I cambiamenti climatici possono fare male alla salute dell'uomo.Dunque è necessario adottare misure concrete per contrastare le modificazioni del clima di cui sono responsabili le attività umane. A lanciare l'allarme è oggi l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in occasione del World Health Day, che, quest'anno, è dedicato proprio all'impatto del clima sulla salute degli abitanti del pianeta. "I primi effetti - dice l'OMS - riguarderanno il settore agricolo, che è particolarmente vulnerabile alla variabilità climatica. L'aumento delle temperature e la maggiore frequenza di siccità e inondazioni possono compromettere la sicurezza degli alimenti. I problemi di malnutrizione affliggeranno soprattutto i Paesi in cui ampie fette di popolazione dipendono dall'andamento dei raccolti. Già oggi, la malnutrizione causa ogni anno 3,5 milioni di morti nel mondo". Il secondo effetto determinerà "un crescente numero di incidenti e decessi provocati dalle tempeste e delle inondazioni. A cui si aggiungeranno le epidemie di colera e di altre malattie legate alla potabilità dell'acqua". Il terzo problema legato ai cambiamenti climatici è invece quello dell'acqua. Ancora, "le ondate di calore - continua l'OMS - soprattutto nei centri urbani possono far crescere la morbilità e la mortalità di patologie cardiovascolari e respiratorie. Soprattutto nella popolazione anziana. Senza contare che le alte temperature aumentano i livelli di ozono nell'aria e anticipano le stagioni dei pollini, contribuendo all'insorgenza dell'asma". Infine, "Il rialzo generalizzato delle temperature e le mutate condizioni e distribuzioni delle precipitazioni - conclude l'OMS - modificano la distribuzione geografica degli insetti."
Fonte: Adnkronos Salute
Dati alla mano, l'AIMAR invita i cittadini a non sottovalutare mai i sintomi respiratori.L'Associazione italiana malattie respiratorie denuncia lo scarso numero di diagnosi dei principali disturbi respiratori cronici in Italia, una situazione dovuta a molti fattori, non ultima la sottovalutazione del singolo. "Ci sono fumatori, per esempio, che ritengono normale provare affanno dopo una rampa di scale e che attribuiscono il fatto al fumo in sè, ritenendo che basterebbe smettere per veder rientrare il disturbo. In realtà spesso si è già di fronte alla bronchite cronica in forma lieve" ha spiegato Claudio Donner presidenti dell'AIMAR. Eppure la diagnosi è facile e semplice, con mezzi diagnostici, come la spirometria, poco invasivi e per i quali non vi sono lunghe liste di attesa. L'AIMAR, per promuovere l'attenzione del medico di famiglia e dei cittadini verso le malattie respiratorie, ha organizzato per "Primavera AIMAR", un'iniziativa unica in Italia che prevede lo svolgimento di 17 incontri regionali, collegati in videoconferenza. Scopo della Primavera AIMAR è dibattere con i medici di famiglia e gli specialisti presenti sul territorio le linee guida per la diagnosi e il trattamento delle malattie respiratorie, ed è la prima volta che questo si verifica, coinvolgendo nella discussione anche i pazienti. Un'occasione, dunque, anche per i cittadini per chiarire i loro dubbi e ottenere indicazioni corrette. Le città scelte per gli incontri sono Roma, Perugia, Matera, Bari, Cosenza, Cagliari, Francavilla al Mare (Chieti), Cannizzaro (Catania), Fermo (Ascoli Piceno), Napoli, Firenze, Parma, Padova, Riva del Garda (Trento), Genova, Milano e Torino. Maggiori dettagli sono disponibili sul sito dell'AIMAR o telefonando alla segreteria organizzativa (02/33432805).
