distrofia retinica ereditaria causata da mutazione bialleliche del gene denominato RPE65”, riferisce Stanislao Rizzo, professore ordinario di Oftalmologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma, e direttore UOC di Oculistica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Prevedere un ictus si può, anche 10 anni prima che questo si verifichi. Perché in questo lasso di tempo possono avvenire dei sottili cambiamenti che sembrano legarsi all'evento acuto. A individuarli è stato un gruppo di ricercatori dell'Erasmus MC University di Rotterdam in uno studio pubblicato sul Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry. Gli studiosi hanno esaminato i dati su 14.712 persone che sono state monitorate per ben 28 anni. I partecipanti hanno sostenuto una serie di test mentali e fisici e un colloquio all'inizio dello studio e poi, ogni due di anni.
Mai rinunciare a preziose ore di sonno perché pensare poi di recuperarle con grandi dormite in seguito è una vera e propria illusione. Uno studio condotto dall'University of South Florida, a Tampa, ha infatti dimostrato che il sonno perso è e rimarrà semplicemente perso. Non solo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Annals of Behavioral Medicine, ha dimostrato che non dormire bene per tre giorni consecutivi può portare a quello che i medici definiscono "grande deterioramento" dello stato fisico e mentale.
In futuro, il cancro potrebbe non avere scampo. Un gruppo di ricercatori tutto italiano ha sviluppato una nuova nanoparticella ibrida in grado di veicolare in maniera efficace e selettiva gli agenti chemioterapici. I nuovi strumenti terapeutici nella lotta contro il cancro, che sfruttano le possibilità derivanti dalle nanotecnologie, sono basati sul rilascio mirato all’interno delle cellule tumorali di piccoli frammenti di RNA, i cosiddetti microRNA. Nonostante però queste molecole possiedano un elevato potenziale per il trattamento del cancro, per garantirne l’efficacia è necessario indirizzarli selettivamente alle cellule neoplastiche.
Può sembrare controintuitivo ma per bruciare i grassi bisognerebbe mangiare del cioccolato. Purché lo si faccia al mattino, precisamente entro 60 minuti dal risveglio. Uno studio condotto dagli scienziati del Brigham and Women's Hospital (Usa), e dell'Università di Murcia (Spagna) ha dimostrato che una piccola quantità di cioccolata, consumata in una ristretta finestra di tempo al mattino, sembra in grado di aiutare l’organismo a bruciare i grassi e ridurre i livelli di glicemia. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Federation of American Societies for Experimental Biology Journal.
È in plastica ultrasottile e fatto di fogli di oro puro che si arrotolano fino a uno spessore inferiore a due millimetri. Tanto piccolo che può stare dentro un ago ed essere iniettato direttamente nella colonna vertebrale per combattere il dolore cronico. È straordinario l'impianto gonfiabile e "iniettabile" direttamente nella colonna vertebrale messo a punto dai ricercatori dell'Università di Cambridge, guidati dallo scienziati italiano Damiano Barone, e descritto sulla rivista Science Advances. Si tratta di uno speciale stimolatore elettrico che riesce a segnalare al cervello di smettere di percepire il dolore.
Gli antibiotici andrebbero assunti sempre in modo appropriato, non solo per evitare l'emergere di super-batteri resistenti, ma anche per prevenire lo sviluppo del tumore del colon. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati di uno studio presentato in occasione dell’Esmo, il Congresso mondiale sul cancro gastrointestinale 2021 che si è tenuto virtualmente dal 30 giugno al 3 luglio scorso. Le conclusioni suggeriscono che limitare l'uso di antibiotici potrebbe salvare molte vite. Lo studio infatti mostra che questi medicinali possono aumentare il rischio di cancro dell'intestino crasso, specialmente nelle persone di età inferiore ai 50 anni.
Un matrimonio difficile, complicato e insoddisfacente può anticipare la data della morte di un uomo. Almeno questo è quello che ha scoperto un team di ricercatori dell’Università di Tel Aviv in uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Medicine . I ricercatori hanno ha monitorato per 32 anni la salute di 10mila uomini, partendo da dati raccolti a partire dagli anni ’60. Ebbene, secondo quanto emerso, l’infelicità tra le mura domestiche, anche solo percepita, ha portato al decesso per patologie cerebrovascolari, come ictus, ischemie, aneurismi o arterie occluse, con un’incidenza paragonabile a quella dei fumatori o di chi conduce una vita sedentaria.
Il consumo di caffè è associato a un rischio minore di sviluppare malattie croniche del fegato, come ad esempio le epatiti e il fegato grasso. L'effetto benefico sarebbe indipendente dalla tipologia di caffè: fa bene sia se è istantaneo, macinato o decaffeinato. Ad arrivare a queste conclusioni è stato uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Southampton e dell’Università di Edimburgo, che si è basato sull'analisi di dati riguardanti 494.585 partecipanti alla UK Biobank, una banca dati sfruttata per studiare i fattori genetici o ambientali associati a determinate condizioni di salute. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista BioMed Central Public Health.
