La parte più dura di una dieta non è solo perdere chili ma soprattutto cercare di non riguadagnarli. È l’effetto yo-yo, un problema che ora nei bimbi obesi sembra trovare una spiegazione scientifica: se la perdita di peso è rapida, entro le 24 settimane, anche quando gli ormoni intestinali, come ad esempio la grelina, inviano forti segnali di sazietà al cervello dopo un pasto, il desiderio di mangiare non precipita. Questo perché le aeree cerebrali non riescono a rimodulare il senso della fame di pari passo all’intestino. Così la fase di mantenimento è più incline a fallire e i bimbi obesi che hanno perso peso rapidamente, tendono a recuperarlo. Lo evidenzia uno studio del Seattle Children's Hospital, pubblicato sul The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism e presentato in occasione del 60esimo congresso della Società Europea di Endocrinologia Pediatrica.
L'inquinamento atmosferico ha un impatto importante sulla salute di tutti. Ma secondo uno studio canadese, presentato durante il Congresso internazionale della European Respiratory Society a Barcellona, lo smog sembra avere effetti più acuti sulle donne rispetto agli uomini. Ad arrivare a queste conclusioni è stato un gruppo di ricercatori condotto dagli scienziati dell’Università di Manitoba, a Winnipeg, e dell’Università della British Columbia, a Vancouver, in Canada. L'attenzione degli scienziati si è focalizzata maggiormente sui cambiamenti rilevabili nel sangue conseguenti all'esposizione del gas di scarico dei diesel.
Se evitare l'influenza e tutte le sue possibili conseguenze non bastasse, c'è un motivo in più per vaccinarsi nelle prossime settimane: ridurre il rischio di subire un ictus. A scoprirlo è stato uno studio dell’Università di Alcalá a Madrid, Spagna, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neurology. “Gli studi hanno dimostrato che contrarre l’influenza aumenta il rischio di avere un ictus, ma la ricerca è ancora in corso per stabilire se il vaccino antinfluenzale può aiutare a proteggere contro un ictus”, dice l’autore dello studio Francisco J. de Abajo, professore dell’Università di Alcalá a Madrid, Spagna. “Questo studio osservazionale suggerisce che coloro che hanno un vaccino antinfluenzale hanno un rischio inferiore di ictus. Per determinare se ciò sia dovuto a un effetto protettivo del vaccino stesso o ad altri fattori - continua - sono necessarie ulteriori ricerche”.
Può far bene all'economia, ma potrebbe non essere affatto una buona idea per la salute. L'ipotesi di passare permanentemente all'ora legale potrebbe avere ripercussioni negative sulla salute. Alcuni studi evidenziano che mattine più buie e sere più luminose potrebbero avere effetti negativi sulla quantità di sonno e di conseguenza anche sul rischio di obesità, sovrappeso e malattie metaboliche come il diabete, con effetti deleteri anche sul cuore. Preoccupazioni condivise dagli esperti della Società italiana di Endocrinologia (SIE), che si sono riuniti la settimana scorsa in occasione degli Incontri Italiani di Endocrinologia e Metabolismo, a Napoli.
Il consumo elevato di alimenti ultra-lavorati, come ad esempio quelli a base di carne, aumenta il rischio di sviluppare un tumore del colon-retto. Ma solo negli uomini, nei quali questo tipo di cibo è stato associato a un incremento del 29 per cento delle probabilità di ammalarsi. A dimostrarlo è stato un team guidato da ricercatori americani della Tufts University e dell'Università di Harvard in uno studio pubblicato sul British Medical Journal.
L'assunzione di farmaci steroidei potrebbe essere associata a una serie di cambiamenti strutturali nella materia grigia e bianca nel cervello che possono portare allo sviluppo di una serie di patologie anche gravi. A lanciare l'allarme è stato uno studio condotto dagli scienziati del Leiden University Medical Center (Paesi Bassi) e pubblicato sul British Medical Journal Open. La pericolosa correlazione tra farmaci steroidei e materia cerebrale potrebbero contribuire a spiegare in parte gli effetti neuropsichiatrici osservati dopo l’uso a lungo termine dei farmaci, come ansia, depressione, mania e delirio.