Fonte: Conferenza stampa Primavera AIMAR, Milano 8 aprile 2008
Le future mamme sovrappeso ricevono molte più cure.Secondo una recente indagine statunitense, rispetto alle gravide normopeso, le donne sovrappeso o franacemnte obese sperimentano degenze più lunghe al momento del parto e, in precedenza, un numero maggiore di test fetali, ecografie e visite del medico. Inoltre, sono più spesso soggette a prescrizione di farmaci durante l'attesa. Inutile dire che aumenta anche la frequenza del ricorso al parto cesareo. Questo è largamente dovuto alla maggiore esposizione delle donne in soprappeso più o meno grave a complicanze in gravidanza di varia naura, dal diabete gestazionale al rischio di aborto spontaneo, cosicchè è inevitabile una medicalizzazione più accentuata. Oltretutto, concludono gli autori, se si pensa che ogni anno negli Stati Uniti un milione di donne sovrappeso sono gravidanza, è inevitabile che si presenti anche un problema di costi. La soluzione è nota da tempo: se si programma una gravidanza è opportuno anche far rientrare il peso nella norma.
Fonte: Chu SY, et al. Association between obesity during pregnancy and increased use of health care. N Engl J Med 2008;358(14):1444-1453.
Al di là della riduzione dei livelli di colesterolo LDL, controllare questo parametro riduce addirittura la mortalità.Diversi studi hanno dimostrato che, nelle persone che hanno subito un evento ischemico, è vantaggioso un trattamento con statine che mantenga il colesterolo LDH al di sotto di 70 mg/dl. In questo modo si ha una notevole riduzione dei nuovi episodi, dell'infarto e della mortalità. Uno studio statunitense aggiunge ora un altro tassello alla prevensione secondaria, cioè il controllo dei trigliceridi, che sono la forma in cui i lipidi introdotti con gli alimenti vengono trasportati nel sangue. Infatti, analizzando 4162 pazienti che erano stati ricoverati per ischemia acuta, si è riscontrato che mantenendo i trigliceridi sotto la soglia dei 150 mg/dl miglioravano tutte le variabili: anzi, per ogni 10 mg/dl di trigliceridi in meno si riduceva il rischio dell'1,6%. Certamente raggiungere bassi livelli di colesterolo e di trigliceridi è più complesso, ma potrebbe valerne la pena.
Fonte: Miller M, et al. Impact of triglyceride levels beyond low-density lipoprotein cholesterol after acute coronary syndrome in the PROVE IT-TIMI 22 trial. J Am Coll Cardiol 2008;51(7):724-730
Complice una comune variante genetica che, spiegano i ricercatori svedesi del Karolinska Institute di Stoccolma, nasconde l'uso di steroidi anche ai test più accurati.Non è un caso che la sperimentazione svedese sia stata finanziata dalla WADA, la World Anti-Doping Agency, che ha ingaggiato una lotta senza quartiere al doping. Gli scienziati hanno studiato le reazioni al testosterone di 55 uomini, di cui 15 con la mutazione del gene UGT2B17, normalmente implicato nella secrezione dell'ormone maschile. Quindi hanno sottoposto il campione scelto a una dose extra di testosterone di 360 milligrammi, verificando poi i livelli ormonali nei 15 giorni successivi. Ebbene, la mutazione nel DNA alterava i risultati che, invece, erano quelli attesi tra le persone senza la variazione genetica. Per esempio, "a sei giorni dall'iniezione di steroidi, quando i livelli di testosterone sono al massimo nelle urine, solo il 59% dei portatori della variante presentava risultati che sarebbero stati giudicati sospetti. Contro il 100% del resto del campione", raccontano gli scienziati che pubblicheranno lo studio sul numero di giugno del Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. "Dunque quasi la metà degli uomini con il DNA 'complice' - commenta Schulze - sarebbe sfuggita ai consueti controlli. In pratica - semplifica - se non si ha il gene funzionante a dovere, il testosterone non compare nelle urine". Gli attuali test genetici, concludono i ricercatori svedesi, sono messi a punto per rilevare la presenza di steroidi solo tra gli atleti che non presentano la mutazione genetica. Un bel grattacapo per la WADA e il Comitato olimpico che ha promesso 4500 test antidoping per le prossime Olimpiadi, mille in più rispetto ad Atene 2004.