Resveratrolo, pterostilbene, polidatina e onochiolo sono alcuni dei polifenoli in grado di prevenire l'ictus ischemico o di accelerare il recupero in chi lo ha subito. A individuare questo mix di molecole è stato gruppo di ricercatori coordinati da David Della Morte Canosci, professore di Neurologia all'Università di Miami, di Medicina Interna all'Università Tor Vergata di Roma e all'Università San Raffaele di Roma e Direttore Medico Scientifico di Palazzo Fiuggi, grazie ad una review pubblicata sulla rivista Nutrients, i ricercatori hanno passato in rassegna oltre 80 studi sperimentali ed epidemiologici sull'argomento, passando poi a una serie di test condotti con un supplemento specifico.
Vengono utilizzati per migliorare il proprio aspetto e sentirsi in generale meglio, ma in realtà possono causare danni alla salute. Oltre la metà dei cosmetici, come rossetti, mascara e fondotinta, in commercio negli Stati Uniti, potrebbero causare gravi problemi, come ipertensione, malattie della tiroide, cancro ai reni e ai testicoli. Uno studio condotto dalla Notre Dame University ha rivelato che in molti dei comuni prodotti di bellezza contengono sostanze chimiche tossiche chiamate PFAS,
Ora che l'emergenza Covid-19 sembra essere sotto controllo, parte la sperimentazione clinica per i trapianti di isole pancreatiche “in capsule”. Il Centro Nazionale Trapianti e l’Ospedale Niguarda di Milano hanno approvato infatti il protocollo sperimentazione clinica che ha l’obiettivo di arrivare a una soluzione biologica per il diabete di tipo 1, che non necessita di terapie immunosoppressive per prevenire il rigetto d’organo. La sperimentazione, realizzata con il supporto della Fondazione Italiana Diabete onlus rappresenta un importante passo in avanti per la ricerca in ambito diabetologico, che potrà rivoluzionare la cura del diabete di tipo 1, malattia cronica autoimmune che interessa 250mila persone in Italia, soprattutto bambini e adolescenti, ma non solo.
Si chiama NEST4AD ed è uno studio lanciato dall'IRCCS Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, sotto la responsabilità di Michela Pievan, che ha lo scopo di indagare gli effetti della stimolazione non-invasiva per preservare la memoria. Lo studio si rivolge a persone di almeno 60 anni senza deficit cognitivi e mira a testare se la tecnica di neuromodulazione rTMS (stimolazione magnetica transcranica ripetuta) possa modulare, mediante l’applicazione di ripetuti impulsi magnetici, la comunicazione tra le aree della rete neuronale chiamata DMN (default mode network), la quale è associata alla memoria episodica ed autobiografica.
Grazie a un nuovo test del sangue presto sarà possibile sapere se una terapia contro il cancro sta funzionando o meno entro sole 24 ore dall'inizio del trattamento. Si tratta di uno strumento rivoluzionario che consentirà ai medici di ricalibrare le terapie e ai pazienti di accedere tempestivamente a trattamenti efficaci, beneficiando così di un aumento delle probabilità di sopravvivere. A mettere a punto il rivoluzionario test è stato un team di ricerca guidato da scienziati dell'Institute for Health Innovation & Technology dell'Università Nazionale di Singapore, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Ingegneria Biomedica, del Dipartimento di Chirurgia e dell'Istituto di biologia molecolare e cellulare dell'Agenzia per la scienza, la tecnologia e la ricerca di Singapore.
Si impara di più se ci si riposa. Uno studio condotto dagli scienziati del National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS), negli Usa, ha dimostrato che la fase di riposo attivo potrebbe contribuire in modo significativo al consolidamento della memoria associata alle sequenze di azioni. Lo studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports, ha coinvolto 30 volontari, a cui è stato chiesto di memorizzare ed eseguire in modo rapido e accurato una serie di attività ripetitive.
Contro la temutissima “Apocalisse antibiotica”, quel drammatico scenario che molti scienziati ritengono probabile a causa dell'aumento dei fenomeni di resistenza agli antibiotici, un aiuto potrebbe arrivare da una molecola progettata per inibire la produzione di un particolare gas da parte dei batteri. Il nuovo bersaglio individuato è l'idrogeno solforato, un gas che odora di uova marce, che svolge un ruolo fondamentale nella capacità innata dei batteri di resistere agli antibiotici. Un gruppo di scienziati della New York University Langone Health ha mostrato che interferendo con l'idrogeno solforato è possibile ripristinare la sensibilità dei batteri agli antibiotici. La nuova strategia è stata descritta sulla rivista Science.
Erano malattie che nessuno è riuscito a diagnosticare prima. Molto rare per essere individuate con i sistemi “tradizionali”. Ma ora, grazie a un imponente progetto di condivisione dati, quei 255 casi clinici in tutta Europa hanno trovato un nome. A esserci riusciti è stato un gruppo internazionale di scienziati afferenti al Center for Genomic Regulation, un centro di ricerca biomedica e genomica con sede a Barcellona. I risultati sono stati descritti in una serie di sei articoli pubblicati sull'European Journal of Human Genetics.