Per la prima volta è stato effettuato con successo un trapianto di tessuto, ricavato da cellule staminali prelevate da un paziente e successivamente trasformate in cellule retiniche, per contrastare la degenerazione maculare avanzata secca. L'innovativa procedura è stata eseguita al Clinical Center del National Institutes of Health, a Bethesda (Usa) ed è stata definita una “svolta” da Stanislao Rizzo, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica del Policlinico Gemelli e membro del consiglio direttivo Società Italiana di Scienze Oftalmologiche.
Non c'è sport migliore di quello che prevede l'uso di una racchetta per allungare la propria vita. Chi sia il tennis o il padel, o anche il badminton e lo squash, tutti riducono il rischio di morte in età avanzata del 16 per cento. A stabilirlo è un nuovo studio condotto dai ricercatori del National Cancer Institute, parte del National Institutes of Health statunitense. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista JAMA Network Open.
Potrebbe esserci un modo per ridurre la fibrosi cardiaca e, di conseguenza, i casi di insufficienza cardiaca. È quanto stabilisce uno studio multidisciplinare condotto dall’Unità di Ingegneria Tissutale del Centro Cardiologico Monzino di Milano (coordinata da Maurizio Pesce), a cui ha partecipato un team di bioingegneri del Politecnico di Torino, costituito da Massimo Salvi e Filippo Molinari del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni-DET e da Dario Carbonaro, Diana Massai e Umberto Morbiducci del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS.
Un grammo di sale in meno ogni giorno. Tanto basta per ridurre le probabilità di avere un infarto. A dirlo è Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC), in occasione del congresso della Società Europea di Cardiologia che si è chiuso oggi a Barcellona. L'esperto fa riferimento ad uno studio condotto in Cina da un gruppo di ricercatori della Queen Mary University of London, da cui emerge che anche una piccola riduzione nel consumo di sale può aiutare a prevenire malattie cardiache e ictus potenzialmente fatali. I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista BMJ Nutrition Prevention & Health.
È sicuro, efficace e duraturo. Questo è il verdetto di un nuovo anticorpo monoclonale testato contro la malaria nell'ambito di uno studio di fase I, riportato sul New England Journal of Medicine. Solo una dose dell’anticorpo antimalarico L9LS ha conferito protezione a 15 dei 17 pazienti sottoposti a un’infezione da malaria umana controllata. Al contrario, i sei controlli che non hanno ricevuto il trattamento hanno mostrato tutti parassitemia al test PCR entro 21 giorni dall’esposizione alle zanzare infette. L'anticorpo di nuova generazione si è rivelato anche più duraturo: L9LS ha mostrato un’emivita sierica di 56 giorni e la modellazione farmacocinetica ha suggerito che una dose di 5 mg/kg nei bambini può fornire protezione fino a 6-12 mesi.
I bronchi potrebbero essere contaminati da microplastiche dannose per la salute. A trovarne traccia è stato uno studio condotto dalla Fondazione per la Promozione della Salute e della Ricerca Biomedica della Regione Valenciana (Fisabio) e dalla Fondazione di Pneumologia della Comunità Valenciana, presso l’Ospedale Universitario Generale di Elche. Alla ricerca, pubblicata sul Journal of Hazardous Materials, hanno collaborato anche l’Università Politecnica di Cartagena e l’Università Autonoma di Madrid. Queste minuscole plastiche e fibre di meno di cinque millimetri sono state trovate in due su tre lavaggi broncoalveolari eseguiti su pazienti di pneumologia. Ma i risultati, secondo i ricercatori, possono essere estesi all'intera popolazione. Lo studio è stato presentato alla 55esima Conferenza della Società Spagnola di Pneumologia e Chirurgia Toracica (SEPAR), che si è tenuta a Pamplona.
Vengono impiegati per aiutare i fumatori a contrastare la dipendenza dal fumo, ma potrebbero essere utili anche a chi ha problemi di dipendenza da alcol. La terapia sostitutiva della nicotina, la vareniclina e la citisina potrebbero infatti ridurre significativamente anche l’assunzione di alcol. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori del Vanderbilt University Medical Center (VUMC), della Boston University School of Medicine, del Boston Medical Center e della First Pavlov State Medical University di San Pietroburgo, in Russia. I risultati, pubblicati sul Journal of American Medical Association Network Open, potrebbero aprire la strada a un nuovo approccio per combattere, anche contemporaneamente, due delle forme di dipendenza più diffuse.