Fonte: Adnkronos Salute
Il 90% delle donne sa molto poco di depressione post-partum.È quanto emerge dal sondaggio promosso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), il primo realizzato su questo tema, che ha coinvolto la metà delle Unità operative di ginecologia del nostro Paese ed è stato presentato a Roma durante il convegno nazionale della SIGO. "Per rompere l'isolamento in cui sono costrette le donne e costruire attorno a loro una rete protettiva abbiamo lanciato 'Non lasciamole sole', una campagna nazionale con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri, ministero per i Diritti e le Pari Opportunità", annuncia Giorgio Vittori, presidente SIGO. Secondo l'indagine dei ginecologi italiani, dopo il parto solo nel 45% delle strutture è previsto un monitoraggio delle mamme a rischio e il tempo dedicato all'informazione prima della dimissione è inadeguato per il 72% dei ginecologi. "Siamo lieti di ospitare questo appuntamento - commenta Aldo Morrone, direttore dell'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà presso il San Gallicano - perchè lo scenario descritto dal sondaggio, già preoccupante, si aggrava quando le protagoniste sono donne che appartengono a fasce sociali svantaggiate, spesso prive degli idonei strumenti culturali. È proprio qui che la rete deve attivarsi con più tempestività". "L'adesione ideale al progetto è il primo passo per costruire quella rete di tutela cui aspiriamo - continua Vittori - a questo deve però immediatamente seguire una presa in carico del problema da parte dei singoli professionisti, un concreto impegno delle autorità nazionali e locali, anche dal punto di vista organizzativo-gestionale, e una stretta collaborazione con le donne e i loro familiari, che devono poter imparare a decifrare per tempo i segnali di allarme". Informazioni sulle iniziative sul sito www.sigo.it.
Fonte: Adnkronos Salute
Gli stress fanno male al cuore; così vuole la tradizione popolare e così sostiene la medicina sulla base delle cosiddette evidenze scientifiche.Un recentissimo studio, anche se effettuato su un campione ristretto, presenta due importanti caratteristiche e cioè quella di aver reclutato un discreto numero di donne (più di un terzo) e di aver confrontato pazienti reduci da un intervento di rivascolarizzazione coronarica con un gruppo controllo. I ricercatori sono andati a misurare le concentrazioni ematiche di alcuni marker dell'infiammazione (proteina C-reattiva, molecola solubile di adesione-1 e interleuchina 6) in risposta a esercizio fisico e stress mentali. Lo stress mentale è stato indotto chiedendo ai partecipanti di eseguire a mente degli esercizi di aritmetica e di raccontare un episodio che li aveva fatti arrabbiare. È risultato che gli stressor provocano un incremento di questi marker più pronunciato sui pazienti già curati con successo da un episodio a carico delle coronarie. In conclusione, questi dati evidenziano una minore tolleranza agli eventi esterni da parte dei soggetti cardiopatici, come dire che stress ripetuti nel tempo sarebbero una possibile causa di malattia cardiaca.
Fonte: Kop WJ, et al. Effects of Acute Mental Stress and Exercise on Inflammatory Markers in Patients With Coronary Artery Disease and Healthy Controls. Am J Cardiol 2008;101:767-773.
Le prostatiti infettive potrebbero essere indice di un maggior rischio di sviluppare un carcinoma della prostata.Mancano ancora evidenze conclusive, tuttavia i risultati delle ricerche più recenti puntano in questa direzione. È una delle notizie emerse dal congresso della European Association of Urology, da poco conclusosi a Milano. Le possibili cause del tumore della prostata sono tuttora sconosciute, però i dati di alcune ricerche confermano una suscettibilità genetica delle cellule prostatiche agli agenti infettivi. Dalla prostatite si potrebbe poi sviluppare una condizione, chiamata atrofia infiammatoria proliferativa, capace a sua volta di favorire, insieme ad altri fattori, l'evoluzione maligna della neoplasia delle cellule intraepiteliali della prostata. Gli aspetti coinvolti sono molteplici: epidemiologici, biologici e genetici; di sicuro c'è la raccomandazione a non trascurare questo lato della salute maschile.
Fonte: EAU Congress. Milano, 26-29 marzo 2008 - BJU Int 2007;100:733-737
L'uso dei contraccettivi orali di terza generazione si assocerebbe, nelle donne giovani normopeso, a un innalzamento dei livelli della proteina C reattiva ad alta sensibilità, configurando un possibile maggior rischio di tromboembolia venosa e di malattie cardiovascolari. Lo rivela una ricerca italiana, condotta da Sabina Cauci dell'Università di Udine e pubblicata sul numero di aprile di Obstetrics and Gynecology. In questione sarebbero le preparazioni che contengono desogestrel o gestodene, che pure erano stati introdotti proprio per ridurre l'effetto su cuore e vasi dei precedenti contraccettivi. L'indagine è stata condotta su 77 utilizzatrici della pillola di terza generazione confrontate con un campione di 200 che non facevano uso di contraccettivi orali. Mentre per altri marker come l'omocisteina non si osservavano differenze e i livelli di colesterolo miglioravano leggermente, nel 27% delle donne in trattamento si riscontravano livelli elevati di PCR rispetto all'8,5% del gruppo di controllo.
Fonte: Obstet Gynecol 2008;111:857-864.
Alla modica cifra di poco meno di 1 milione di dollari la mappatura del DNA diventa un fatto personale.Occorre più o meno questa cifra per mettersi in tasca, dopo circa due mesi di attesa, la sequenza del proprio codice genetico. Il nuovo metodo, già usato per realizzare la mappa del genoma di uno dei due padri del DNA, il Nobel James Watson, viene descritto in uno studio su Nature da Jonathan Rothberg, del Rothberg Institute for Childhood Diseases Research di Guilford, e Maynard Olson, dell'University of Washington di Seattle. L'ultima generazione delle tecnologie per mappare il DNA umano sta rivoluzionando la genomica, promettendo mappe molto più rapide da ottenere, e soprattutto a prezzi meno salati, rispetto a quanto accadeva anche solo poco tempo fa. E i numeri parlano chiaro: basta confrontare prezzi e tempi di lavorazione descritti dal team di Rothberg, con i circa 100 milioni di dollari spesi per mappare il genoma di Craig Venter (fondatore di Celera Genomics, che avviò in parallelo al Progetto genoma umano un lavoro di sequenziamento per fini esclusivamente commerciali) con i metodi tradizionali.
Fonte: Adnkronos Salute
"Gli integratori alimentari sono prodotti sicuri. La normativa italiana, che recepisce la direttiva 2002/46/CE, garantisce ai consumatori un elevato livello di tutela; inoltre i dosaggi consentiti nel nostro Paese per vitamine, sali minerali e specifici principi attivi vegetali garantiscono un'adeguata sicurezza d'impiego alle dosi giornaliere consigliate". La precisazione è di AIIPA - Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari - in relazione allo studio sugli integratoti alimentari della Copenaghen University pubblicato sul Cochrane Database of Systematic Reviews. "Quello che non convince - afferma Andrea Strata, Professore di Nutrizione Clinica presso l'Università di Parma - è come mai su oltre 750 studi internazionali sugli antiossidanti, questa metanalisi ne consideri solo 67; le conclusioni cui giunge sono limitate e parziali. Oltre a ciò, va tenuto presente che i dosaggi utilizzati nella metanalisi e il tempo di somministrazione sono ben lontani da quelli previsti dalla normativa che disciplina la materia nel nostro Paese". Fermo restando che una corretta alimentazione e un sano stile di vita sono gli elementi cardine del benessere fisico e psichico dell'organismo, gli esperti sono concordi nel ritenere che gli integratori alimentari possono essere un aiuto in situazioni di malnutrizione per eccesso calorico, lipidico e/o glucidico e proteico o per difetto, soprattutto di vitamine e minerali, in quanto consentono l'assunzione di sostanze, normalmente contenute nei cibi, senza ingerire anche le relative quantità di grassi, colesterolo o carboidrati.
Fonte: Comunicato stampa AIIPA
Attenzione a rossetti e lipgloss: se non contengono un filtro solare, come accade per la maggior parte di questi prodotti, i colori sgargianti possono attirare i raggi ultraviolettie aumentare il rischio di tumori cutanei. A lanciare l'allarme è un'esperta dermatologa del Baylor University Medical Center di Dallas (USA), Christine Brown, che avverte: "Bisogna proteggere le labbra come il resto del viso, se non di più, applicando uno schermo totale se si prevede di stare al sole per più di 20 minuti".