Il popolarissimo Tik Tok può far male alla salute. Più precisamente è l'uso che molti ragazzi ne fanno, perché spinti da strategie di marketing “selvagge”, ad essere pericoloso. Uno studio australiano, pubblicato sulla rivista British Medical Journal Global Health, ha descritto una particolare strategia in cui i ragazzi, attraverso delle sfide, diventano a tutti gli effetti “ambasciatori” su Tik Tok di cibi e bevande malsane. Allo stesso tempo gli ignari utenti diventano consumatori inconsapevoli dei prodotti. Secondo i ricercatori, questa strategia di marketing è molto efficace dal punto di vista dei risultati commerciali, ma è dannosa per la salute dei bambini e dei ragazzi.
Quello che mettiamo a tavola può determinare la salute futura del nostro cervello. Uno studio condotto dalla Tianjin Medical University in Cina, infatti, ha dimostrato che una dieta molto ricca di alimenti ultra-elaborati - come cibi in scatola, salse, bibite gassate e snack salati - è associata ad un rischio più elevato di sviluppare la demenza. I risultati, pubblicati sulla rivista Neurology, suggeriscono anche che la sostituzione di alimenti ultra-lavorati con alimenti non trasformati o minimamente trasformati riducono drasticamente il rischio. “La sostituzione del 10% del peso degli alimenti ultra-lavorati con una proporzione equivalente di alimenti non trasformati o minimamente trasformati ha portato a un rischio stimato di demenza inferiore del 19%”, dice Yaogang Wang, tra gli autori dello studio.
La sindrome da stanchezza cronica potrebbe dipendere da piccoli coaguli di sangue. Questa è la nuova ipotesi sulla causa di una condizione che provoca sintomi come esaurimento persistente, dolore e nebbia cerebrale. A sostenerla è stata un gruppo di ricercatori della Stellensbosch University in Sud Africa e dell’Università di Liverpool nel Regno Unito. La nuova tesi è stata descritta in un articolo pubblicato sulla rivista Pharmaceuticals. Si stima che la sindrome da stanchezza cronica, nota anche come encefalomielite mialgica, colpisca fino a 2,5 milioni di persone solo negli Stati Uniti, ma si sa poco su come ha origine e su come trattarla. I microcoaguli sono grumi di piastrine nel sangue di diametro inferiore a 200 micrometri che sono difficili da rompere.
La terapia ormonale sostitutiva può essere seguita senza timori da parte delle donne con il cancro al seno. Uno studio dell'Odense University Hospital in Danimarca ha infatti dimostrato che il trattamento a base di ormoni, che utilizzano anche molte donne in menopausa, non porta alla ricomparsa del tumore. I risultati, pubblicati sul Journal of National Cancer Institute, possono essere di grandissimo aiuto per le molte donne alle prese con il cancro al seno.
Potremmo essere davvero molto vicini a un nuovo vaccino contro l’HIV. Una promettente sperimentazione condotta sulle scimmie ha dimostrato che il vaccino, sviluppato da scienziati della Emory University, del Louisiana State University Health Sciences Center e della Duke University, ha un'efficacia pari al 68 per cento. I risultati, pubblicati sulla rivista Science Immunology, fanno ben sperare per il futuro della lotta contro questa terribile infezione responsabile dell'AIDS.
Benzilossi-ciclopentiladenosina o più semplicemente BnOCPA. È questo il nome del nuovo antidolorifico non oppioide scoperto da un gruppo di ricercatori della School of Life Sciences dell’Università di Warwick, nel Regno Unito. Il lavoro, pubblicato sulla rivista Nature Communications, offre una potenziale alternativa all'utilizzo attuale di farmaci oppioidi per contrastare il dolore nei pazienti. Il nuovo composto infatti sembrerebbero causare meno effetti collaterali, pur essendo molto efficace.
Gli uomini muoiono prima perché perdono la parte di DNA che li fa uomini, il cromosoma Y. Con l’avanzare dell’età, infatti, una significativa percentuale della popolazione maschile tende a perdere il cromosoma Y in alcune classi di cellule, il che aumenta significativamente il rischio di complicazioni di salute che possono essere fatali, come l’insufficienza cardiaca. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dagli scienziati dell’Università della Virginia (Usa) e dell’Università di Uppsala (Svezia). I risultati, pubblicati sulla rivista Science, indicano anche un farmaco già esistente che potrebbe contrastare gli effetti della perdita del cromosoma Y.