E il motivo, come riporta il Washington Post, è che quando un tumore cutaneo si manifesta a livello del labbro inferiore ci sono più probabilità che sia aggressivo e si diffonda ai linfonodi circostanti. Il pericolo aumenta se si utilizzano prodotti alla moda, che per il loro contenuto di brillantini e agenti lucidanti hanno il potere di attrarre i raggi nocivi e di accrescere il pericolo di sviluppare una neoplasia cutanea. Il segreto per non correre rischi, assicura Brown, "è applicare sotto i rossetti colorati un filtro solare: i due prodotti devono essere sempre uniti, a ogni rinnovo del trucco".
Fonte: Adnkronos SaluteDal gelato ai ghiaccioli, al cioccolato, alla frutta, le voglie in gravidanza contagiano sempre più donne in attesa.
Ma accanto a prelibatezze come pasticcini, caramelle, cibo speziato, noccioline e patatine fritte, spuntano mix arditi come tonno e banane, oppure uova fritte con salsa alla menta. E passioni insolite, come quelle per il sapone da bucato o il dentifricio.
Secondo uno studio condotto attraverso il sito gurgle.com, sembra infatti che tre quarti delle donne in gravidanza oggi sperimenti una voglia. Un esercito rispetto al 30% di cinquant'anni fa. Non solo. Sembra che in un terzo dei casi (31% circa) la voglia non riguardi cibi, ma prodotti come ghiaccio (22%), carbone (17%), dentifricio (9%), spugne (8%), sapone da bucato (5%) e addirittura gomma da cancellare (1%). L'indagine ha analizzato abitudini, passioni e voglie di 2231 donne britanniche: ad accendere i desideri delle future mamme è soprattutto il cioccolato, seguito da gelato e caramelle. Le voglie arrivano soprattutto al pomeriggio (40%) o alla sera (38%), mentre solo l'8% delle donne in attesa si sveglia per snack di mezzanotte.
Secondo Fiona Ford dell'Università di Sheffield, la voglia di cose strane, come dentifricio o sapone, sarebbe legata all'odore e alla consistenza di questi oggetti, più che al sapore. Sono invece poche le prove a sostegno della teoria secondo cui questo tipo di desiderio sarebbe dovuto alla necessità di soddisfare una carenza nutrizionale. Questo perchè l'organismo, dice la studiosa, non sarebbe in grado di assorbire i nutrienti da carbone o fango. Il consiglio per le donne attratte da oggetti lontani anni luce dagli alimenti è quello di "fare molta attenzione e parlarne con la propria ostetrica. Se invece si tratta della voglia di un cibo dal gusto molto forte, che non comporta un cambiamento della dieta sana e variata, allora non c'è problema".
Fonte: Adnkronos Salute
Gonfiore e chili di troppo. Queste le principali paure che allontanano le italiane dalla pillola anticoncezionale, spingendole a ricorrere sempre più spesso a metodi d'emergenza come la pillola del giorno dopo. Lo hanno detto i ginecologi riuniti a Praga al decimo Congresso della Società europea della contraccezione, aggiungendo che "l'Italia, nonostante alcuni segnali di ripresa, rimane agli ultimi posti in Europa per l'utilizzo di metodi contraccettivi".
Oggi, grazie a estrogeni e progestinici di ultima generazione, il rischio di acquistare chili di troppo è davvero remoto ed è questo il messaggio che si vuole trasmettere alle giovani. Obiettivo condiviso dalla campagna Scegli tu, promossa dalla SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per i diritti e le pari opportunità.
"Un progetto che ha già registrato i primi segnali di successo, ma che vogliamo continuare a rafforzare", ha detto Giorgio Vittori, presidente SIGO. Proprio per questo, "a maggio distribuiremo opuscoli informativi a tutti i ragazzi che si apprestano ad affrontare l'esame di maturità". Senza dimenticare che un ruolo chiave per la diffusione di una contraccezione responsabile spetta anche ai medici di famiglia. "Siamo spesso i primi a confrontarci con le ragazze. - afferma Raffaella Michieli, segretario nazionale della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) - È quindi nostro dovere sforzarci di parlare di più, cercare occasioni di stimolo e approfondimento, non sfuggire questi temi, ma anzi affrontarli noi in prima persona per consigliarle ed evitare che si trovino di fronte a scelte drammatiche o comunque pesanti dal punto di vista della salute, fisica e psichica".
Fonte: Adnkronos SalutePiù bravi a scuola e più svegli i bimbi che sono stati allattatati al seno.A confermare una teoria - più volte riproposta dai fautori dell'allattamento naturale - è uno dei più vasti studi mai realizzati sull'influenza del latte materno nello sviluppo cognitivo, pubblicato sugli Archives of General Psychiatry di maggio e realizzato dall'èquipe diretta da Michael Kramer dell'Università canadese McGill di Montrèal.
I ricercatori hanno seguito per oltre sei anni, insieme ai medici bielorussi di 31 ospedali e cliniche, 14mila bambini bielorussi. La metà delle madri aveva seguito un programma ad hoc a sostegno dell'allattamento esclusivo e prolungato al seno, secondo le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. L'altra metà aveva ricevuto le cure e le indicazioni fornite abitualmente dalla struttura sanitaria. Nel primo gruppo si è avuta una prevalenza dell'allattamento al seno fino ai 12 mesi e, a distanza di sei anni e mezzo, i bambini di questo gruppo ottenevano migliori risultati ai test d'intelligenza, lettura e scrittura.
Fonte: Adnkronos SaluteItaliani promossi in igiene e cura di denti e bocca. "L'attenzione della popolazione è aumentata nettamente, tanto che negli ultimi 10 anni l'incidenza della carie si è ridotta del 20-30%", dice Francesco Riva, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Chirurgia Odontostomatologica dell'Ospedale Eastman di Roma. Lo specialista sottolinea in particolare l'attenzione dei giovani, "molto più bravi che in passato, e inclini a non sottovalutare l'importanza dell'igiene di denti e bocca. Un miglioramento - aggiunge - che però ancora non ci ha portato a raggiungere gli standard europei". E se alimentazione errata, fumo e alcol si confermano nemici della salute dei denti e della bocca, emerge il problema di molti anziani "costretti a rinunciare alle cure più costose per le difficoltà economiche crescenti". Ma se i giovani sono più curati e attenti, "nella scuola del Belpaese si trascurano i temi dell'igiene orale".
Fonte: Adnkronos SaluteL'alcol sembra la sostanza più gettonata tra i soggetti che abbinano consumi pericolosi a disturbi mentali, solo che invece di alleviare il problema lo slatentizza.
"Nelle grandi città i giovani che accedono ai servizi psichiatrici sono quasi tutti consumatori di sostanze a rischio dipendenza", spiega Mariano Bassi, presidente della SIP (Società Italiana di Psichiatria). Sotto accusa cocktail pericolosi, come l'abbinata alcol e cocaina, perchè su una mente fragile "il loro uso, e non necessariamente l'abuso, potenzia enormemente il problema, scatenando manifestazioni di rabbia, aggressività e perdita di controllo". Maschio, precario e ancora in casa con mamma e papà: è questo l'identikit che emerge dai risultati di uno studio, condotto tra il 2005 e il 2006 dal Dipartimento di Neuroscienze e Tecnologie Biomediche dell'Università degli Studi di Milano Bicocca, su 28 Dipartimenti di salute mentale, che ha analizzato un totale di oltre 86mila pazienti con doppia diagnosi (problemi mentali e di droga o alcol). In tre casi su 4 questi pazienti hanno completato solo la scuola dell'obbligo e appena il 25% conta su un lavoro stabile, un terzo presenta già disturbi al fegato, il 41% soffre di una dipendenza vera e propria e il 54% una sindrome da abuso.
Via libera a tate straniere, asili multilingue e vacanze studio all'estero. Imparare a parlare idiomi diversi da quello del Paese nativo fa benealla salute, almeno a quella della mente. La buona notizia arriva dai ricercatori della Tel Aviv University (Israele), secondo i quali doversi districare tra diverse lingue protegge la mente dall'invecchiamento. Il team di Gitit Kavè, neuropsicologa dell'Herczeg Institute on Aging dell'ateneo israeliano, ha scoperto infatti che gli anziani poliglotti ottengono i risultati migliori ai test sulla funzionalità cognitiva. In uno studio iniziato nel 1989 su un gruppo di persone tra i 75 e i 95 anni, i ricercatori hanno indagato la conoscenza e l'abitudine a parlare diverse lingue (da due a tre e oltre), sottoponendo poi gli anziani a una serie di test cognitivi. Più lingue si conoscono e si parlano, migliore è lo stato cognitivo di una persona. "A regalare una mente pronta e lucida in tarda età contribuisce anche il grado di istruzione di un individuo", avvertono gli studiosi. Ma sembra che il numero di lingue parlate abbia un effetto benefico a sè. "Abbiamo scoperto che il fatto di sapersi esprimere in più lingue è correlato in modo più significativo allo stato cognitivo proprio negli anziani che non hanno studiato affatto", ha precisato la Kavè.
Fonte: Adnkronos SaluteA Milano il presidente eletto della SIP (Società Italiana di Psichiatria), Alberto Siracusano, traccia un bilancio della situazione italiana 30 anni dopo l'entrata in vigore della legge Basaglia(la n. 180). Secondo uno studio condotto tra il 2004 e il 2006, nei 707 Centri di Salute Mentale (CSM) della penisola, tra i circa due milioni di italiani colpiti da un disturbo psichico "la diagnosi di psicosi riguarda il 29% dei pazienti. Mentre i disturbi dell'umore e l'ansia, ritenuti un tempo problemi minori, raccolgono rispettivamente il 25% e il 22% delle diagnosi". La fascia d'età più colpita è quella dei giovani adulti, tra i 18 e i 44 anni (42% del totale pazienti) e le donne in cura sono più degli uomini (57%). Complici stress e frustrazioni della vita metropolitana, che incastra i cittadini in ingranaggi sempre più usuranti; i problemi di salute mentale più diffusi sono "la depressione, l'ansia, i disturbi della personalità, i problemi alimentari e quelli collegati all'uso e abuso di alcol e sostanze stupefacenti, nonchè al controllo degli impulsi", elenca Siracusano. Sul totale dei nuovi accessi ai CSM, l'area psicotica pesa solo per il 14%, mentre i disturbi dell'umore per il 21% e quelli d'ansia per il 26%.
Fonte: Adnkronos SaluteSport e attività fisica sarebbero un vero toccasana se palestre, piscine e piste ciclabili fossero accessibili a tutti e in tutti i Paesi europei. "Due terzi dei cittadini del Vecchio continente non fanno abbastanza movimento da raggiungere gli standard minimi fissati. E uno su cinque non ne fa affatto, o ben poco. Soprattutto nei Paesi dell'est". Questo il monito espresso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a Copenhagen, in occasione della Giornata del movimento per la salute 2008. "L'attività fisica - dice l'agenzia - è un biglietto per la buona salute, dunque dovrebbe essere accessibile facilmente, accettata culturalmente, di interesse generale e conveniente per tutti, in ogni nazione europea, sia per le persone agiate sia per le altre, per i giovani, gli adulti e gli anziani, sia per i sani che per i malati". La sezione europea dell'OMS, in collaborazione con l'University College di Suhr a Copenhagen, ha organizzato un incontro per discutere le diseguaglianze sociali nell'accesso all'attività fisica. A creare un divario tra chi può e chi non può dedicare tempo ed euro a un po' di sport sono "le condizioni socioeconomiche. Le persone con redditi bassi hanno percentuali molto più elevate di malattie croniche e obesità, legate alla mancanza di movimento e a un'alimentazione sbagliata". Il paradosso consiste nel fatto che sono più sedentari i disoccupati, che in teoria avrebbero maggiori possibilità di sfruttare il tempo a disposizione, che non chi lavora. E i colletti bianchi sono più sportivi di chi ha un impiego di tipo manuale. Un'istantanea che rimarca gli effetti dello status sociale. A creare un ulteriore divario contribuiscono anche i fattori culturali ed educativi. "Le persone meno istruite sono anche meno consapevoli dei benefici di un po' di sport".
Fonte: Adnkronos Salute